Quando ci avviciniamo a riformare in modo serio il mondo della giustizia accade qualcosa che manda tutto all’aria. Che sia un caso oppure no, non sappiamo. E forse neanche importa ai fini del nostro ragionamento.
Ma sta succedendo anche adesso. E proprio quando sembrava che questo Governo avesse le carte in regola per provarci – a cominciare da un galantuomo come Ministro – improvvisamente tutto sembra bloccato.

Prima dei casi Santanchè, La Russa, Del Mastro la partita sembrava avviata nella direzione giusta.
Ma tra quando il Governo ha approvato la riforma in Consiglio dei Ministri e quando la trasmetterà al Parlamento l’esecutivo si è frantumato. Mantovano contro Nordio sul concorso esterno in uno scontro tra i magistrati che siedono al tavolo più importante di Palazzo Chigi. La Lega contro Fratelli d’Italia: Salvini fiuta l’occasione di recuperare la china nei sondaggi e vede in difficoltà l’alleato senior. Per questo gli ex padani attaccano gli ex missini sapendo che entrambi hanno un passato non propriamente garantista. Ma se la partita Lega contro Fratelli d’Italia ci sta, la vera sorpresa è Forza Italia contro… Forza Italia. Eh già perché la timidezza di Tajani sui temi della giustizia non nasce solo dal suo carattere accomodante: nasce soprattutto dalla paura di disturbare il manovratore, cioè la Premier, paura che dalle parti di Forza Italia è diventata ormai la bussola per qualsiasi decisione politica.

Vado controcorrente: per me la riforma serve oggi più che mai. Non mi interessa discutere di singoli temi, pur importanti. L’abuso d’ufficio, la carcerazione preventiva, le intercettazioni, il traffico di influenza, la tipizzazione del concorso esterno. Tutte scelte rilevanti, per carità, ma secondarie rispetto al vero problema. Che è uno soltanto: garantire un giudice imparziale ai cittadini e non premiare chi sbaglia per incapacità o per ideologia.

La vera separazione delle carriere che serve non è tra Pm e giudici ma tra giudici bravi e giudici incapaci.
Questo serve e per questo noi del Riformista lottiamo.
Lo facciamo anche a costo di sacrifici personali. Ieri ho ricevuto l’ennesima condanna alle spese da parte della solita giudice NoVax e No WiFi: la dottoressa Zanda, casualmente di Firenze. Diffamato sui media e insultato in tribunale da una dottoressa che parla di sieri, campi elettromagnetici, complotti internazionali con la credibilità di chi per prima non rispetta le leggi decidendo di considerare il greenpass eversivo e il tampone “una tortura”.
Condannato da una giudice che non rispetta le leggi. Non è magnifico?
Se pensano di fermarmi così significa che non mi conoscono.
Chi non ha paura sa che questo è il prezzo della libertà.
E alla libertà io non rinuncerò mai.

Matteo Renzi

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