Il caso dell'insegnante detenuta in Ungheria
Ilaria Salis, Lollobrigida vive nello Spazio (“Non ho visto le immagini”), Tajani difende Orban (“Non c’entra”), il padre: “Ambasciata sapeva”
Dice di non aver visto le immagini, presenti su tutti i media (tra tv, carta stampata e siti online) di Ilaria Salis, la 39enne di Monza arrestata un anno fa con l’accusa di aver aggredito due militanti neonazisti durante una manifestazione. Dice che non può esprimersi, che “non commento cose che non ho visto”. Parole di Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura e cognato di Giorgia Meloni, protagonista del Fracciarossa fermato a proprio piacimento e del collegamento con lo spazio al Tg1 per esaltare la pasta italiana. Un esponente di primo piano del governo italiano che evita di pronunciarsi sulle scandalose immagini che arrivano da Budapest, nell’Ungheria dell’amico sovranista Viktor Orban. Lollobrigida chiude gli occhi, evita di attaccare l’alleato europeo e si rende protagonista dell’ennesima occasione persa, occasione dove poteva dimostrare di avere un minimo di senso delle istituzioni. “Vado a vederle” ha poi aggiunto, nella speranza che trovi poi il coraggio di esprimersi e condannare le immagini di un detenuto portato in tribunale con le manette ai polsi e le catene ai piedi. Una scena raccapricciante nel 2023 e che va contro le garanzie per le persone sottoposte a processo e la famigerata presunzione d’innocenza disposta dall’Unione Europea.
Caso Ilaria Salis, l’Ungheria non commenta, Tajani ‘scagiona’ Orban
“Non commentiamo, sono questioni delicate” spiegano invece fonti diplomatiche ungheresi interpellate dall’ANSA sul caso della detenzione di Ilaria Salis. Budapest non ha confermato inoltre che ci sia in programma un bilaterale per discutere del caso tra la premier Giorgia Meloni e il primo ministro ungherese, Viktor Orban a margine del vertice dei 27 di giovedì a Bruxelles. Lo stesso Tajani prova a scagionare Orban, che sulla vicenda non si è espresso: “Se ho parlato con Meloni” del caso di Ilaria Salis “visto il rapporto che c’è con Orban? Se vogliamo parlare in punta di diritto, Orban non c’entra niente. Non è che il governo decide il processo. La magistratura è indipendente”. Queste le sue parole lasciando palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri. “Il problema – spiega il titolare della Farnesina – è vedere se sono state rispettate le regole prima o dopo, non è che noi possiamo intervenire, l’Ungheria è uno Stato sovrano. Noi possiamo soltanto fare delle proteste” sulle modalità di trattamento dei detenuti.
Poi chiarisce che “per quanto riguarda la questione degli arresti domiciliari, devono essere chiesti dall’avvocato in Ungheria, perché il trattato prevede che si possa chiedere di avere gli arresti domiciliari in Italia soltanto se ci sono gli arresti domiciliari lì. Se il detenuto è in carcere – ha aggiunto Tajani – non c’è la possibilità di farlo tradurre in carcere in Italia” e “l’estradizione non è prevista perché” Salis “non ha commesso un reato in Italia ed è stata arrestata in Ungheria”.
Caso Ilaria Salis, Farnesina adesso protesta per condizioni disumane
Una vicenda quella dell’insegante 39enne di Monza sulla quale è intervenuta la Farnesina. Su istruzioni del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, il segretario generale della Farnesina, Ambasciatore Riccardo Guariglia, ha convocato questa mattina al Ministero degli Esteri l’incaricato d’Affari della Repubblica di Ungheria. Nel ribadire la protesta del Governo italiano per le condizioni in cui la Signora Ilaria Salis è stata detenuta e viene trattenuta durante le udienze in tribunale a Budapest – prosegue la nota della Farnesina- l’ambasciatore Guariglia ha richiamato i principi cardine previsti dalla normativa europea e internazionale relativi al rispetto delle garanzie a tutela della dignità delle condizioni detentive, incluse le modalità di traduzione degli imputati in tribunale e delle garanzie di un equo processo. Nel pieno rispetto dell’indipendenza e dell’autonomia della Magistratura ungherese – si legge ancora – ha espresso la ferma aspettativa del Governo affinché alla Signora Salis sia accordato al più presto un regime di custodia cautelare in linea con la normativa europea, incluse misure alternative alla detenzione in carcere. Il Segretario Generale si è inoltre soffermato sull’assoluta necessità che alla Signora Salis e ai suoi legali siano garantiti l’accesso alla traduzione in italiano degli atti di accusa, come già richiesto dalla difesa, e la visione del video di sorveglianza alla base dell’imputazione, per assicurare il pieno godimento del diritto alla difesa e un equo processo. Il Segretario Generale ha infine confermato che l’Ambasciata a Budapest continuerà ad assicurare ogni assistenza alla Signora SALIS e ai suoi familiari, in collaborazione con i suoi legali.
Caso Ilaria Salis, il papà: “Così già in altre udienze ma ambasciata non ha detto nulla”
Parole che arrivano dopo il caso sollevato nelle scorse settimane nella trasmissione Piazzapulita di Corrado Formigli e dopo la denuncia del papà, Roberto Salis, che ha criticato anche l’atteggiamento dell’ambasciata italiana in Ungheria: “Credo che l’Ambasciata italiana abbia partecipato ad almeno quattro udienze in cui mia figlia è stata portata in queste condizioni davanti al giudice. Noi fino al 12 ottobre quando mia figlia ha scritto una lettera: non avevamo evidenza del trattamento che stava subendo nostra figlia. Gli unici che lo sapevano e non hanno detto nulla sono le persone dell’Ambasciata italiana in Ungheria”.
Sulla vicenda è intervenuto anche Eugenio Losco, legale di Ilaria Salis che ha confermato: “Siamo rimasti tutti colpiti da ciò che è successo ieri, anche se llaria aveva già raccontato come veniva trasportata in tribunale. Con le catene, tirata dalle guardie penitenziarie in tenuta anti sommossa. Ilaria è forte, cerca di reagire. Sorrideva perché per la prima volta ha visto gli amici, i genitori. Ha visto me. Io prima non sono mai riuscito a ottenere prima un colloquio con lei”. A The Breakfast Club” su Radio Capital l’avvocato Losco ha poi aggiunto: “Il problema è che l’udienza è stata spostata a maggio, si è parlato anche di udienze a ottobre. C’è il rischio che questo processo non finisca entro il 2024. E per il momento è stata confermata la sua custodia cautelare in carcere fino alla fine del processo di primo grado. E’ inaccettabile”.
Sulle condizioni del carcere dove Salis è detenuta, ribadisce: “Le condizioni nel carcere continuano ad essere disumane e degradanti. Non rispettano le normative europee. Ilaria ci ha confermato ieri che continuano a esserci scarafaggi nella cella dove dorme, cimici nel letto e topi negli spazi comuni. Ha solo un’ora d’aria al giorno, in un cortile minuscolo e con sopra una grata”. “Noi è da mesi che chiediamo un intervento del governo italiano – continua l’avvocato di Ilaria Salis – il tempo degli appelli è finito. Abbiamo bisogno dell’aiuto del governo per riportarla a casa e si può fare: le normative europee consentono a una persona che appartiene alla comunità europea di avere i domiciliari nel suo paese di residenza. E per questo ci vuole un intervento del governo che assicuri alle autorità ungheresi che verranno fatti i dovuti controlli per evitare quel pericolo di fuga che l’Ungheria continua a sostenere”. “Sono molto preoccupato – ammette Losco – confido nell’intervento ministeriale. Ma la palla ora è in mano al tribunale ungherese che ha dimostrato una durezza estrema”.
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