Il legale: "Chiederemo la grazia"
In carcere dopo 21 anni, l’incubo di Giuseppe: “Ha tre figli, cambiato vita e lavorato onestamente”
Giustizia lumaca. Così dopo 21 anni finisce in carcere un uomo di 47 anni che aveva cambiato vita iniziando a lavorare onestamente. E’ la storia di Giuseppe Marziale, 47enne napoletano raggiunto nei giorni scorsi da un ordine di carcerazione emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali del Tribunale di Napoli ed emesso dalla Squadra Mobile.
Dovrà scontare 11 anni, 11 mesi e 16 giorni di reclusione perché ritenuto responsabile di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti commessi a Napoli dal settembre 1999 al luglio 2000. L’uomo, dopo un’attività investigativa, è stato rintracciato presso uno stabilimento dell’area industriale di Pascarola, frazione del comune di Caivano.
Non ci sta il suo legale, l’avvocato Sergio Pisani che chiede la grazia al presidente della Repubblica Sergio Mattarella “perché la funzione rieducativa della pena non si trasformi in una mera funzione punitiva, annullando, di fatto, un percorso di vita che ora viene incredibilmente stroncato”.
Giuseppe, infatti, dopo un primo arresto venne scarcerato dal Tribunale del Riesame per mancanza di esigenze cautelari. Nell’arco degli ultimi 20 anni ha cambiato vita “lavorando onestamente” e vivendo con la moglie e i tre figli. Nel 1999 faceva parte di un gruppo malavitoso dei Quartieri Spagnoli di Napoli, precisamente nella zona di Sant’Anna a Palazzo, i cui componenti, fatta eccezione per lui, che ha cambiato strada, sono tutti finiti ammazzati.
La carcerazione di Giuseppe, da tutti chiamato Pippo, “rappresenta il fallimento totale dell’attuale sistema giustizia. Che senso ha, dopo 21 anni da un fatto reato, far scontare 11 anni di reclusione ad un soggetto che in un ventennio si è totalmente riabilitato lavorando onestamente e mettendo su famiglia” si chiede l’avvocato Pisani.
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