Il Senegal è tornato alle elezioni regalando una netta vittoria al partito del presidente Bassirou Diomaye Faye. Proprio il giovane presidente che ha preso il posto di Macky Sall ha voluto sciogliere il parlamento accusandolo di essere di intralcio al suo lavoro. La nuova ondata politica, che ha travolto l’establishment senegalese che da anni prendeva ordini dalla  Francia, ha faticato a concretizzare i progetti che sono stati la bandiera di un’animata campagna elettorale. Il rivoluzionario programma del partito di governo aveva infatti zoppicato in questi mesi e allora il presidente ha preso la drastica decisione di tornare a votare.

Vecchia politica a casa, il distacco dalla Francia

In questa tornata parlamentare il Pastef- Les Patriotes ha letteralmente sbaragliato tutti i partiti di opposizione ottenendo una maggioranza schiacciante sia in patria che nella diaspora senegalese nel mondo. Le opposizioni hanno resistito soltanto in sei dipartimenti e nemmeno nelle roccaforti storiche dell’ex presidente i vecchi partiti sono riusciti a conquistare seggi parlamentari. Si tratta di un’affermazione politica molto importante che dimostra come il Senegal abbia intimamente voglia di cambiare e lo ha dimostrato votando in più di un’occasione. I vecchi politici come Amadou Ba e appunto l’ex presidente Macky Sall hanno totalmente perso il favore del popolo, dimostrandosi troppo asserviti ad interessi internazionali e soprattutto francesi.

La riforma dell’Ecowas

Adesso il Senegal che resta il paese più importante dell’Africa occidentale può diventare un punto di riferimento per una crescita politica dell’intero continente. Bassirou Diomaye Faye ed il suo mentore Ousmane Sonko stanno lavorando anche per riformare la Comunità economica dei paesi dell’Africa occidentale (Ecowas) permettendo il rientro degli stati finiti in mano alle giunte militari controllate dalla Russia come Mali, Niger e Burkina Faso, tutti sospesi.

La crisi economica interna

Il Senegal sta però attraversando una pesante crisi economica e i prestiti del Fondo Monetario Internazionale sono stati bloccati per il rischio insolvenza.. La disoccupazione è in crescita soprattutto fra i più giovani e nonostante gli appelli del nuovo presidente a non emigrare e restare per far crescere il proprio paese, l’emigrazione resta determinante . La ridiscussione dei contratti internazionali per lo sfruttamento petrolifero, i diritti di pesca e soprattutto la gestione di trasporti, delle comunicazioni e dell’energia potrebbero aiutare sensibilmente l’economia del Senegal.

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Matteo Giusti, giornalista professionista, africanista e scrittore, collabora con Limes, Domino, Panorama, Il Manifesto, Il Corriere del Ticino e la Rai. Ha maturato una grande conoscenza del continente africano che ha visitato ed analizzato molte volte, anche grazie a contatti con la popolazione locale. Ha pubblicato nel 2021 il libro L’Omicidio Attanasio, morte di una ambasciatore e nel 2022 La Loro Africa, le nuove potenze contro la vecchia Europa entrambi editi da Castelvecchi