Non ne vuole sapere di lasciare l’Ucraina: il presidente Volodymyr Zelensky è il protagonista alla guida di un Paese sotto assedio. Dai suoi account social lancia continuamente appelli alla comunità internazionale e in particolare all’Occidente per intervenire a favore di Kiev contro l’invasione della Russia. Nonostante la sua tenacia sarebbe comunque pronto un piano per evacuarlo, metterlo in salvo, portarlo fuori dall’Ucraina. La Russia infatti avanza, i bombardamenti si fanno più feroci secondo l’intelligence britannica, non è chiaro quanto potrà tenere la Resistenza degli ucraini.

Che il piano sia praticamente pronto lo hanno scritto diversi media internazionali. Secondo giornali americani Washington starebbe mettendo a punto un piano per trasferire il Presidente ucraino all’estero, qualora la situazione dovesse precipitare e l’operazione militare di Vladimir Putin diventare effettivamente una conquista o un’occupazione. Il piano segreto prevederebbe il trasferimento con tutto il governo di Kiev. Zelensky avrebbe già rifiutato una volta il trasferimento: solo qualche giorno fa aveva smentito la propaganda di Mosca che lo aveva dato in fuga in Polonia.

Fonti definite concrete dal Sun hanno rivelato di un piano con forze speciali di diversi Paesi che sarebbe stato messo a punto in Lituania. 150 Navy Seals americani, 70 soldati dell’elite dell’intelligence britannica e le forze di Kiev si sarebbero riuniti in una remota base militare per mettere a punto l’azione militare per portare in salvo il presidente ucraino dopo che nei giorni scorsi si erano diffuse le voci di un commando russo incaricato di ucciderlo – commando ceceni o del gruppo di mercenari Wagner, già impegnati in altri scenari di guerra nel mondo. Zelensky sarebbe scampato almeno a tre operazioni di questo tipo.

Non solo il piano per la fuga: si studiano anche meccanismi per la creazione di un governo ucraino legittimo nell’ovest del Paese, o all’estero, in esilio, in Polonia o in Romania nel caso in cui Mosca dovesse imporre un suo governo fantoccio – le ipotesi che erano circolate nei giorni scorsi avevano riguardavano l’oligarca Viktor Medvedchuk, amico personale di Putin, impegnato nei settori media ed energetico, fuggito dopo l’invasione dai domiciliari a Kiev dov’era stato costretto con l’accusa di aver sostenuto le repubbliche separatiste filorusse e autoproclamate del Donbass; oppure l’altra opzione Viktor Yanukovich, l’ex presidente dell’Ucraina che represse nel sangue le proteste di Euromaidan e fuggì a Mosca nel 2014, sarebbe volato oggi in Bielorussia, dove si sta tenendo il terzo round dei negoziati.

Per il consigliere dello stesso presidente ucraino, Mykhailo Podoliak Zelensly è “uno spericolato, nel senso buono della parola. Sicuramente non lascerà Kiev. Non ha paura. Crede di dover stare nel mezzo di tutto, nel cuore del Paese”, ha detto in un’intervista rilasciata alla giornalista e scrittrice russa Yulia Latynina, citata dall’Ukrainska pravda. “Il Times ha riferito di due attacchi alla vita del presidente. Penso che in realtà ce ne siano stati molti di più, perché nei primi tre giorni c’era solo quello come obiettivo primario. Ma lo stato maggiore della Federazione Russa non ci è riuscito e ora non ha più senso”.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.