Il dibattito
Il Sud va ricostruito, diamo più poteri ai sindaci
I sindaci delle grandi città italiane dovrebbero avere più poteri, il che si tradurrebbe in maggiore autonomia rispetto a Governo e Regione e quindi in interventi più tempestivi sul territorio di competenza. Così si potrebbe offrire alla comunità un’amministrazione più efficace ed efficiente. In questo senso i poteri straordinari concessi ai sindaci in situazioni eccezionali dovrebbero diventare ordinari e permanenti. Ad accendere i riflettori sulla necessità di fare dei sindaci gli attori principali della governance è l’Anci che ha scritto una lettera al governatore Vincenzo De Luca e al ministro per il Sud Giuseppe Provenzano.
Rivedere i poteri dei primi cittadini appare fondamentale, soprattutto in vista della costruzione di un nuovo assetto economico, sociale e amministrativo dopo la pandemia. La richiesta dell’Anci è condivisa da Sergio Locoratolo, docente di Diritto commerciale all’università Federico II di Napoli e, in parte, dal presidente dell’Ordine degli ingegneri partenopei Edoardo Cosenza che ha sottolineato l’esigenza di un commissario per superare lo stop ai lavori di manutenzione nella Galleria Vittoria. La proposta di Cosenza è circoscritta al caso del tunnel.
Perché, invece di nominare un commissario, non concedere quegli stessi poteri al sindaco di Napoli trasformandoli poi in poteri ordinari e permanenti? Non si potrebbe cominciare così a superare la palude burocratica? Locoratolo ne è convinto: «Per quanto riguarda appalti, manutenzione e rigenerazione urbana – spiega – bisognerebbe dare al sindaco la possibilità di appaltare lavori fino a 100mila euro in piena autonomia. Se il sindaco avesse avuto già poteri commissariali, avrebbe avuto la possibilità di intervenire tempestivamente sulla Galleria. Lo stesso ragionamento andrebbe fatto per il rischio idrogeologico: bisogna rendere strutturali quei poteri che permettono al sindaco di tutelare il sottosuolo cittadino in circostanze eccezionali». Anche la riorganizzazione degli uffici comunali dovrebbe essere appannaggio dei primi cittadini e confluire così in quella lista di poteri stabili.
«Il potere di organizzare gli uffici tecnici del Comune, e le azioni che concernono la semplificazione della burocrazia dovrebbero essere attribuiti ai sindaci – aggiunge Locoratolo – È un punto fondamentale per far sì che l’azione di governance sia veloce ed efficiente». Un’altra questione urgente da risolvere riguarda la gestione dei miliardi del Recovery Fund. L’Anci, proprio in vista dei progetti da realizzare con le risorse in arrivo, ha sottolineato l’esigenza di ridefinire competenze e poteri dei sindaci. «Occorrono amministrazioni locali forti, capaci di gestire le politiche di sviluppo e non di essere solo vecchi centri di spesa – si legge nella missiva firmata dal presidente dell’Anci campana Carlo Marino – E per rendere i nostri Comuni uno strumento effettivo per la ripresa c’è bisogno di risorse vere: almeno il 10% del Recovery Fund dev’essere destinato proprio ai Comuni italiani. Da qui l’esigenza di attribuire ai sindaci poteri più ampi». Per il Sud, d’altra parte, è fondamentale non solo reperire le risorse economiche, ma anche pianificare una spesa efficiente e rapida.
«Ci si sta ponendo il problema di come rimpinguare le casse dei grandi Comuni e di quanto denaro spetti al Mezzogiorno, il che è giusto – osserva Locoratolo – ma dobbiamo anche porci il problema di come spendere bene questi soldi. Quindi bisogna ragionare sui nuovi poteri che dovrebbero essere attribuiti ai sindaci per affrontare lo scenario post-pandemico, attribuendo ai primi cittadini un ruolo centrale nella decisione dei progetti da attuare nel loro territorio. In questo senso non vorrei un sindaco-commissario, ma un sindaco con poteri di fatto commissariali».
Secondo Locoratolo dovrebbe anche cambiare l’approccio dei Comuni del Mezzogiorno rispetto agli scenari europei: «Adesso serve un meridionalismo riformista e propositivo. Un Sud che proponga anche soluzioni e che non si limiti sempre e solo a chiedere risorse». Per facilitare la comunicazione tra una grande città e il Governo centrale, esigenza peraltro invocata anche dall’Anci che chiese alla Regione fare da mediatore, si può pensare alla nomina di un sottosegretario con delega alle Città metropolitane. «Il Governo dovrebbe individuare una figura che sintetizzi le esigenze e le proposte dei grandi Comuni – conclude Locoratolo – Viceversa dovrebbe essere l’Anci ad avanzare questa proposta».
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