l'intervista
Il piano di Petitto per il turismo delle aree interne: “Brand Irpinia sia un vanto”

Livio Petitto, già Presidente del Consiglio Comunale di Avellino e attualmente nella Segreteria del vice ministro Mauri, ha annunciato la sua candidatura alle prossime elezioni regionali a sostegno del governatore uscente Vincenzo De Luca nelle file del Partito Democratico. Petitto fa del turismo delle aree interne il suo cavallo di battaglia.
Dunque, Petitto, il turismo come volano per le aree interne?
Assolutamente sì! Gli altri devono inventarsi le attrazioni, noi ne abbiamo tantissime, vanno solo valorizzate e inserite nei circuiti e nei mercati.
Ma più volte ci hanno provato altri politici, perché ora gli elettori dovrebbero credere in lei?
In effetti se guardiamo dietro poco o nulla è stato fatto per la valorizzazione del nostro patrimonio irpino. Quel po’ che è stato fatto è solo grazie all’iniziativa di privati e imprenditori che, troppo spesso, non hanno trovato nella politica un alleato e un aggregatore di iniziative. Chiedo di credere in me e in una idea nuova di fare politica e progettazione. Chiedo di costruire un modello di politica partecipata come accade in altri luoghi in cui i comitati, i gruppi di cittadini, i professionisti del settore turistico, promuovano le istanze del territorio. Ecco, dobbiamo costruire questo modello ricordando che il politico è al servizio dei cittadini. Oggi vediamo, purtroppo, politici sullo scranno che sono ricomparsi nella tornata elettorale. Dov’erano e cosa hanno fatto? Io c’ero, ci sono e ci sarò per la mia terra perché non appartengo a caste e classi agiate. Sono cresciuto tra la gente, vivendo le difficoltà e amando ogni angolo del mio territorio, anche per questo bisogna credere in me…. Poi, chi mi conosce, sa perfettamente quanto mi spendo per ogni singola esigenza.
Tanti milioni per il rilancio delle aree interne, sapremo cogliere l’opportunità?
Si, solo se sapremo fare squadra e sapremo coinvolgere i nostri giovani professionisti capaci di scrivere un progetto. Abbiamo figli di questa terra che dobbiamo riportare qui e farli sperare nelle loro radici. Dobbiamo chiedere aiuto ai dipartimenti universitari, promuovere borse di studio e uno sportello pubblico al servizio delle aziende del settore turistico. L’incubatore Sei è una best practice da promuovere e offrire al territorio attraverso un link con gli enti pubblici. Dobbiamo essere responsabili e accorti, capaci di intercettare le misure che possono riguardare le aree interne. C’è una certezza, una su tutte: le future disponibilità economiche saranno rivolte quasi esclusivamente a chi saprà riconvertirsi in “azienda green”; tutti coloro che investiranno nell’efficientamento energetico e vorranno valorizzare le eccellenze della terra avranno le porte spalancate ai fondi comunitari e interni. A Napoli, se gli elettori mi sceglieranno, lavorerò per una terra troppo bella, la mia!
Qualche punto a cui sta lavorando?
Tanti ma ben mirati. Abbiamo individuato professionisti che si occupano di turismo che per anni sono stati inascoltati. Abbiamo lasciato un settore strategico in mano a una politica poco attenta alle risorse umane competenti. Il turismo sostenibile è il punto di partenza. Siamo il polmone della Campania e questo è il nostro miglior bigliettino da visita. L’Irpinia va amata e rispettata non deturpata e selvaggiamente vissuta. Ci sono i circuiti tematici che vanno riconosciuti: il circuito dei castelli, dei siti religiosi, dei ristoranti gourmet. Abbiamo notato come Conza della Campania (Compsa) possa essere centro di interesse culturale per il tesoro naturalistico, orografico e storico. L’attuale sito romano è abbandonato e da sola l’amministrazione comunale non può fare miracoli. Ho avanzato l’idea di annettere questi luoghi al Parco regionale dei Monti Picentini per offrire maggiori tutele all’area. Gli stessi borghi confinanti hanno ricchezze straordinarie. Aquilonia antica è una bomboniera abbandonata. Il lago San Pietro non ha un punto ristoro eppure è ai piedi di uno dei borghi più belli d’Italia: Monteverde. A Lacedonia c’è un museo che con quelli di Carife, Aquilonia, Avellino, Paternopoli, Altavilla, Mercogliano, Montecalvo, Lauro, Forino, Ariano, Summonte e altri ancora, possono creare un percorso museale straordinario. Spesso questi siti sono chiusi, ci sono poche informazioni e non hanno un ente di riferimento. Bisogna far rete, creare uffici centrali che coordinino le attività e le visite e si occupino della comunicazione dei complessi culturali. A Gesualdo, ad esempio, può nascere un hub culturale sulle arti musicali. Ogni progetto prevede occupazione e un rilancio economico per le singole aree. Siamo ricchi di locande, agriturismi e alberghi e dobbiamo bloccare i turisti qui, non fermarci alla giornata fuori porta. Ai nostri albergatori dico che i soldi ci saranno, molti, ma dobbiamo strutturare progetti nuovi con soluzioni simili al nostro ambiente. È finita l’epoca della cementificazione selvaggia, è tempo di soluzioni ecosostenibili che si inseriscano bene nei nostri boschi. Abbiamo l’Altopiano di Verteglia, Laceno e le aree del Partenio da rivalorizzare e custodire gelosamente attraverso un piano di brand marketing che non guardi al turismo di massa ma di qualità. Il marchio IRPINIA deve essere un vanto, uno scrigno di tradizioni, saperi e sapori che vanno vissuti con amore. Ma turismo vuol dire anche grandi eventi come Castellarte, il Folk festival, il Laceno d’Oro, Canalarte e altri appuntamenti che vogliamo tornare a rivivere. La value proposition deve essere unica, altrimenti sprechiamo energie. Dobbiamo riscoprirci una comunità bella, ricca di storia e con un solo obiettivo. Dobbiamo abbandonare i campanilismi e guardare al futuro di questo patrimonio che rischia di scomparire. Abbiamo un’occasione da non perdere e tutto da costruire, insieme!
E il vino? Nessun punto?
Abbiamo tre DOCG e un consorzio dei vini mai supportato e valorizzato. Questa cosa è pazzesca! Dovevamo avere il più grande festival del vino d’Italia ma non riusciamo a fare squadra. Abbiamo la strada del vino che va inserita in un turismo multidisciplinare. Il corso di laurea in viticoltura ed enologia deve trovare nuovi spazi. Possiamo offrire all’Università Federico II altre infrastrutture, magari in Alta Irpinia, dove gli studenti e i docenti possano far rivivere i borghi. Se ci penso mi viene una rabbia e mi chiedo perché la politica non abbia dato sino ad oggi soluzioni concrete. Manca la progettazione, la voglia di costruire e la consapevolezza che non ci sarà un domani se i nostri giovani non hanno più opportunità locali.
Qualche soluzione per i giovani irpini e il turismo?
Una società che investe nella formazione è una società con un futuro proficuo! Le scuole, gli istituti di formazione, dovrebbero garantire un’ora di storia e costumi del nostro territorio. Il patrimonio irpino va raccontato e divulgato. Scusate se trasuda amore dalle mie proposte ma qui sono nato io e i miei figli. Ai giovani dico che insieme possiamo lavorare su una progettazione nuova. Fare turismo e offrire ricettività può portare occupazione, tanta. Parliamo insieme di promozione del territorio, di tematiche green, di alberghi diffusi, di ceramiche, di cicloturismo, di trekking, di fattorie didattiche, di filiere d’eccellenza. Abbiamo tutto quel che serve, dobbiamo solo togliere la ruggine e liberare il nostro potenziale.
Anche la tratta storica Avellino Rocchetta andrebbe rivalutata, non crede?
Quando penso alla linea Rocchetta Avellino penso al treno che attraversa l’oasi di Conza. Una fotografia unica al mondo. La Fondazione FS e la regione hanno avviato un processo turistico ma c’è da fare ancora molto. Le vecchie stazioni devono diventare hotspot di accoglienza e vetrine per i singoli borghi. Ci sono turisti che, purtroppo, arrivano in quei luoghi per fare pesca o birdwatching e vanno via senza aver consumato nei punti di ristoro locali. A volte perché mancano i siti ricettivi, altre volte perché non ci sono offerte turistiche promozionali. Vanno organizzati percorsi multidisciplinari: cibo – natura – storia – sviluppo. Permettetemi anche di ricordare l’importanza della Stazione di Avellino. Investire sulla mobilità ferroviaria significa opportunità per tutti.
A chi vorrebbe rivolgere un suo messaggio?
Indubbiamente a tutti coloro che non si sono arresi! Ai giovani che continuano a crederci nonostante le difficoltà. A tutti quei ristoratori che hanno avuto la forza di rialzare la serranda. Alle guide che amano questo luogo; agli albergatori che vorrebbero rilanciare la loro struttura o semplicemente riaprire; a chi ha un b&b o noleggia bici; ai professionisti del turismo inascoltati che attendono ancora pagamenti e hanno la rabbia dentro e l’amore per le proprie radici. A coloro che sognano un’Irpinia splendida in ogni angolazione. A chi, come me, vuole provarci per non permettere a nessuno di portarci via il nostro domani e il nostro Patrimonio Irpino.
In bocca al lupo.
Viva il lupo!
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