Donald Trump se l’è cavata bene. La storia dell’impeachment non l’ha danneggiato per niente. Fu così, più di 20 anni fa, anche con Clinton. Lo misero in croce per una storia di sesso, lui fu assolto e poi vinse le elezioni di mezzo termine del 1998.  Va bene così. Anche in America, con una certa frequenza, vince la tentazione di affidare alla magistratura, o comunque alla giustizia, le sorti della battaglia politica. Così ha fatto Nancy Pelosi, convinta magari non di cacciare Trump dalla Casa Bianca, ma comunque di assestargli un colpo micidiale che lo avrebbe reso zoppo in campagna elettorale. È andato tutto al contrario: ora sono i democratici ad entrare zoppi in campagna elettorale. E possono sperare solo di essere salvati da Bloomberg, un altro miliardario, forse più miliardario di Trump. Quanto sono lontani i tempi di Bill Clinton, ragazzetto povero dell’Arkansas!

Ora sarebbe bello se i politici italiani dessero un occhio all’America e imparassero qualcosa da questa vicenda. La tentazione di tagliare le gambe a Salvini usando la magistratura e le sue folli idee sul sequestro di persona, lo capisco, è forte. Ma magari ora è più chiaro a tutti quanto sia un’idea fessa. Come l’idea bislacca della Nancy Pelosi. Non si batte Salvini a mezzo Pm. Per batterlo bisogna avere qualche idea migliore delle sue. E francamente non è molto difficile. In Emilia, per esempio, tal Bonaccini ha dimostrato di averle. E poi bisogna convincersi che se dai una mano alla magistratura, e le dice “pensaci tu”, lei si prende tutto il braccio e ti sottomette. Oggi ti demolisce Salvini, domani demolisce te, dopodomani la democrazia. Un po’ di coraggio, amici parlamentari di sinistra. Liberatevi del giogo a Cinque stelle. Dite chiaro: Giudici, sciò. Salvini è un reazionario xenofobo ma non per questo va messo in prigione.

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.