Il test
Il videotutorial: Come farsi il test sierologico
Nelle ultime settimane si è discusso lungamente sui test rapidi per conoscere i contagi da Coronavirus. Alcuni di questi possono essere eseguiti con kit che consentono di conoscere il risultato in 15 minuti. È importante però sapere e non sottovalutare che anche questa tipologia di test, molto semplice e simile ai comuni test di gravidanza, devono essere svolti da personale esperto e qualificato a leggerne il risultato come medici e infermieri.
COME SONO FATTI – I kit più comuni sono composti dal test stesso, dotato di un pozzetto in cui inserire 10 microlitri di sangue, prelevati mediante una piccola punturina su un dito. Nella parte superiore del test ci sono gli indicatori: “C” che sta per controllo, per sapere con certezza se il test è stato eseguito correttamente; IgM ovvero i primi anticorpi prodotti dall’organismo contro il virus, circa una settimana dopo l’avvenuto contatto; IgG che sono responsabili di una immunità efficace e persistente nel tempo, sebbene l’effettiva persistenza nel tempo di questo Coronavirus è ancora tutta da dimostrare. Nel kit è contenuta una pipetta, un ago pungi dito e una soluzione tampone, il “buffer”.
COME SI FA – La prima cosa da fare è prendere la lancetta pungidito e la pipetta per prelevare il sangue fino al segno indicato. Si disinfetta il polpastrello, si rileva il proteggi ago e si punge il dito al centro del polpastrello. Con la pipetta si preleva il sangue agendo con una leggera pressione sul dito, e si versano le gocce di sangue raccolte sul pozzetto. Si pongono 2 gocce della soluzione buffer sul sangue raccolto badando a non avere contatto con il sangue. Per capillarità questo inizierà a risalire nel test, dove c’è la striscia di anticorpi atti a rilevare gli anticorpi presenti nel sangue umano.
COME LEGGERE IL RISULTATO – Dopo 15 minuti il test è leggibile. È importante che accanto alla “C” ci sia sempre una striscia colorata per essere certi che il test sia stato fatto correttamente. Se è solo questa a comparire vuol dire che il test è negativo e dunque che il paziente non ha contratto il Coronavirus. Se compare solo una striscia in corrispondenza di IgM è probabile che il paziente abbia un’infezione in atto contratta di recente. Se presenti solo le IgG è verosimile che il paziente sia entrato in contatto con il virus da almeno 2 settimane. Se compaiono entrambe il paziente si trova in una fase di infezione intermedia. È importante sottolineare che la presenza delle sole IgG non significa che il paziente abbia debellato il virus ma questo potrebbe essere ancora presente nelle vie respiratorie e gastrointestinali, rendendo il paziente ancora contagioso, anche in assenza di sintomi. “Questo è solo un test di screening – ricordano i medici – un test, a basso costo, somministrabile facilmente e in maniera rapida a una popolazione quanto più ampia possibile, il cui fine non è quello di fornire una diagnosi certa ma solo di individuare casi sospetti. La diagnosi di Covid-19 ovvero della malattia causata dal virus SARS-CoV-2, può essere fatta solo ed esclusivamente dai medici in base a parametri clinici e laboratoristici, compreso il tampone”. In particolare a rendere delicata l’interpretazione dei test rapidi è la presenza di falsi positivi, ovvero presenza di anticorpi in realtà rivolti contro altri virus e falsi negativi, ovvero la mancata evidenza della presenza degli anticorpi perchè presenti a basso titolo.
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