Qualche imbarazzo ieri, il Guardasigilli, l’ha provato. Protagonista suo malgrado del Question time al Senato, Carlo Nordio si è trovato nella non invidiabile posizione dell’avvocato d’ufficio di un cliente scomodo, Andrea Delmastro. Per primo il leader di Italia Viva, e poi Anna Rossomando e Walter Verini per il Pd hanno interrogato il titolare di via Arenula sui fatti del veglione di Rosazza. E chiesto come non reputi indifferibili le dimissioni del sottosegretario Delmastro, che ha la delega alla Polizia Penitenziaria. Il corpo degli agenti carcerari, presenti con una folta delegazione, è al centro dell’oscura vicenda della festa finita con lo sparo della pistola di Emanuele Pozzolo. I misteri sono ancora tanti. Il tentativo di nascondere la polvere sotto al tappeto non funziona. Non può funzionare, dal momento che venti testimoni hanno visto, ciascuno dalla propria angolazione, la revolverata. Illustrando l’interrogazione, Renzi ha ricordato come nel discorso di Capodanno Mattarella avesse fatto « un passaggio sul rischio delle armi ». « Passano quattro ore – ha proseguito – e passiamo in un comune in provincia di Biella dove si svolge un veglione con il suo sottosegretario. Lì ci porta la scorta. Chi di noi si avvale del prezioso lavoro della polizia per la scorta, sa che questi uomini sono professionisti. Non lo accompagnano a cena, lo proteggono ».

« Poi arriva un deputato che tira fuori un’arma: ma niente battute perché c’erano dei bambini; e la pistola esplode un colpo. Delmastro però non c’era, non si sa se per buttare l’immondizia, ma ci va da solo, e la scorta rimane a gozzovigliare, a guardare l’arma. Non si capisce chi sia stato, e il sottosegretario non ravvede l’opportunità di rimettere la delega. evidentemente – ha aggiunto – abbiamo due concetti diversi di dignità ». Nordio ha provato a cavarsela con una scrollata di spalle. « Da Ministro non posso che inchinarmi al segreto istruttorio, le indagini sono aperte e non possiamo ancora trarre conclusioni ». Un po’ poco, per gli interroganti. Né serve a molto quella postilla che Nordio fa seguire al suo diniego generale : « Va da sé che, nel momento in cui un domani dovessero emergere da parte della magistratura delle ricostruzioni adeguate ed obiettive, sarei il primo a riferirle davanti a questo onorevole consesso ». Valuteremo, vedremo, riferiremo.

Dopo la risposta del Guardasigilli, il leader di Iv si è dichiarato « purtroppo insoddisfatto ». « Mi dispiace tirare in ballo un galantuomo come lei – ha detto – di fronte a queste scene di assoluta incapacità istituzionale che sono quelle del suo sottosegretario Delmastro e del suo compagno di partito Pozzolo ». Renzi ha quindi affermato di avere « il massimo rispetto » per il lavoro della magistratura di accertamento delle responsabilità penali nell’episodio: « ma questo non cambia di una virgola il giudizio politico nella utilizzazione della scorta da parte del sottosegretario e nella responsabilità atroce di portare armi in una sala piena di bambini ». Renzi ha ricordato di come lo stesso Nordio, già da magistrato, abbia usufruito della scorta: « lei – ha domandato – ha mai fatto 400 metri da solo di notte ? ». Nel racconto di Delmastro risulterebbe che mentre egli era fuori da solo « l’allegra combriccola della scorta non ci fosse uno per accompagnare il sottosegretario fuori. Vi rendete conto che è il mondo al contrario e ci prendete per scemi? » Poi la stoccata: « La notte di Capodanno avete toccato il fondo, ora cercate di rialzarvi ».

Dai banchi dei Dem si prova ad alzare di un’ottava il tono. « Il ministro Nordio continua ad essere omissivo sul sottosegretario Delmastro e in particolare sui rapporti ambigui tra lo stesso sottosegretario e settori della polizia penitenziaria. Avevamo chiesto chiarezza dopo il ferimento del Capodanno a Rosazza, invece il ministro ha glissato e continua a coprire un sottosegretario inadeguato, che ricordiamo aveva fornito carte a divulgazione limitata a un suo compagno di partito che erano poi state usate per colpire l’opposizione. Delmastro dovrebbe dimettersi, in alternativa il ministro Nordio e la presidente Meloni dovrebbero farlo dimettere e ritirargli le deleghe. Invece questa grave inerzia continua e la responsabilità politica è anche del ministro », hanno replicato i senatori Pd Rossomando e Verini al termine dei lavori.

Nella replica di Nordio anche una generosa concessione all’affetto che settori della Polizia Penitenziaria avrebbero manifestato a Delmastro. Una posizione contestata dagli addetti ai lavori del sindacato della Penitenziaria, che ha emesso un comunicato durissimo all’indirizzo di Delmastro, del quale richiedono le dimissioni. « Quanto è accaduto a Capodanno nella festa a Rosazza con la partecipazione del sottosegretario Delmastro, in attesa della ricostruzione dei fatti da parte della magistratura, suscita profondo risentimento. Altro che amore per il sottosegretario. La vicenda ha assunto aspetti che, per quanto ci riguarda, richiedono l’accertamento completo e trasparente dei fatti che coinvolgono personale penitenziario che il sottosegretario ha scelto per i servizi di scorta. Ma ciò richiede sicuramente dei tempi non definiti che non si conciliano con il ruolo istituzionale di Delmastro del quale chiediamo le immediate dimissioni in modo che abbia la possibilità di difendersi in piena libertà e per non coinvolgere il Corpo della polizia penitenziaria ».

Le parole di Aldo Di Giacomo, vice segretario generale dell’Organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria (Osapp), suonano perentorie. E l’inaspettata presa di posizione del sindacato degli agenti piomba come goccia che fa traboccare il vaso a Palazzo Chigi. In serata Giorgia Meloni sbotta, via Twitter: « Agli attacchi gratuiti e alle polemiche strumentali di certa opposizione, questo governo continua a rispondere con fatti e risultati ». E che risultati, ad allargare il campo: BBC, Reuters, CNN ed altri hanno tenuto alta la notizia di Pozzolo e Delmastro, mandata in onda tra le più importanti della settimana nel mondo.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.