Cultura
Il seme della speranza
Ernest Hemingway scrive: la pioggia si fermerà, la notte finirà, il dolore svanirà. La speranza non è mai così persa da non poter essere trovata. Questo è l’assunto che impregna le pagine de Il seme della speranza (Scatole Parlanti, 2021) di Emiliano Reali, in uscita in una nuova edizione con la prefazione di Alessandro Cecchi Paone. Il testo, già utilizzato come lettura in una serie di scuole, si muove tra sentimenti distonici, da un lato la disfatta imminente, dall’altro la speranza in un futuro migliore e il desiderio intrinseco che il genere umano possa ravvedersi e invertire la rotta per evitare di distruggere ulteriormente la Natura, che è l’unica e vera anima del nostro pianeta.
Lo scrittore estrinseca questa preghiera laica in un racconto fantasy davvero ben strutturato e congeniato. L’intera opera può essere tranquillamente interpretata e letta come una metafora della società contemporanea: al perfetto Mondo degli Spiriti e delle Divinità, puro e armonioso in ogni dove e governato dalla bellissima e immortale regina Spirya, fa da contraltare il pianeta Terra, popolato da entità bieche, animate unicamente da istinti nefasti come l’egoismo e l’avidità. Gli unici esseri limpidi in questo mondo sporco e corrotto sono i bambini, capaci di provare emozioni vere e salvifiche.
Nel Mondo degli Spiriti e delle Divinità, la divina Spirya governa con saggezza e misericordia il suo popolo da una stanza piena di luce (luce come simbolo di maestosità, di generosità, di bellezza, ed è la manifestazione della sapienza e della virtù della sovrana), che avviluppa e fa splendere ogni elemento. Al suo fianco ci sono i fidati Quattro Spiriti: Guizzo, Crosta, Spiffero e Zampillo.
Purtroppo anche questo mondo incantato viene inquinato dalla cattiveria e dal marciume proveniente dal pianeta nostrano e la bella Spirya inizia a invecchiare, fiaccata dalla cattiveria umana.
Eres, un giovane spirito del sottobosco, è scelto per cercare di salvare la Terra e di conseguenza restituire la bellezza perduta alla propria regina. Ma il viaggio dell’eroe è costellato di pericoli e il giovane sembra aver perso la propria purezza. Guizzo, Crosta, Spiffero e Zampillo vista la momentanea disfatta cercano a loro volta di salvare l’Universo e si gettano a capofitto in una missione eroica e pericolosa.
I personaggi di questo romanzo, come tradizione vuole, percorrono un viaggio, cambiano, tornano a casa sani e salvi, più consapevoli e arricchiti dell’esperienza fatta: come Ulisse fanno ritorno in patria più saggi ed evoluti.
Ne Il seme della Speranza Emiliano Reali affronta tematiche quanto mai attuali e lo fa con uno stile raffinato ed elegante. L’inquinamento, il cambiamento climatico, la prostituzione e l’ossessione per il guadagno fanno da cornice a questo fantasy, che ha l’intento non solo di allietare il lettore, ma anche di educarlo. Educarlo affinché possa finalmente germogliare il seme della speranza!
Mark Twain afferma che il fatto che l’uomo sappia distinguere tra il bene e il male dimostra la sua superiorità intellettuale rispetto alle altre creature; ma il fatto che possa compiere azioni malvagie dimostra la sua inferiorità morale rispetto a tutte le altre creature che non sono in grado di compierle. Questo romanzo ne è la perfetta riprova.
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