È il patto della limonata quello tra Giuseppe Conte, Elly Schlein e Nicola Fratoianni. Una ‘cocomero’ senza Bonelli. Anche se tutti e tre hanno bevuto cose diverse, e già questo spiega tante cose: uno spritz il grillino, acqua tonica lei, limonata lui. Perché poi non si riescono a mettere d’accordo neppure su cosa bere, e sarebbe il minimo considerando la situazione. Si incontrano in Molise, dove sono alleati a sostegno di Roberto Gravina, il sindaco 5stelle di Campobasso, dove il Pd però è all’opposizione in consiglio comunale.
Ma Schlein questa volta, reduce di tutte le sconfitte raccolte da Letta, ha deciso di bypassare la volontà dei circoli ed esponenti locali, per provare a vincere col campo largo. Che però resta annacquato, come una limonata in ghiaccio. E quindi i tre vanno in Molise, in campagna elettorale, ma anziché incontrare insieme gli elettori in piazza, ricusano un palco unitario e si incontrano in un bar per l’aperitivo. Tenendosi lontani dai cittadini che li guardavano da dietro i vetri, come in una sorta di acquario umano. L’aperitivo militante, che chissà se all’estate ci arriviamo! E poi giù di retorica sul ripartire dalla gente, dalle piazze, e dai lavoratori.
Quelli del bar, forse. Schlein a dire il vero l’incontro sul palco lo avrebbe voluto. Avendo abbandonato la vocazione maggioritaria con cui era nato il Pd e che ha mantenuto fino al referendum costituzionale del 2016. Lo dice candidamente la segretaria, ma poi nasconde le critiche interne spegnendo lo streaming della diretta della direzione nazionale. “Quelli erano i tempi di Renzi” risponde Schlein a Lia Quartapelle che le chiede di mandare tutti gli interventi e non solo la relazione del segretario.
Non sa Elly che lo streaming della direzione si faceva già ai tempi di Bersani, suo attuale maggiorente che è rientrato nel Pd con tutta la ditta. Abitudine alla trasparenza e al dibattito pubblico che è stata mantenuta negli anni, finché Letta ha chiuso le porte. E Schlein è la sua erede. Anche se ci prova in tutti i modi ad aprire ai 5 stelle, perché come dice Boccia “altrimenti arrivano le destre”, “è un dovere morale sconfiggere” dice lei.
Ed è per questo che Schlein è andata persino alla manifestazione grillina e pacifista di Napoli. Un’imboscata che le ha rifilato Conte, che sul palco le ha fatto trovare persino Beppe Grillo con il passamontagna. E lei ci è cascata in pieno. Ma Conte non ricambia il favore, e si tiene lontano dai palchi del Pd. Non sarà neppure sabato in piazza con la Cgil, perché ci sarà Schlein. Che dopo Conte e Grillo non si preoccupa di sostenere anche Landini, di cui possiamo scrivere già ciò che dirà di Ucraina, pensioni, e tasse.
Ma Elly al rimorchio non manca. Del resto era stato chiaro già a Manduria, quando il segretario del Pd ha rinunciato all’invito di Vespa. E ha lasciato che Conte nella “terza camera” in masseria, venisse ufficialmente dichiarato “leader dell’opposizione”. E non sarebbe un problema, se non fosse per le idee pericolose che porta avanti, dal Mes al sostegno all’Ucraina. Ma dall’altra parte anche Schlein, appurato che l’unica opposizione del Pd è chiedere le dimissioni di un ministro al giorno, sotto sotto condivide queste posizioni. Anche ieri che il Pd ha giustamente votato per la ratifica del Mes, lei subito ha sottolineato “ratificarlo non vuole dire usarlo”. E quindi cosa pensa Schlein sull’utilizzo del Mes? Non è dato saperlo, non sia mai Conte si arrabbi. E così in Molise abbiamo il capolavoro dell’ipocrisia. Sono alleati ma non salgono sul palco, solo al tavolino al bar. Lontano dagli elettori. E ovviamente il primo ad alzarsi è Conte, che doveva andare al comizio nella piazza antistante. Mentre lei nella più lontana Termoli.
“Tutto questo interesse su se Conte e Schlein si parlano, su quante volte si telefonano, si incontrano, dove si incontrano. Qui c’è un delirio collettivo del sistema mediatico per cui noi dovremmo una volta per tutte stabilire che qualsiasi cosa la faremo insieme, lavoreremo insieme, faremo convegni e congressi nazionali insieme, federazioni, alleanze strategiche. La politica non si fa così. La politica per noi significa temi e obiettivi da centrare e da valutare volta per volta. E quali sono questi obiettivi comuni per il Molise? Uno solo: che il candidato è quello dei 5 stelle, e il Pd va al rimorchio. Anche se i dem locali gli fanno opposizione. Era già accaduto a Brindisi, dove per sostenere il candidato grillino, il Pd ha sfiduciato il sindaco uscente che i dem avevano sostenuto in consiglio comunale per cinque anni, con i 5stelle all’opposizione. Ma Conte ed Elly non si sono mai fatti vedere insieme a Brindisi, e hanno perso.
E proprio dalla Puglia arrivava ieri Conte, con la macchina in panne che si è pure fermata a metà strada. E che come quella di Fratoianni che ha preso fuoco a Campobasso, non era neanche elettrica. Non come il pulmino di Enrico Letta, che durò il tempo di un selfie. Conte era stato sentito con il suo vice Mario Turco e Rocco Casalino dalla Guardia di Finanza di Lecce che sta indagando sul giudice Alessandro Silvestrini, che secondo gli inquirenti avrebbe chiesto ad alcuni politici di sponsorizzare la sua candidatura come presidente del Tribunale presso i membri laici del Csm. Il giudice aveva incontrato anche Conte. Il leder grillino ha conferma l’incontro agli inquirenti, ma non si ricorda nulla del contenuto. E non siamo arrivati neanche al secondo giro di spritz.