Il potere della voce per il personal branding: ecco i 5 motivi per cui ClubHouse è un’occasione per promuoversi genuinamente

La voce ha un potere che nessuna foto o video può avere: è unica per ogni persona, è riconoscibile e crea una connessione intima con l’ascoltatore che è difficile replicare con altri canali di comunicazione.  Da questi elementi che negli ultimi anni sono fioriti i branded podcast, nuove modalità per le aziende di entrare in contatto con il loro pubblico, renderlo più vicino e informarlo sulle tematiche a loro care. Ed è dal funzionamento delle performance del branded podcast che arriva la viralità di ClubHouse, il nuovo social network super quotato che porta ogni giorno i 2milioni di utenti attuali ad utilizzarla, che ogni giorno si connettono per parlare di lavoro, sport, benessere ma anche semplicemente per conoscersi e raccontarsi.

Francesco Tassi, CEO di VOIS, azienda che permette a brand come MINI, Novartis e Yamaha di costruire branded podcast, ha stilato i 5 motivi per cui ClubHouse è diventata virale, quelli che sono i 5 pilastri propriamente del branded podcast e che ha potuto ritrovare durante la sua esperienza di utilizzo dell’app. “Nei primi giorni in ClubHouse ho trovato diverse analogie tra i branded podcast e ciò che viene detto nelle room: si crea una reale connessione tra le singole persone e si attivano dei canali che aiutano anche il personal branding dei professionisti. Elementi che ritrovo nel mio lavoro, quelli che chiamo i 5 pilastri per un branded podcast efficace” spiega Tassi.

I PILASTRI DEL BRANDED PODCAST – Il primo pilastro è la connessione che crea la voce che permette di dare fiducia, autenticità e intimità alla conversazione con l’ascoltatore.

Il secondo pilastro è il tempo dedicato all’ascolto: se nei branded podcast il tempo medio di ascolto è di 23 minuti, su ClubHouse la conversazione è a più voci e diventa difficile staccarsi se la conversazione è particolarmente interessante.

Il terzo pilastro è l’ascolto quando e dove si vuole: come un podcast si può ascoltare nel tragitto casa-lavoro, in metro o anche a casa, magari quando ci si sta prendendo del tempo per rilassarsi, anche ClubHouse può essere utilizzato in qualunque momento, in qualunque luogo, ci sarà sempre qualche room da ascoltare.

In quarto pilastro è l’engagement: se nei podcast il 61% degli ascoltatori riproduce interamente la durata dell’episodio, su ClubHouse l’engagement è ancora maggiore perché entra in gioco il fattore FOMO ovvero la paura di perdersi delle conversazioni che ci interessano perché non potremo riascoltare in altre occasioni.

Il quinto pilastro è la teoria MAYA ovvero “most advanced yet acceptable” che significa creare qualcosa di innovativo ma allo stesso comprensibile, qualcosa che abbia uno o più elementi in cui le persone si possono ritrovare e che possono capire e ClubHouse ad oggi rispecchia proprio questo elemento.

PERSONAL BRANDING SU CLUBHOUSE – Se si sta pensando a come utilizzare la propria voce per fare personal branding, ClubHouse può essere un’opzione sicuramente alternativa ma vigono le stesse regole che si utilizzano per fare branded podcast al fine di renderlo efficace. Non essendo possibile fare grandi strategie di personal branding come si può fare in altre piattaforme, si può prendere la parola nel momento in cui si ha qualcosa di valore da aggiungere alla conversazione, qualcosa che possa in qualche modo impreziosire e alzare il livello dei contenuti che vengono veicolati nella stanza. In caso contrario, si può semplicemente ascoltare. Le persone sono parte di un network, ecco perché è importante selezionare le persone che si vogliono seguire al fine di poter avere un feed delle stanze che sia in linea con i propri interessi e le proprie competenze: saranno quelle le occasioni di dare il proprio contributo e farsi conoscere in modo genuino, attraverso la fiducia che solo la voce può dare.