La macchina operativa e organizzativa messa in campo è imponente. D’altronde il funerale di un Papa, il Conclave e l’elezione del nuovo Pontefice richiedono misure straordinarie. Roma sarà chiamata a vivere uno dei momenti più delicati, e allo stesso tempo solenni, della sua storia recente: sarà il centro del mondo che ospiterà i leader della Terra e centinaia di migliaia di persone. Non a caso si stanno limando gli ultimi dettagli del piano sicurezza: si va dai bazooka anti-drone ai cecchini scelti sui tetti in zona San Pietro, passando per la no fly zone e un’enorme presenza di agenti specialmente nei varchi d’accesso. Francesco Paolo Tronca – già Prefetto di Milano e commissario straordinario per la gestione di Roma Capitale, oggi commissario straordinario del Pio Albergo Trivulzio – non ha dubbi: «La situazione verrà gestita nel migliore dei modi».

Roma si prepara a diventare il centro del mondo per l’ultimo saluto a Papa Francesco. Siamo pronti ad affrontare un evento di questa portata?
«Le istituzioni italiane, a partire dal ministero dell’Interno, sono assolutamente all’altezza di affrontare situazioni di questo tipo e anche quelle più complesse. Siamo assolutamente pronti. Ho sempre avuto questa contezza, e verrà confermata anche nei prossimi giorni».

Ci saranno sistemi anti-droni, intercettori e un dispiegamento massiccio delle forze dell’ordine. Come si mette a punto un dispositivo efficace e pronto a intervenire in caso di emergenza?
«Attraverso l’organo deputato a farlo: il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Il Prefetto dà le indicazioni e le direttive politiche-istituzionali (non partitiche, ovviamente) su come gestire l’ordine pubblico. Il Questore è l’autorità tecnica che metterà a terra tutti i sistemi, le strategie e gli strumenti più adatti per raggiungere gli obiettivi che sono stati fissati dal Prefetto e dal Comitato».

C’è un protocollo già collaudato o va rivisto ogni volta?
«Va rivisto ogni volta. Non c’è mai una situazione identica all’altra, sarebbe un errore basarsi sui precedenti. I precedenti costituiscono il bagaglio di esperienza, sicuramente indispensabile per gestire le situazioni, ma non bisogna adagiarsi: le valutazioni vanno sempre attualizzate e contestualizzate».

Roma è una città complicata dal punto di vista urbano. Il timore è che si blocchi completamente…
«Certo, è morfologicamente complessa. Però queste valutazioni di complessità, anche urbanistica, sono argomenti che trovano materia di analisi e di riflessione nel Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Ad esempio verrà valutata San Pietro, come presidiarla, come attenzionarla, come controllarla. Sicuramente la complessità di Roma è data dal fatto che ogni area è diversa dall’altra e ha un’individualità oggettiva: bisogna tenerne conto. Non rischia però di bloccarsi: è una città grande, sperimentata, abituata a vivere i grandi eventi. Ci vorranno un’attenzione altissima e una dedizione ai massimi livelli, ma mi sento di escludere che Roma possa risentire dei grandi eventi. È una città abituata a gestirli e a viverli. L’ho vissuta in momenti delicatissimi, ma Roma non si è mai fermata. E non si deve fermare: è la città che riesce a trasformare la complessità in rinnovati esempi di soluzioni».

Quali sono gli errori più comuni da evitare nella gestione di folle così imponenti in aree centrali e storiche come San Pietro?
«Non bisogna mai sottovalutare la situazione e la dimensione delle presenze, così come non si deve mai arginare in modo rigido le folle. Qualsiasi servizio deve avere un’elasticità di gestione adeguabile momento dopo momento, situazione dopo situazione».

Nel suo ruolo di Prefetto ha coordinato molte situazioni delicate: qual è la ricetta per tenere tutto sotto controllo?
«La lucidità e l’equilibrio di una gestione illuminata che sicuramente i responsabili dell’ordine e della sicurezza pubblica hanno. Hanno l’esperienza e la capacità richiesta. Bisogna avere un’esperienza tale da gestire anche situazioni estremamente complesse. Sono certo che a Roma la situazione verrà gestita nel migliore dei modi. Non è una sviolinata: la mia è una vera e propria convinzione».