Il commento
Il percorso in salita del Pnrr: proposte per combattere la burocrazia all’interno dei Comuni
Gli enti locali più vicini ai cittadini sono stati coinvolti solo alla fine del 2022 ma non mancano punti critici che ostacolano l’attuazione dei progetti. E anche nell’ambito ambientale emergono ulteriori criticità
L’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta una grande opportunità per i comuni italiani di fronteggiare gli effetti della pandemia e promuovere lo sviluppo economico e sociale. Tuttavia, diverse criticità stanno emergendo nel corso dell’attuazione, che richiedono un’attenta riflessione per garantire il successo di questo importante strumento. Uno dei principali problemi riscontrati riguarda la preparazione. Nonostante il PNRR sia stato concepito nel 2021, i comuni sono stati coinvolti solo alla fine del 2022, quando i bandi erano già stati pubblicati. Questo ritardo ha messo i comuni in una situazione difficile, con una carenza di personale dovuta ai pensionamenti e alla diffusione dello smart working. Sarebbe stato opportuno coinvolgere i comuni fin da subito nella predisposizione dei bandi, in modo da ascoltare le loro necessità e sfruttare appieno le risorse territoriali. L’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), tramite il presidente Antonio De Caro, ha sollevato più volte il problema delle parole che rimangono inascoltate quando si tratta di riforme. È fondamentale dare voce ai comuni e coinvolgerli attivamente nella definizione delle politiche e delle riforme necessarie per realizzare i progetti del PNRR. Tra i punti critici che ostacolano l’attuazione dei progetti del PNRR, spiccano le limitazioni nel piano assunzionale. Le possibilità di assunzione sono state limitate e attuate solo quando i progetti erano praticamente pronti. Le assunzioni sono previste solo a tempo determinato e con stipendi poco competitivi rispetto al settore privato. Questa situazione ha portato all’insuccesso di molti bandi e avvisi di selezione, con dimissioni presentate poco dopo l’assunzione da parte del personale, che ha preferito scelte più sicure e meglio retribuite. Invece di creare ulteriore precariato, sarebbe opportuno stabilizzare immediatamente questo personale, offrendo contratti a tempo indeterminato in deroga ai vincoli assunzionali e di bilancio.
Inoltre, alcune categorie di personale possono lavorare solo sul PNRR, limitando l’azione amministrativa dei comuni, che devono occuparsi non solo dell’attuazione del PNRR, ma anche delle loro normali attività, dei fondi europei, delle emergenze e di molti altri impegni. È necessario considerare l’impatto di queste limitazioni e garantire che i comuni abbiano le risorse umane e finanziarie adeguate per affrontare tutte le sfide.
Le riforme burocratiche rappresentano un altro ostacolo significativo. I comuni italiani vedono nella fase di redazione ed approvazione dei progetti l’ostacolo maggiore nell’iter di realizzazione delle opere finanziate dal PNRR. Le riforme attuate finora sono state ritenute timide e poco convincenti, lasciando ai comuni la responsabilità di affrontare procedure burocratiche complesse che rallentano notevolmente i tempi di realizzazione. Anche il codice degli appalti, nonostante le deroghe, presenta lacune che rendono difficile l’appalto delle attività di progettazione nelle fasi iniziali dei progetti a causa di incompatibilità normative. È necessario affrontare queste problematiche in modo deciso e garantire che le riforme burocratiche siano efficaci e semplifichino le procedure. Un’altra sfida che i comuni devono affrontare riguarda la contemporaneità degli appalti.
La forte domanda di materiali e forza lavoro, causata sia dal superbonus che dal PNRR, ha fatto aumentare i prezzi dei materiali e ha richiesto un adeguamento dei costi dei progetti. Questo ha comportato rallentamenti negli iter autorizzativi e di appalto. Inoltre, i comuni devono affrontare il problema di trovare spazi temporanei per scuole e asili durante i lavori di adeguamentosismico ed efficientamento energetico, in quanto non è possibile eseguire tali lavori contemporaneamente alle attività scolastiche. Questo aspetto non è stato adeguatamente considerato nel PNRR, generando ulteriori costi per i comuni e complessità nella ricerca di locali adeguati. Passando all’ambito ambientale, emergono ulteriori criticità. Il Sud Italia in particolare sta affrontando ritardi nell’organizzazione dei servizi pubblici essenziali, come acqua e rifiuti, per i quali il PNRR prevede finanziamenti solo per gli ambiti già regolamentati e affidati a un gestore unico. Questo ha escluso molte regioni, tra cui la Sicilia, da centinaia di milioni di euro di finanziamenti per il rifacimento delle reti idriche e la realizzazione di impianti di depurazione. Nell’ultima finestra di settembre 2022 solo Messina, in Sicilia, è riuscita ad avere finanziamenti per il rifacimento delle reti idriche mentre il resto dei fondi sono stati dirottati verso altre regioni meglio organizzate.
È fondamentale considerare i ritardi strutturali delle regioni del Sud e fornire loro i fondi necessari per realizzare infrastrutture pubbliche cruciali che garantiscano un servizio idrico ottimale. Sono numerosi gli ostacoli con cui devono confrontarsi i sindaci italiani nell’attuazione del PNRR ma nonostante tutto stanno facendo un lavoro lodevole. Come dichiarato dal presidente dell’ANCI, alla data del 31 maggio scorso i comuni hanno ricevuto il 91% delle risorse assegnate, dimostrando che i progetti sono solidi e superano tutte le verifiche.
Se vogliamo davvero aiutare i comuni, dobbiamo fornire loro risorse umane adeguate, facilitare le assunzioni a tempo indeterminato, promuovere riforme burocratiche concrete e coraggiose e riporre maggiore fiducia nei sindaci e nelle amministrazioni locali. È indispensabile ascoltare il territorio anziché creare ulteriori ostacoli che rallentano l’attuazione. Siamo davanti a una sfida epocale, il PNRR se usato bene può davvero rappresentare un momento di rilancio per la nostra economia, ma il governo dovrebbe mostrare maggiore attenzione e avere le idee più chiare, mentre ormai da settimane si rincorrono dichiarazioni deliranti di esponenti della maggioranza di governo.
C’è chi vuole ritrattare il PNRR, chi vorrebbe restituire i fondi, chi cambiare gli obiettivi. Qui c’è solo una cosa da fare: eliminare la burocrazia, dare gli strumenti idonei agli amministratori e alle imprese e viaggiare a ritmo serrato verso la realizzazione delle opere del PNRR. Questo governo dai mille slogan e proclami, almeno sul PNRR, che riguarda il futuro degli italiani, faccia sul serio e si mostri all’altezza. Come affermava Albert Einstein, «Chi dice che è impossibile, non dovrebbe disturbare chi ce la sta facendo!».
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