Di sicurezza pubblica si dibatte molto e in modo acceso, spesso esasperando i toni.
I problemi non vanno certo negati o nascosti, le difficoltà ci sono e anche Milano vive le criticità e le tensioni di questa epoca di crisi costanti. Credo, però, che criticare e accusare serva a poco e, anzi, danneggi l’attrattività dell’intero territorio. I numeri record delle presenze turistiche negli ultimi mesi testimoniano l’interesse internazionale per la nostra città. Da qui bisogna partire e lavorare nell’interesse comune per il presidio della sicurezza. Un presidio che può essere garantito unendo le forze di tutte le realtà cittadine. Il lavoro della Questura e delle Forze dell’ordine è preziosissimo perché, anche se spesso non viene raccontato ed è poco evidenziato, garantisce l’ordine pubblico e la sicurezza di tutti.

Anche gli esercizi commerciali giocano un ruolo fondamentale in questo ambito perché sono presidi di socialità e di sicurezza. Chi ha raccontato di aver subito episodi di violenza, ha spesso trovato riparo all’interno di un negozio, di un ristorante o di un bar. Sono proprio le attività commerciali che possono dare un contributo importante all’obiettivo di una città sicura. La sicurezza privata, per esempio, si è rivelata uno strumento complementare e integrativo per la sicurezza pubblica in alcune zone di Milano, per esempio in corso Como, cuore della movida milanese, dove è stata sperimentata.

Le imprese aiutano a garantire la sicurezza, si. Ma non sono immuni ai fenomeni criminali.
L’usura, infatti, continua a crescere per le imprese del terziario di mercato. Un’indagine di Confcommercio, realizzata in collaborazione con Format Research, fotografa questo fenomeno: il 27,8% degli imprenditori ritiene che quest’anno l’usura sia in aumento. Un imprenditore su quattro ha avuto notizia del fenomeno nella propria zona di attività; cresce fortemente la percentuale di imprenditori molto preoccupati per il rischio di esposizione all’usura (25,2%, +8,7 punti percentuali su marzo 2023), un timore che è più alto al Sud (29%) e al Centro (28,5%). Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli ha ricordato che si tratta di “un fenomeno criminale che si sviluppa soprattutto nei momenti di crisi economica, per difficoltà di accesso al credito e mette a rischio la vita di un’impresa”. Abbiamo gli strumenti per contrastare l’usura, ma occorre più fiducia e collaborazione con le Istituzioni e le Forze dell’ordine, e più radicamento della cultura della legalità.

L’usura si nutre infatti delle difficoltà delle imprese più fragili a causa per la riduzione del volume di affari, la mancanza di liquidità e la difficoltà di ottenere un finanziamento: oltre la metà delle imprese (52,8%) ha registrato una maggiore difficoltà di accesso al credito rispetto allo scorso anno e quasi il 40% ha ottenuto meno credito di quanto richiesto. Come si contrasta questo fenomeno? Ancora una volta con la collaborazione fra pubblico e privato, facendo rete e sinergia. Le Forze dell’ordine (38,4%) e le Associazioni di categoria e Organizzazioni antiusura (29,6%) sono i soggetti sentiti più vicini agli imprenditori minacciati. In particolare, il dato sulle Forze dell’ordine è più marcato tra le imprese del commercio all’ingrosso (43,8%) e le tabaccherie (41,9%), mentre quello sulle Associazioni di categoria e le Organizzazioni antiusura è maggiore nel Nord Est (34,8%) e tra le attività alberghiere (38,9%) e della ristorazione (35,9%).

Nessuno vince da solo. Nessuna singola entità può affrontare efficacemente le sfide legate alla sicurezza da sola. La collaborazione è fondamentale per identificare, prevenire e affrontare i problemi, per una città sicura e resiliente.
È solo attraverso uno sforzo collettivo e coordinato che possiamo creare ambienti urbani in cui ognuno si senta al sicuro e possa contribuire attivamente al benessere collettivo.