L a questione ambientale, gli eccessi climatici, l’impermeabilizzazione del suolo, la stabilità degli alberi, sono sfide che rendono necessaria una revisione delle indicazioni da seguire persino nella progettazione di aree verdi. Il Verde Urbano oggi deve essere in grado di fornire non solo un abbellimento dei nostri quartieri ma anche, e soprattutto, una serie di benefici ai cittadini: stoccaggio di anidride carbonica, riduzione dell’effetto serra, miglioramento della qualità dell’aria, riduzione dei consumi energetici per il condizionamento degli edifici, contenimento degli estremi meteorici, miglioramento dello stato psico-fisico dei cittadini.

Tra i vari servizi ecosistemici forniti dalle piante in città, sono rilevanti quelli relativi al contenimento degli eccessi climatici. In questa calda estate si parla molto – talvolta in termini più sensazionalistici che tecnici – di temperature africane, isole di calore, bombe d’acqua, siccità. Viviamo un’epoca in cui le temperature medie annue della Terra sono in continuo aumento e, aldilà di dati eccezionali in una singola località o annata, ci sono alcuni fenomeni oggettivi che lo dimostrano, dall’innalzamento del livello dei mari, alla riduzione delle calotte polari. Gli agglomerati urbani occupano circa il 3% della superficie terrestre, ma in questa superficie relativamente piccola vive il 60% della popolazione mondiale, si consuma il 70% dell’energia e si hanno circa il 75% delle emissioni totali di CO2.

Risolvere il problema degli eccessi climatici e della qualità dell’aria nelle città vuol dire migliorare le condizioni di salute psicofisica di 5 miliardi di esseri umani! La progettazione delle città del futuro deve pertanto tenere conto di questi cambiamenti in atto e modificare di conseguenza i princìpi su cui basare i criteri di realizzazione delle zone edificate e delle aree verdi. Già la scelta delle piante più efficienti da inserire in una specifica area urbana può consentire il conseguimento di benefici evidenti e sostenibili: alberi dotati di una chioma ampia e di foglie caduche determinano con la loro ombra un notevole abbassamento delle temperature dell’aria in estate, mentre in inverno i rami spogli consentono il passaggio della radiazione solare. Specie arboree e arbustive a elevata efficienza fotosintetica consentono un notevole stoccaggio permanente di CO2 nel tronco, branche e radici principali. Barriere verdi di alberi o arbusti resistenti alla forza del vento possono essere utilizzate non solo come frangivento ma anche per la riduzione dell’inquinamento acustico e atmosferico attraverso il trattenimento, da parte di peli o cere nelle foglie, delle polveri sottili.

Anche la realizzazione di una coibentazione vegetale di edifici cittadini, come il verde pensile sui tetti e i giardini verticali sulle pareti, consente di abbassare le temperature all’interno degli edifici in estate e di alzarle in inverno. Per combattere invece la siccità e la carenza di acqua da destinare alle aree verdi si possono realizzare i dry-gardens, dotati di caratteristiche estetiche di pregio abbinate a una gestione sostenibile con basse richieste idriche, energetiche e di manodopera, utilizzando specie “rustiche” poco esigenti e meno bisognose di interventi chimici, come ad esempio le piante aromatiche e officinali, le specie originarie di climi aridi, le piante adattate alla salinità del terreno, quelle tolleranti le elevate temperature o adatte ai terreni sabbiosi.

Per ridurre al massimo le esigenze irrigue delle aree verdi si possono adottare le tecniche di xeriscaping: mantenere il terreno areato, ricco di sostanza organica e minerali in grado di conservare acqua; applicare la pacciamatura, che riduce l’evaporazione dal terreno; utilizzare sistemi di irrigazione localizzata per limitare lo spreco di acqua. Al contrario per raccogliere e convogliare rapidamente verso la rete fognaria l’acqua delle precipitazioni di eccezionale intensità si possono realizzare i rain-gardens, infrastrutture vegetali per aree urbane che possono alleggerire il carico di lavoro dei sistemi di smaltimento delle acque attraverso un substrato colturale molto permeabile, connesso con la rete, nel quale sono poste piante che tollerano sia brevi situazioni di allagamento che lunghe fasi di siccità.

In conclusione: se da un lato abbiamo visto come il verde in città possa contribuire in modo decisivo a contrastare gli effetti climatici, dall’altro bisogna ribadire che la sola realizzazione di opere a verde perfettamente progettate e curate non potrà mai risolvere i problemi della bassa qualità di vita nelle nostre città se non sarà supportata allo stesso tempo da un cambiamento radicale del nostro stile di vita verso un minore consumo di energia e un minore rilascio di sostanze inquinanti nell’ambiente. Considerando che la realizzazione di nuove aree verdi è solo un sogno in molte nostre città e che la realtà mostra grandissime difficoltà, da parte delle Amministrazioni, anche nel provvedere alla normale cura del Verde già esistente, si comprende come il benessere in città sia la nostra sfida più importante anche sul fronte culturale!

Gianluca Burchi

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