La polemica surreale
Imane Khelif risponde a haters, Meloni e don Patriciello: “Basta bullismo”. Il padre: “Mia figlia è sempre stata donna”
Un messaggio rivolto a tutti gli haters, a tutti quei politici, a partire da Meloni, populisti e sovranisti (e anche ai preti, vedi don Maurizio Patriciello) che hanno cavalcato una vicenda surreale. “Basta col bullismo“. Queste le parole di Imane Khelif, la pugile algerina finita suo malgrado al centro del caso più eclatante e imbarazzante delle Olimpiadi di Parigi 2024, quello relativo al ritiro dell’atleta italiana Angela Carini dopo appena 46 secondi di combattimento perché la collega iperandrogina della categoria 66kg “colpiva troppo forte”.
Le parole di Imane Khelif
“Basta col bullismo, ha conseguenze devastanti: può distruggere le persone” è l’appello di Imane attraverso l’emittente televisiva Sntv. “La mia famiglia a casa è preoccupata, in Algeria” ha sottolineato la pugile che è in semifinale nella sua categoria e, di conseguenza, già certa della medaglia di bronzo. La 25enne algerina dichiara: “Invio un messaggio a tutte le persone del mondo per sostenere i principi olimpici e la Carta olimpica, per astenersi dal bullismo su tutti gli atleti, perché questo ha effetti enormi” perché “il bullismo può distruggere le persone, può uccidere i pensieri, lo spirito e la mente delle persone. Può dividere le persone. E per questo motivo, chiedo loro di astenersi”.
Khelif ha poi espresso gratitudine al Comitato olimpico internazionale e al suo presidente, Thomas Bach, per averla sostenuta risolutamente mentre l’ex organo di governo del pugilato olimpico bandito (Iba) alimentava un putiferio intorno alla sua partecipazione a Parigi, offrendo 100mila euro all’italiana Carini (soldi rifiutati).
Il papà di Imane: “Mia figlia è sempre stata donna, Carini perso perché è debole”
Il papà di Imane, Omar Khelif, intervistato da Agence France Presse, è arrivato addirittura a dover mostrare i documenti della bambina e le foto per dimostrare che la sua Imane è sempre stata una donna. La famiglia della 25enne viveva in un villaggio rurale di Tiaret, cittadina che si trova a 300 chilometri dalla capitale Algeri. “Mia figlia è una ragazza, è cresciuta da ragazzina, è una ragazza forte e coraggiosa. Le è stato insegnato ad avere una forte volontà, nel lavoro e nella formazione. Fin da piccola la sua passione è sempre stata lo sport”. E se ha battuto Carini in 46 secondi è solo perché “più forte e l’altra era debole“. Il genitore racconta i sacrifici fatti dalla figlia per allenarsi e contestualmente procurarsi i soldi per il costo del biglietto dell’autobus “vendendo rottami metallici da riciclare”. “Imane è un esempio di donna algerina. È una delle eroine dell’Algeria. Se Dio vuole, ci onorerà con una medaglia d’oro e innalzerà la bandiera nazionale a Parigi. Questo è stato il nostro unico obiettivo fin dall’inizio”.
L’appello di don Patriciello contro la donna “trans”
Parole che arrivano dopo lo sciacallaggio politico dei giorni scorsi e, addirittura, l’appello lanciato da un sacerdote che vive sotto scorta perché minacciato dalla camorra. Don Maurizio Patriciello, vicinissimo alla premier Meloni, la scorsa settimana ha consigliato alla sua Angela (che vive tra Caivano e Afragola, territori dopo opera il parroco) di non salire sul ring, lanciando addirittura un appello per salvarla “dalla pugile trans: è nata uomo, è più forte di lei, la massacrerà”. Parole deliranti le sue.
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