Arresti domiciliari per il prefetto di Cosenza Paola Galeone. E’ quanto deciso dal Gip del Tribunale della città calabrese che ha accolto la richiesta avanzata dalla Procura locale che contestata al prefetto il reato di “induzione indebita a dare o promettere utilità”.

Il provvedimento arriva al termine delle indagini lampo condotte dalla Squadra Mobile di Cosenza, partite dopo la denuncia della titolare di una scuola di inglese alla quale Galeone aveva proposto di emettere una fattura fittizia per 1220 con l’obiettivo di intascare la parte del fondo di rappresentanza accordato ai singoli prefetti che era rimasta disponibile alla fine dell’anno.

Il prefetto si trova ora nella sua casa di Taranto. I fatti risalgono al periodo natalizio compreso tra il 23 e il 28 dicembre. Al centro dell’indagine una presunta mazzetta di 700 euro che l’alto dirigente del ministero dell’Interno avrebbe chiesto all’imprenditrice Cinzia Falcone per recuperare il residuo di un fondo di spese di rappresentanza della Prefettura. 

Quest’ultima ha denunciato tutto in Questura, presentandosi successivamente all’appuntamento con il Prefetto, concordato in un bar di Cosenza, con delle finte banconote in una busta e un microfono addosso. L’incontro è stato ripreso dalle telecamere degli investigatori che si sono poi palesati all’uscita dal bar della Galeone. 

A seguito dell’episodio la Procura di Cosenza ha allargato l’inchiesta per verificare altri documenti relativi ai rimborsi spese che riguardano gli uffici profetizzi.

 

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