Il podcast del direttore
Il problema di Giorgia Meloni nel grande puzzle delle nomine europee: a mancare è il pezzo dei conservatori
Quest’oggi, tutti i titoli dei giornali sono dedicati alla notizia dell’accordo raggiunto sulle prime nomine top dell’Europa, quella di presidente della commissione, carica per la quale viene confermata Ursula von der Leyen, quella di presidente del consiglio UE per la quale viene designato Antonio Costa e quella dell’alta rappresentante per la politica estera e della sicurezza per la quale l’indicazione è quella di Kaja Kallas, premier estone. Tre nomi legati alle principali famiglie politiche europee, popolare la von der Leyen, socialista Antonio Costa, liberale la Kallas.
Le prime nomine sono state fatte appunto da un’intesa tra i negoziatori delle principali forze politiche europee, le tre famiglie. La quarta, per consistenza, per rilievo politico, quella dei conservatori, è rimasta fuori. A capo di questa quarta famiglia c’è Giorgia Meloni, che è anche presidente del Consiglio di uno dei paesi fondatori. E c’è quindi un problema di governance dell’Europa, che non può procedere tenendo fuori un paese come l’Italia, e allo stesso tempo un problema per la premier, che non può rimanere fuori dal giro delle nomine che contano sia in quanto capo del Partito Europeo dei Conservatori, sia in quanto massima rappresentante italiana.
E non è un problema da poco. L’Europa lo sa e infatti, tra von der Leyen e Meloni il rapporto, che non si è mai spezzato, continua a svilupparsi per trovare rimedio a questa difficoltà. E quindi, detto che la governance europea riparte da un patto tra le tre famiglie, ci si interroga sul come tenere nel giro che conta l’Italia, per garantire anche un rafforzamento di questa maggioranza. Perché attenzione, la maggioranza con dentro solamente popolari, socialisti e liberali potrebbe non tenere nel momento in cui le nomine andranno ratificate in Parlamento.
Il gioco di incastri
È un gioco di incastri complicato a cui si sta lavorando. La von der Leyen sembra resistere alle offerte che provengono da un’altra famiglia politica europea, quella dei Verdi, che vorrebbero entrare in maggioranza, e allo stesso tempo sembra preferire un rapporto con i conservatori. La premier, peraltro, deve fare anche i conti, all’interno della sua famiglia, con forze estreme che vorrebbero restare all’opposizione, una serie di eventi che potrebbe portare anche alla spaccatura del gruppo europeo dei conservatori. Siamo agli inizi di questo complicato puzzle, di cui i giornali dicono che sia grande esperto Antonio Costa. L’immagine funziona.
Tratto dal podcast RifoNews di mercoledì 26 giugno
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