Politica
Il processo mediatico svilisce il nostro sistema giudiziario
Abbiamo assistito nel corso degli anni ad una serie di vicende abnormi che hanno determinato un progressivo deterioramento del rapporto di necessaria fiducia e di corretta collaborazione fra istituzioni, determinate dal clamoroso risvolto mediatico dato ad alcune di esse, terminate spesso in clamorose bolle di sapone, dissolte nel nulla, ma con conseguenze disastrose soprattutto per la classe politica, nei cui confronti l’opinione pubblica ha assunto posizioni di aperta contrarietà, talvolta culminate con dileggio pubblico.
Ricordo l’incriminazione di Romano Prodi per l’invenzione della loggia San Marino, l’inchiesta Why not, ma nel corso degli anni non si è mai interrotta la sequela di clamorose indagini risolte poi con proscioglimenti e assoluzioni sino ai giorni nostri, con grande clamore mediatico che ha come obiettivo il dileggio di questo o quel personaggio, sino all’ultimo proscioglimento di Antonio Bassolino, 19 volte coinvolto in vicende giudiziali e 19 volte prosciolto o assolto.
E anche qui va fatta un’osservazione o meglio una presa d’atto : alle assoluzioni o proscioglimenti vengono dedicate sui giornali poche righe in trafiletti che neppure richiamano minimamente l’attenzione del lettore o passano sotto silenzio.
In tutto questo si è innestato un progressivo deterioramento di un principio costituzionale che era uno dei cardini del nostro sistema giuridico, considerato fino a qualche tempo fa, e a ragione, uno dei migliori del mondo.
Parlo del principio di non colpevolezza sino alla sentenza definitiva, principio è stato nel corso degli anni svillaneggiato fino a fargli raggiungere il segno opposto: quando un personaggio, tanto più se di tratta di un politico, riceve un semplice avviso di garanzia, che è a favore dell’interessato e non del sistema, atto dovuto per legge, il clamore mediatico che ne consegue induce a ritenere che l’interessato sia comunque colpevole, sino a far dire a taluno che “se è stato coinvolto, qualcosa a suo carico ci sarà sicuramente”.
Altrettanto clamore non suscitano le sentenze di proscioglimento e assoluzione o comunque quei provvedimenti che – con i principi enunciati – chiariscono inequivocabilmente la natura di organi, atti e enti che condurrebbero immediatamente a far cadere la configurabilità di ipotesi delittuose.
E’ accaduto anche di recente.
Ebbene, da molti lustri vado ripetendo che è necessario avere fiducia nella magistratura, perché in caso contrario per chi come me svolge la professione di avvocato, sarebbe meglio giocare al Superenalotto piuttosto che entrare in un’aula giudiziaria.
Tuttavia, è sicuramente arrivato il momento di impegnarci tutti insieme per fare in modo che si riaffermino i principi costituzionali perno del nostro sistema giudiziario da troppo tempo svilito impunemente, ridando fiducia diffusa nei confronti dell’intero sistema politico e giudiziario.
*Vicepresidente senatori Italia Viva
© Riproduzione riservata