Il principe William si dice “profondamente inquieto per il terribile costo umano del conflitto in Medio Oriente” e auspica “un cessate il fuoco al più presto possibile” nella Striscia di Gaza. Parole che pesano quelle del principe del Galles, erede al trono britannico, che in giornata ha visitato la British Red Cross a Londra. Croce Rossa che dall’inizio del conflitto sta fornendo aiuti umanitari nella regione attraverso il Movimento della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa, tra cui Magen David Adom in Israele e la Società della Mezzaluna Rossa Palestinese. Parole che sorprendono non poco perché è raro che i membri della famiglia reale facciano commenti pubblici su questioni controverse come la guerra in atto.

Per il primogenito di Carlo “troppe persone sono state uccise finora“, parlando poi della “disperata necessità di aumentare l’aiuto umanitario” alla popolazione civile palestinese della Striscia, come pure di ottenere “il rilascio degli ostaggi” israeliani. L’intervento di William, che non ha mancato di ribadire la condanna per “il terribile attacco terroristico di Hamas” contro Israele del 7 ottobre, arriva in un momento delicato per la famiglia reale britannica, con il re Carlo III alle prese con un cancro e la moglie di William, la principessa Kate Middleton, in convalescenza dopo il delicato intervenuto subito all’addome nelle scorse settimane.

William nei prossimi giorni incontrerà gli enti di beneficenza del Regno Unito che forniscono sostegno umanitario nella regione e verrà informato sulle condizioni affrontate da coloro che lavorano sul campo. Allo stesso tempo, parteciperà anche a un colloquio in una sinagoga con molti giovani per approfondire l’aumento dell’antisemitismo in tutto il mondo. “A volte è solo di fronte alla vastità della sofferenza umana che si capisce l’importanza di una pace permanente – ha detto ancora – Anche nell’ora più buia non dobbiamo soccombere alla disperazione”.

Intanto proseguono le trattative sia per il rilascio degli ostaggi sia per evitare l’assedio dell’esercito israeliano a Rafah, dove sono rifugiati quasi 1,5 milioni di palestinesi. Tutti i membri dell’Ue tranne l’Ungheria hanno chiesto una “pausa umanitaria immediata”, esortando Israele a non invadere Rafah mentre la situazione umanitaria nella Striscia continua a peggiorare, come hanno denunciato le Nazioni Unite, avvertendo che la scarsità di cibo e di acqua potabile ha innescato un forte aumento della malnutrizione e potrebbe portare a una “esplosione” di morti infantili.

Nelle scorse ore il capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, è arrivato al Cairo, in Egitto, per colloqui con funzionari egiziani, giorni dopo che i mediatori hanno affermato che le prospettive per una nuova tregua con Israele si sono affievolite. La delegazione – spiega una nota – affronterà “gli sforzi per fermare l’aggressione, fornire sollievo ai cittadini e raggiungere gli obiettivi del nostro popolo palestinese”.

 

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