"Non è bocciato a prescindere"
Il Pd apre a Bassolino sindaco di Napoli ma serve la ‘benedizione’ di De Luca

Non è il giorno dell’incoronazione ufficiale. Ma se due indizi fanno una prova, Antonio Bassolino vede crescere le proprie quotazioni come candidato sindaco di Napoli per il centrosinistra. L’ex primo cittadino e presidente campano ha incassato il sì quasi incondizionato dell’eminenza grigia del Partito democratico, Goffredo Bettini, al quale si aggiunge la concomitante apertura di Nicola Oddati, membro della segreteria nazionale dem vicino al governatore in carica Vincenzo De Luca. La candidatura di Bassolino, dunque, è sul tavolo e sarà certamente discussa dai maggiorenti del Pd convocati per lunedì sera dal segretario napoletano Marco Sarracino.
Bettini ha usato parole al miele per Bassolino durante la presentazione di Senza Classe, il libro che Vito Nocera ha dedicato al tema del lavoro precario, paragonando l’esperienza amministrativa di don Antonio a quella di Luigi Petroselli, “mitico” sindaco di Roma tra gli anni Settanta e Ottanta. «Grande esperienza», «progetto ambizioso», «capacità di ordinare i processi sociali»: ecco le espressioni utilizzate da Bettini prima di concludere che «quella lezione (cioè quella di Bassolino, ndr) va recuperata». Anche Nicola Oddati, raggiunto dal Riformista, mette in chiaro un concetto, cioè che la candidatura di Bassolino non è bocciata a prescindere al pari di tutte le altre delle quali il Pd si appresta a discutere al suo interno e poi con il Movimento Cinque Stelle: «Il campo progressista ha tante possibilità e tutte di alto livello che saranno oggetto di una valutazione finalizzata a individuare il nome più condiviso e autorevole».
Certo è che il centrosinistra punterà su un esponente politico a differenza del centrodestra che, dopo anni di vertiginoso calo dei consensi, è pronto a pescare un nome della società civile che dovrebbe essere quello del pm Catello Maresca. Ed è altrettanto certo che il centrosinistra napoletano effettuerà la scelta tenendo presenti sia la coalizione che a settembre scorso ha consentito a De Luca di confermarsi alla guida della Regione sia la necessità di un accordo con i Cinquestelle. Anzi, in linea di principio non si esclude nemmeno un apparentamento con Alessandra Clemente, candidata indicata dal sindaco uscente de Magistris. Una sorta di replica del metodo Ruotolo che, all’inizio del 2020, ha consentito al giornalista di essere eletto senatore alle elezioni suppletive nel collegio del Vomero? «L’obiettivo è allargare il fronte anti-sovranista, dunque fare in modo che le forze progressiste e democratiche vadano alle urne unite – spiega Oddati – Il Pd è stato all’opposizione di de Magistris, quindi un accordo con Clemente è difficile. Però quanto più ampia, forte e coesa è una coalizione, tanto più facile è raggiungere e parlare con mondi diversi. Di tutto si deve discutere».
Di chiunque si tratti, il prossimo sindaco dovrà fare i conti con un Comune “strangolato” da un disavanzo di quasi due miliardi e 700 milioni e “sfregiato” da anni di abbandono. Ecco perché nel Pd si intensifica il confronto con quella che qualcuno ha già battezzato “legge speciale per Napoli”. «Le drammatiche condizioni in cui versa il Comune rischiano di pregiudicarne la governabilità – continua Oddati – Perciò serve un impegno straordinario da parte del Governo e delle Regioni a sostegno di tutte le grandi città, soprattutto in una fase in cui l’economia è messa in ginocchio dal Covid e occorre utilizzare sapientemente i miliardi del Recovery Fund».
Il prossimo sindaco, dunque, dovrà ricostruire il Comune dal punto di vista economico-finanziario, ma anche recuperare le periferie degradate, ricostruire i servizi pubblici essenziali e assicurare quella manutenzione che è mancata durante l’era de Magistris. «La sfida è ripristinare a Napoli le regole della convivenza civile perché per troppo tempo è stata alimentata la retorica della “città anarchica” e in grado di amministrarsi da sola», conclude Oddati il cui nome circola tra quelli dei possibili candidati alla guida di Palazzo San Giacomo: «No, non vorrei mai essere nei panni del successore di de Magistris».
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