Nel “Si&No” del Riformista spazio al dibattito su una delle grandi questioni del nostro tempo: bisogna legalizzare la Cannabis?Favorevole il Segretario di +Europa Riccardo Magi, che attraverso l’analisi di numeri e dati legati al consumo di marijuana in Italia, riflette sul concetto di democrazia liberale e sulle ripercussioni del proibizionismo sulla società moderna. Contrario il Senatore della Lega Giorgio Maria Bergesio che vuole rendere sempre più ardua la reperibilità delle sostanze stupefacenti per salvare i giovani dalla droga.

Qui il commento di Giorgio Maria Bergesio: 

“La legalizzazione della cannabis toglierebbe guadagni alla malavita” – Questo è quanto sostiene chi combatte per la legalizzazione delle droghe leggere. Ma la Lega non vuole far cassa sul disagio sociale: noi vogliamo salvare i giovani dalla droga. E questo non sarà possibile se renderemo semplice procurarsi le sostanze. Sostanze che – a mio parere – non dovrebbero essere definite “leggere”, in quanto rappresentano comunque un primo passo in una direzione che nessuno di noi si augura per i propri figli e i propri cari. Non esistono droghe pesanti e leggere, ma dipendenze più o meno severe. Ecco perché diciamo “no” alla legalizzazione della cannabis e delle droghe cosiddette “leggere”.

Ricordo inoltre che la liberalizzazione di queste sostanze stupefacenti sarebbe in contrasto con l’articolo 32 della Costituzione che recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”. Tutte le sostanze stupefacenti, inclusa la cannabis, sono sostanze tossiche da cui la popolazione deve essere protetta e tutelata. E se il nostro Paese facesse questa scelta causerebbe un aumento del numero dei consumatori e quindi delle persone che svilupperebbero dipendenza. Ricordo a questo proposito che è stato calcolato che almeno il 10% dei consumatori di marijuana soffre di dipendenza.

Ricordo anche che il principale agente psicoattivo della cannabis è il THC, la cui percentuale oggi è molto più alta rispetto ad anni fa. Numerosi studi hanno evidenziato la pericolosità del THC, che aumenta i rischi di danni al sistema immunitario, anomalie neonatali, infertilità, malattie cardiovascolari e cancro ai testicoli. Inoltre, a differenza del tabacco, la marijuana può causare alterazioni cerebrali e danneggia i polmoni più del tabacco, indebolendo le facoltà cognitive ed aumentando il rischio di incidenti. Legalizzare e rendere facile l’accesso a queste sostanze inoltre ridurrebbe nei consumatori e nei giovani soprattutto la percezione della pericolosità di queste sostanze. A fronte di ciò si avrebbe un aumento del rischio di incidenti, stradali e lavorativi, nonché delle patologie legate all’uso di droghe.

Senza contare che la legalizzazione avrebbe un impatto anche sulle nuove sostanze che verranno sviluppate e sulla vendita di droga via internet: entrambi avrebbero un forte sviluppo. Aggiungo che negli ultimi anni, malgrado le campagne di sensibilizzazione sui rischi portate avanti anche nelle scuole, si è purtroppo registrato un aumento del numero di minori che consumano droghe. Un dato reso ancora più allarmante dal fatto che si è progressivamente abbassata l’età media del primo consumo, che adesso si aggira intorno ai 14-15 anni, come rilevato dal Dipartimento per le Politiche Antidroga nella relazione sulle tossicodipendenze. Fra le sostanze più consumate dai nostri ragazzi al primo posto si colloca la cannabis, seguita dalle nuove sostanze psicoattive, dai cannabinoidi sintetici e dagli stimolanti.

Ritengo che le istituzioni debbano impegnarsi per contrastare questo fenomeno in maniera efficace e la liberalizzazione del traffico e della cessione della cannabis e delle altre droghe leggere andrebbe nella direzione opposta. Per tutte queste ragioni la legalizzazione delle sostanze stupefacenti leggere, un’illusione che fa presa su tanti, sarebbe una scelta sbagliata. Per quanto mi riguarda sarebbe improponibile ed immorale uno Stato che legalizzi e quindi tragga profitto dall’uso delle droghe, seppur “leggere”, per poi magari finanziare percorsi di recupero.

Pensiamo ad esempio a cosa abbiamo imparato dalla legalizzazione di alcool e tabacco: queste sostanze legalizzate sono anche le più utilizzate al mondo e tra le prime cause di morte. Per questo ritengo che la priorità sia rappresentata dalla tutela della salute della popolazione, dicendo no alla legalizzazione delle droghe leggere.

Giorgio Maria Bergesio (Lega)

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