Avanti, poi svoltare… al centro
Il ruolo di Forza Italia a Milano, l’impegnativa ricerca di identità di chi il suo campo già ce l’ha
Forza Italia pensa all’alternativa a Milano e si guarda dentro. Rossello (FI Milano): “Non accettiamo sudditanze a qualsiasi costo, restare negli equilibri degli assetti attuali deve essere premiante e non un sacrificio unilaterale”
“Conserviamo sempre una zona di riserva riformista, che fa parte del nostro dna, specie riguardo ai diritti. La via è essere liberi”. Cristina Rossello, deputata e capo della Segreteria Metropolitana di Milano di Forza Italia, rivendica un’anima del partito che dovrebbe garantire quell’identità centrista e centrale rispetto alla destra, che a sinistra si cerca di costruire. Ancora una volta non può essere che Milano il luogo politico sul quale concentrassi per capire se il riformismo, il pragmatismo liberaldemocratico sia un desiderio di chi non si arrende al populismo o invece qualcosa che attende solo il coraggio di dargli un corpo, sano e che cammini con le sue gambe. È in realtà qui, a Milano, che si può anche riuscire a capire quanto un bipolarismo che appare ineludibile sia sciagura o banco di prova per chi voglia essere di compensazione ad estremismi e populismi.
Il ruolo di Forza Italia
In questo panorama fatto più di domande che di risposta, capire quali siano ruolo e prospettiva di Forza Italia è rilevante. “Forza Italia ha sempre dimostrato di essere una realtà libera e in divenire. Ha uno statuto con valori essenziali, imprescindibili e di chiara visione. Quando li declina sul territorio, ne confronta l’applicabilità concreta con le altre forze politiche in campo, aprendo un dialogo con tutti nell’interesse del territorio – afferma Rossello -. Con gli alleati il dialogo è necessariamente prioritario dato lo schema nazionale. Siamo comprensivi e l’obiettivo è convergere su specifici programmi di governo (anche) locale, ma si è visto anche, in alcune scelte elettorali territoriali recenti e coraggiose, che non accettiamo sudditanze a qualsiasi costo: restare negli equilibri degli assetti attuali deve essere premiante e non un sacrificio unilaterale”. Il riferimento è duplice. In ottica di politica nazionale, vorrebbe sottolineare un’identità liberaldemocratica non rinunciabile e semmai modellabile su obiettivi concreti di governo, sul piano milanese, l’allusione è ad aperture che in recenti voti amministrativi hanno premiato, in alcuni comuni metropolitano non facili, come Rozzano dove la coalizione allargata a Italia Viva ha portato ad incassare un contributo di voti non trascurabile, o ad Assago dove l’alleanza è stata invece con Azione.
“La nostra essenza liberal-democratica ci salva dall’ottusità di scelte sempre uguali a loro stesse e rigide che imbrigliano e impediscono a un partito di adeguarsi ed evolversi con buon senso e lungimiranza – prosegue la Segretaria Metropolitana -. La società si evolve continuamente e non si può restare superati dagli eventi. Forza Italia non ha abdicato a questa sua connotazione. Siamo ricercati, ascoltati e apprezzati e con moderazione ed equilibrio proponiamo un pensiero liberaldemocratico predittivo, che giocoforza comporta riforme continue”. Dovrebbero essere queste le caratteristiche che hanno reso attrattivo il partito per rientri a livello nazionale, ma soprattutto per i nuovi arrivi “milanesi”, provenienti da Italia Viva.
Il coordinatore metropolitano del partito di Renzi, Filippo Campiotti ha scelto Forza Italia in risposta all’ormai dichiarato percorso verso il centrosinistra. “Sono convinto che possa iniziare una stagione dominata dalla freschezza delle idee e dalla determinazione di poter rappresentare una fetta di popolo che guarda con interesse a una politica pragmatica, e di poterlo fare con un partito sempre meno personalistico e sempre più capace di accogliere e di far esprimere la base.– dichiara Campiotti – Sono convinto che se c’è partito che nei prossimi anni può portare avanti politiche liberali che facciano ripartire il paese senza dimenticarsi di guardare in faccia le persone, questo è proprio Forza Italia. La gente, quelli che ancora non sono dominati da un senso di delusione nei confronti della politica, aspettano con ansia una proposta decisa, che sappia dialogare per trovare dei compromessi, e che guardi in faccia i problemi e ponga soluzioni pragmatiche”.
Ma Milano ha dimostrato e continua a dimostrare che esiste un’area di centro liberale con un potenziale elettorale tutt’altro che trascurabile. Nella metropoli più che altrove, le forze che si sono staccate dai due poli hanno dato vita ade sperienze anche istituzionali concrete. Forza Italia che dovrebbe e incarnarne la parte più orientata su posizioni popolari, sembra però non essere neppure sfiorata dalla tentazione di abbandonare la posizione nel centrodestra. “Ormai è appurato da decenni che l’Italia sia un paese bipolare, le leggi elettorali portano per forza ad avere due schieramenti e il fallimento del terzo polo, che ha eletto un numero esiguo di parlamentari e successivamente nell’arco di pochi mesi si è sciolto ne è la dimostrazione più ovvia. – dice Giulio Gallera, consigliere regionale, già assessore e con una solida provenienza liberale – Forza Italia è ancorata al centrodestra, ideato e creato da Berlusconi; dunque, il nostro obiettivo è quello di ritornare ad esserne la forza egemone e a dettare la linea della coalizione”. Fuori, no – quindi – ma dentro, con l’obiettivo di tornare a guidare questo centrodestra? Magari proprio a Milano, cove la tradizione politica cittadina ha sempre dimostrato di mal vivere politiche estreme o fortemente ideologiche?
“Forza Italia deve riuscire ad essere il motore, il regista di un’ampia coalizione, che oltre ai partiti del centrodestra possa comprendere associazioni e movimenti civici d’ispirazione riformista. Le pagine più importanti per lo sviluppo di Milano sono state scritte dalle amministrazioni di Gabriele Albertini e di Letizia Moratti, esponenti moderati del centrodestra. Forza Italia può e deve avere l’ambizione di guidare la nostra coalizione, per riportarla finalmente dove merita di stare, al governo di Milano”, puntualizza Gallera. “A dire il vero devo ancora capire cosa significhi essere riformista. Se essere riformista vuol dire dialogare anche su valori della sinistra, la domanda provocatoria che io faccio è: quali sono i valori della sinistra? Mettere come priorità tutta la difesa dei diritti LGBT? Le politiche green ad ogni costo, senza guadare alla sostenibilità economica? Ecco su alcuni argomenti legati ai diritti civili Forza Italia può guardare, lasciando libertà di opinione, ma non sono la nostra priorità politica”.
Guido della Frera, già parlamentare, in Forza Italia dalla fondazione e tra i protagonisti dell’esordio elettorale del ’94, riafferma l’appartenenza solida al centrodestra, esprimendo posizioni autonome su alcuni temi politici, ma ritrovando comuni obiettivi nell’impegno ammnistrativo: “Con la Lega abbiamo delle distonie, delle difformità anche recentemente sottoscritte dall’analisi, per esempio, delle elezioni in Austria. Ci differenziamo dalla Lega su alcune scelte o analisi politiche, magari nazionali, europee, ma le assicuro che nelle amministrazioni locali, dove abbiamo lavorato insieme, c’è sempre stata grandissima collaborazione e condivisione di intenti. Per quanto riguarda Milano Forza Italia vorrà far pesare non il suo peso elettorale, ma il suo peso di proposta. Certamente siamo convinti che per vincere Milano il centrodestra debba dialogare anche con aree non propriamente sue, come alcune aree civiche”.
Che il ruolo di Forza Italia si debba prospettare come centrale nella sfida politica per il futuro della metropoli, è percepito anche ai suoi confini, dove le scelte amministrative si ripercuotono, spesso in modo imprevisto. Per Giuliano Ghezzi, coordinatore cittadino di Monza e Brianza “Milano sarà una sfida importante, l’ambientalismo talebano del Sindaco Beppe Sala sta mettendo in ginocchio la città. Bisogna ricordare ai milanesi che tutte le opere innovative e strategiche che avevano rilanciato il ruolo da protagonista della città, hanno le loro radici nell’azione delle Giunte Albertini e Moratti. All’interno del centrodestra il nostro compito deve essere quello di attrarre i voti dei moderati per rafforzare la coalizione ed aumentare il peso dell’area popolare e liberaldemocratica nell’azione di governo. Anche per questo auspico che si possa arrivare alla fusione con Noi Moderati, che si colloca insieme a Forza Italia nel centro del centrodestra”.
Chi rappresenta i territori, come Ghezzi, non nasconde che il corso di Forza Italia come partito non più “personale”, posa anche celare delle insidie: “Chi aderiva a Forza Italia si riconosceva e per certi versi si identificava politicamente con il suo leader, Silvio Berlusconi, da lui quindi derivava la scelta della classe dirigente del partito. Con la sua scomparsa si è giustamente scelta la strada della selezione interna con il coinvolgimento della base e degli iscritti. Questo ci potrebbe esporre al rischio delle correnti e tutti dobbiamo impegnarci affinché il dibattito interno sia sui principi e sulle priorità e non si trasformi in lotte di potere”.
© Riproduzione riservata