Spaesamento e delusione per i numerosi avventori e turisti che in questi giorni hanno cercato di visitare la Villa Floridiana, polmone verde del quartiere Vomero, a seguito delle riaperture dei parchi del 3 giugno. All”ingresso principale, infatti, dietro al cancello sbarrato, campeggia un avviso che comunica la possibilità di entrare solo attraverso l’accesso secondario, sito in via Aniello Falcone, a quasi un chilometro dall’ingresso turistico, a ridosso di una curva molto trafficata.

Molti visitatori desistono, soprattutto quelli con a seguito passeggini, data la difficoltà di trasportarli lungo la scalinata che collega la fine di Via Luca Giordano con il tratto di via Aniello Falcone dove è situato l’accesso secondario della villa. Una volta entrati, la delusione diventa sconcerto. Le aree verdi e il bosco, infatti, sono integralmente recintate, ad eccezione del grande prato centrale, di fronte al Museo Duca di Martina. Gran parte dei percorsi pedonali, delle scalinate e dei prati restano interdetti e transennati.

Data l’impossibilità di godersi il verde o di fare footing, resta la magra consolazione di poter seguire un unico percorso obbligato che giunge fino alla fontana e al Belvedere. Nella fontana, non particolarmente curata, si ammassano per esporsi al sole decine di tartarughe acquatiche, che oramai da anni vivono in uno spazio divenuto angusto, in cui galleggia anche qualche rifiuto. Una riapertura puramente formale, verrebbe da dire, per uno dei parchi più suggestivi e amati della città, in cui oramai da anni trionfa l’abbandono delle aree verdi e che al giorno d’oggi resta inservibile, restando chiusi praticamente quasi tutti i percorsi calpestabili, allo sport e al ristoro.

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