Gli episodi
Il virus antisemita nazista sta cambiando: anche la Giornata della Memoria deve evolversi
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La legge sul Giorno della Memoria nasce 25 anni fa, e negli ultimi anni è sempre più fonte di polemiche all’interno del mondo ebraico e non solo. Sempre più ebrei si domandano: a cosa serve, vista la situazione pessima che stiamo vivendo oggi? Certo, resta giusto e doveroso ricordare gli orrori del nazifascismo con la sua ossessiva propaganda anti-ebraica, le leggi razziali, lo sterminio. Ma limitarsi a parlare dell’antisemitismo del Terzo Reich è gravemente omissivo dal punto di vista storico, poiché l’odio contro gli ebrei non nasce né si esaurisce con il nazionalsocialismo.
Prima e dopo
C’è un prima: l’antisemitismo cristiano e laico (non dimentichiamo i tanti illuministi e marxisti con forti pregiudizi sugli ebrei). E c’è anche un dopo: l’antisemitismo successivo alla caduta di Hitler, quello sovietico e quello islamista, per esempio. Chi parla di “fare memoria” perché l’odio anti-ebraico non si presenti più, non può dunque dimenticare l’antisemitismo non di destra che registriamo oggi. In primo luogo perché la propaganda e gli stereotipi antisemiti sono spesso gli stessi, traghettati da Der Stürmer (settimanale nazista, noto per le caricature violentemente anti-ebraiche) a diversi media arabi e dell’estrema sinistra. E poi perché il clima antisemita di oggi, quello che noi ebrei viviamo sulla nostra pelle, proviene da sinistra e dal fanatismo islamico.
Gli episodi
Pensiamo agli studenti universitari ebrei aggrediti dai loro colleghi di sinistra, alle manifestazioni settimanali (dal giorno dopo il 7 ottobre 2023 a oggi) dei giovani palestinesi e le loro parole d’odio perfino contro la senatrice Segre, o la più nota aggressione dei maghrebini alla Brigata ebraica a Milano il 25 aprile del 2024. Per tutti questi ebrei, il 27 gennaio 2025 ha un sapore strano. Lo sappiamo che il conflitto in Medio Oriente scalda gli animi. Ma chi partecipa commosso al Giorno della Memoria e il giorno dopo prende dal lessico della Shoah parole come “genocidio” o “sterminio” e le applica alla guerra a Gaza, allora non è innocente. Quelle parole eccitano gli animi e producono la demonizzazione non solo di Israele, ma dell’intera comunità ebraica. Come raccontano i dati sull’antisemitismo, esploso a partire dall’ottobre 2023, fino ad arrivare a un +400%.
Giornata della Memoria e contro gli antisemitismi
Ecco perché il Giorno della Memoria sta diventando un problema per sempre più ebrei. Taluni vorrebbero addirittura cancellarlo, vista l’inattualità e la conseguente inefficacia. Io credo invece che bisognerebbe ampliarlo. Facciamolo diventare “Giornata della Memoria e contro gli antisemitismi”, e affrontiamo il pregiudizio anti-ebraico a 360 gradi una volta per tutte, senza paraocchi ideologici. Adattiamolo alla realtà di questo secolo, dove la stragrande maggioranza degli attacchi antisemiti avviene per mano di fanatici islamici o di estrema sinistra. Raccontare il virus antisemita nazista è doveroso, ma è altrettanto importante raccontarne le sue mutazioni. La medicina lo insegna: il vaccino va aggiornato o diventerà ogni anno meno efficace.
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