La Napoli mostrata da Alberto Angela nello speciale andato in onda la notte di Natale sembra già un ricordo. La cronaca di questi giorni ha rotto l’incantesimo di tutta la bellezza storica e monumentale che ha sfilato l’altra sera in tv per sbattere in faccia a tutti i veri problemi della città, che restano quelli di sempre. A tirare un primo bilancio ci ha pensato ieri il questore Alessandro Giuliano, che nella tradizionale conferenza stampa di fine anno è tornato a ribadire quello che da anni ci sentiamo dire da istituzioni e forze dell’ordine. «Il più grande problema di Napoli è la camorra». Eh già.

E a questo si aggiungono tutti i reati predatori e violenti figli del degrado, dell’assenza dello Stato in molti quartieri, della povertà economica ed educativa. Ogni anno, a conclusione dell’anno, si traccia un bilancio con i soliti risultati. Quest’anno a rendere tutto più deludente c’è anche il furto dell’albero di Natale nella sede del Consiglio comunale (il secondo nel giro di pochi giorni) e ci sono tutte le criticità legate alla pandemia, dalle irregolarità dei furbetti del Green pass alle inefficienze che hanno fatto andare in tilt il sistema del tracciamento sanitario, e alle difficoltà nella rete dei controlli per il rispetto delle misure antiCovid. Il 2021, dunque, si chiude così.

«Al di là dei reati che vengono percepiti il problema più grande di questo territorio è la camorra», ha sottolineato più volte il questore. «A volte – ha aggiunto – la camorra si manifesta in modo non percepibile nella strada ma entrando nella pubblica amministrazione, nelle imprese compiacenti, avvalendosi di professionisti, ed è il maggiore vulnus. E a volte la camorra viene sottoposta ad una narrazione quasi folcloristica, pericolosa perché sottace la sua organizzazione internazionale che non va minimizzata».

 

È un bilancio con risultati poco soddisfacenti quello che si traccia a conclusione di questo 2021 sotto il profilo della sicurezza, del controllo e della gestione della città. L’aumento dei reati, rispetto allo scorso anno, è di circa l’8%, «prevedibile» visto che nel 2020 il lockdown aveva impedito per diverso tempo di stare in strada. Ma c’è una tipologia di reato che più di tutti risulta aumentata ed è quella legata alle violenze sessuali, alle violenze domestiche, alle violenze sulle fasce deboli. Il questore ha provato a dare al fenomeno anche una lettura laterale: «Questo – ha affermato – non deve essere salutato come un elemento negativo ma al contrario, perché vuol dire che le vittime stanno avendo maggiore fiducia nelle istituzioni e denunciano di più rispetto al passato».

Secondo il report del 2021 sono state 193 le violenze sessuali, il 29,53% in più rispetto allo scorso anno. Ben 91 i Daspo scattati per i casi di violenza domestica. «A volte questi reati non vengono nemmeno percepiti come tali, ecco perchè andiamo nelle scuole, ne parliamo, proviamo ad oltrepassare le barriere culturali», ha spiegato il questore ponendo l’accento sulla componente culturale che si unisce a quella delinquenziale. Non si può tuttavia nascondere che questo tipo di violenza sia un’emergenza. Ma il grande fardello della città resta quello legato alla delinquenza diffusa e alle troppe inefficienze a più livelli nella gestione della città. In alcune aree c’è l’assenza pressoché totale di telecamere di videosorveglianza. «I cittadini giustamente si aspettano il nostro impegno ma noi chiediamo di denunciare tutto e di non accettare alcuna illegalità», ha detto il questore auspicando la collaborazione della cittadinanza. Quanto ai dati sui vari reati, nel 2021 si è registrato un aumento dei furti (+14,68%, 55.872 reati), un aumento delle lesioni dolose (+6,99%), un calo delle rapine (-6,09%) e un calo anche dei reati relativi agli stupefacenti (-8,54). Tanti, 73, i provvedimenti Daspo.

Desta clamore il furto dell’albero di Natale all’interno della sede del Consiglio comunale. L’albero è stato poi trovato ai Quartieri Spagnoli incendiato, ed era la seconda volta in pochi giorni che veniva rubato. «È un problema del Consiglio comunale, anzi di più, delle istituzioni della nostra città» ha affermato Catello Maresca, magistrato e consigliere comunale di opposizione. «Questi episodi – ha aggiunto – ci fanno comprendere che esiste un problema delinquenza. E dobbiamo prendere atto che noi non siamo in grado di difenderci in casa nostra. Se fosse accaduto in Questura, Prefettura o in Consiglio regionale – si è chiesto facendo riferimento al furto dell’albero di Natale – altro che lanciafiamme si sarebbero evocati e richiesti. Non possiamo rimanere silenziosi.

Il primo deve essere il sindaco a richiedere un’attenzione particolare: non so da dove si debbano prendere agenti di polizia municipale, ma se da domani non vedrò un presidio davanti il palazzo di via Verdi non parteciperò alle sedute delle commissioni consiliari. Il problema si deve risolvere oggi, perché il messaggio che passa è che per la seconda volta è stato violato un palazzo delle istituzioni. Come dice un vecchio detto napoletano “Aropp arrubbat se metten e port e fierre”».

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Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).