La proposta
Il robot purificatore, Cristiano Huscher spiega la best practice per riaprire scuole e luoghi pubblici
Gestire la “fase 2” del Coronavirus è la grande scommessa ancora tutta da vincere. Non è impossibile, ma neppure scontato che tutto avverà come per magia, senza rischi o errori, errori facili da commettere, come sa bene il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che ieri ha tuonato contro frotte di milanesi che in barba al buon senso, affollavano la passeggiata dei Navigli all’ora dell’aperitivo, senza mascherine e violando ogni distanziamento sociale. “Ci sono i momenti in cui c’è da incazzarsi e questo è uno di quei momenti: le immagini di ieri lungo i Navigli sono vergognose, …non è un penultimatum, è un ultimatum: o le cose cambiano oggi o chiudo… siamo in una profondissima crisi socio economica. Milano ha bisogno di tornare a lavorare, a lavorare”. A lavorare, ha ripetuto e sottolineato il Sindaco alzando la voce.
E il punto è proprio questo: il paese, non solo Milano, ha bisogno di ripartire, di rimettere in moto i luoghi di lavoro, la produzione e per far questo occorre prima di tutto responsabilità e prudenza da parte dei cittadini, ma può essere davvero utile anche adottare e sviluppare qualche buona pratica che aiuti ad alzare il livello di sicurezza dei luoghi pubblici e delle strutture aperte al servizio dei cittadini, primi fra tutti i luoghi di cura. Noi de “Il Riformista” siamo andati a vedere come alcuni ospedali stiano sviluppando nuove soluzioni per alzare i livelli di sicurezza nella lotta al Coronavirus.
Nel Policlinico di Abano il Presidente, il dott. Nicola Petruzzi ha scelto di affidarsi all’intelligenza artificiale per diagnosticare l’eventuale presenza polmonare del virus e ad un robot in grado, grazie all’uso dei raggi ultravioletti, di sterilizzare, a prova di virus, batteri e funghi, ogni superficie e ogni ambiente, inclusa l’aria. E’ una macchina prodotta in diversi paesi, primi fra tutti Danimarca e Stati Uniti, il costo si aggira intorno ai 120 mila euro, ma è in grado di sostituire h24 il lavoro di molte persone.
Inoltre non escludiamo che gli italiani, che hanno già dato prova di grande generosità nel donare denaro e strumenti utili a fronteggiare la pandemia, sapranno sorprenderci anche con nuove donazioni per accelerare la ripresa.
A spiegarci come funziona il robot è Cristiano Huscher, Direttore della Chirurgia Oncologica e Robotica del Policlinico di Abano, ma nella nostra intervista il Prof. Huscher ci tiene soprattutto a sottolineare come un tale presidio sanitario sia utilizzabile, non solo negli ospedali, ma in ogni struttura e luogo pubblico.
Il robot sterilizzatore può risolvere i problemi di sanificazione ovunque: nei supermercati, nelle banche, negli uffici postali e soprattutto nei luoghi destinati ai più piccoli: nidi, asili e scuole.
L’utilizzo di una simile macchina ad ultravioletti consentirebbe dunque di riaprire le scuole in sicurezza e riconsegnare agli studenti il loro diritto non solo allo studio, ma alla socialità, all’integrazione e alla convivenza con i coetanei, esperienze che solo la scuola può garantire.
Guardate come in Cina viene gestito il rientro a scuola dei più piccini, mentre all’interno degli istituti scolastici lavorano i robot sterilizzatori, sviluppati e utilizzati massivamente per la prima volta proprio in Cina, dopo la diffusione dell’epidemia da CoVid-19.
Gentile Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, accolga questo appello del Riformista ad utilizzare ogni soluzione per garantire a tutti gli studenti la riapertura delle scuole a settembre, segua il consiglio del Prof. Huscher, non si affidi solo all’attesa della produzione di un vaccino, ma adotti ogni presidio, ogni tecnologia, ogni buona ed efficace pratica per non privare ancora il paese di uno dei servizi più importanti: la scuola.
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