Il consulente del ministero della Salute
Il ritorno di Walter Ricciardi: “I vaccini da soli non bastano per ristabilire la normalità”

Walter Ricciardi non si faceva sentire da un po’. Da quando il consulente del ministero della Salute e ordinario di Igiene e Medicina preventiva all’Università Cattolica di Roma aveva chiesto un lockdown per prevenire la terza ondata e si era attirato una valanga di critiche. In primis quella del segretario della Lega Matteo Salvini. Un silenzio piuttosto lungo, dal 14 febbraio, forse il segno di un nuovo corso, dettato dal governo Draghi, più prudente nelle dichiarazioni, per molti allarmistiche, sulla pandemia.
Ricciardi è tornato a parlare, dunque. E ha detto che l’Italia ormai è nella terza ondata, per alcuni una seconda ondata che non è mai finita. E che i vaccini da soli non bastano. “Dobbiamo assolutamente vaccinare quanto prima possibile e quanto più possibile, ma dobbiamo anche capire che il vaccino di massa non sarà l’arma di liberazione che ci garantirà il ritorno alla normalità. L’unica cosa che ce la garantirà è la combinazione di più armi”, ha detto Ricciardi all’evento online del Gruppo Caltagirone Editore Obbligati a crescere. Vaccino, come ricominciare.
Il consulente ha assicurato che “non ci saranno problemi di dosi di vaccino nel corso dell’anno, quindi ci sarà la possibilità di vaccinare milioni di persone, ma purtroppo questo è un virus estremamente contagioso, per cui una possibile immunità di massa si può raggiungere solo quando la quasi totalità della gente sarà vaccinata. E ciò è estremamente difficile da raggiungere. Nel caso del coronavirus ci sono due ordini di problemi, il primo è che il vaccino probabilmente non ha un’immunità duratura e permanente, ma di pochi mesi e il secondo non riusciremo a vaccinare il 95% della popolazione. Ciò ci induce a capire che dobbiamo fare più cose insieme, la vaccinazione sicuramente ma anche altre cose, perché non sarà soltanto la vaccinazione di massa che ci consentirà di tornare alla normalità”.
Ricciardi ha anche osservato che “con cose fatte al tempo giusto saremmo alla normalità: potremmo andare al ristorante, al bar, probabilmente potevamo andare al cinema. Affollare in maniera razionale gli stadi. Se le cose si fanno al tempo giusto oggi, io lo sto dicendo da ottobre, saremmo in condizioni normali. Questo sarebbe successo se nelle varie fasi dei miei avvertimenti questi fossero stati recepiti. Poi adesso tutti quanti etichettano questo come lockdown ma è una strategia no-Covid, significa salvare le vite”.
Le parole dell’esperto poche ore prima della notizia del giorno: la sospensione di un lotto di dosi AstraZeneca che avrebbero causato degli effetti collaterali gravi in diverse persone. Nessuna correlazione è stata ancora dimostrata comunque con le morti del militare Stefano Paternò e del poliziotto Davide Villa. Approvato intanto dall’Agenzia Europea del Farmaco (Ema) Johnson&Johnson, del quale va somministrata una sola dose. Domani la riunione di Comitato Tecnico Scientifico e di Aida. Attese in Europa 200 milioni di dose nel 2021, 26 in Italia. L’Ue ha ordinato altre dosi di Pfizer.
All’11 marzo 2021 in Italia sono state somministrate 6.005.183 dosi per un totale di 1.803.693 vaccinati. In via di definizione il Piano Vaccinale che prevede il criterio delle fasce d’età, con alcune correzioni, e quindi con priorità agli over 80, a categorie professionali come personale scolastico e forze dell’ordine, e quindi cinque categorie per età e patologie: persone elevata fragilità (estremamente vulnerabili; disabilità grave); persone tra 70 e 79 anni; persone tra i 60 e i 69 anni; persone con comorbidità sotto i 60 anni, senza la gravità riportata per le persone estremamente vulnerabili; persone sotto i 60 anni.
Il bollettino del ministero della Salute ha fatto registrare oggi 25.673 positivi ai test su 372.217 tamponi, 373 i morti, rapporto al 6,9%, 266 i nuovi ingressi in terapia intensiva con un saldo con le uscite di 32 positivi in più. In rianimazione 2.859 persone, 23.247 nei reparti ordinari.
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