Il messaggio social
Il post shock, poi cancellato, di Donatella Di Cesare sulla brigatista Balzerani: “La tua rivoluzione è stata anche la mia”
La morte di Barbara Balzerani, ex brigatista, ha lasciato dietro di sé alcune polemiche. Diversi sono stati i commenti sulla terrorista e poi scrittrice, ma a scatenare particolari discussioni è statò un post controverso da parte di Donatella Di Cesare, professoressa di Filosofia e volto noto di alcuni talk show televisivi.
Il post di Donatella Di Cesare su Balzerani
Poco dopo la notizia della morte di Barbara Balzerani, Di Cesare su X ha postato una foto della donna, con la scritta: “La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee. Con malinconia un addio alla compagna Luna”. Un omaggio, quindi, alla brigatista venuta a mancare. Il post, tuttavia, dopo pochi minuti dalla sua pubblicazione, è stato cancellato dall’autrice.
Le reazioni della politica
A schierarsi contro la professoressa Di Cesare, oltre a diversi commentatori sui social, anche il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Tommaso Foti: “Destano stupore le parole pubblicate sui social, e poi cancellate, dalla saggista e docente dell’università La Sapienza Di Roma, Donatella Di Cesare, con cui ha ricordato la brigatista rossa mai pentita, Barbara Balzerani. È necessaria una profonda riflessione sulla pericolosità di dare risonanza, nelle università e nelle televisioni, a nostalgici di un tempo oscuro, in cui si affermavano le idee malsane e rivoluzionarie a colpi di mitra, con le bombe e coi sequestri di persona finiti in tragedia. Tutta la politica, oltre ai vertici de La Sapienza, prenda le dovute distanze dai nostalgici dell’odio e del terrorismo”.
Chi era Barbara Balzerani
Barbara Balzerani nel 1975 aderì alle Br: non si pentì né si dissociò mai, ma dichiarò un profondo rammarico “per quanti furono colpiti” dai terroristi. Partecipò al sequestro di Aldo Moro occupando, insieme al compagno di allora Mario Moretti, la base operativa di via Gradoli. Balzerani prese parte a numerosi omicidi orditi delle Brigate Rosse, compreso quello di Girolamo Minervini, e all’agguato di via Fani. Nel 1981 partecipò al sequestro del generale della Nato James Lee Dozier. La donna fu tra gli ultimi brigatisti a essere arrestati: fu catturata il 19 giugno 1985, assieme a Gianni Pelosi. Per questo venne soprannominata la “primula rossa”. Pur non pentendosi della sua militanza estremista, nel 1993 dichiarò di provare rammarico per i tanti che furono colpiti dal terrorismo e nel 2003 criticò l’attività delle cosiddette Nuove Br. Nel 2006 le fu stata concessa la libertà condizionale. Tornò libera, dopo aver scontato la pena, nel 2011.
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