La grande vaccinazione di massa iniziata il 27 dicembre prosegue con qualche intoppo ma piuttosto a gonfie vele. E l’entusiasmo generale non cala. Sono già oltre 8 mila gli italiani che hanno ricevuto la prima dose di vaccino anti-Covid, anche se il maltempo che imperversa sull’Italia ritarda la consegna del secondo carico di fiale che arriva nella serata di martedì, a bordo di 6 aerei in altrettante città.

Tra mercoledì e giovedì ne sarà terminata la distribuzione, a cura della Pfizer, nei circa 200 punti di vaccinazione attualmente operativi: sulla carta si tratta di 470 mila dosi, che però ne potrebbero fruttare oltre 560 mila a seguito delle nuove indicazioni dell’Agenzia italiana del farmaco, che invita a trarre da ogni fiala una dose in più, rispetto alle 5 standard. Con l’obiettivo di “evitare ogni spreco”, sottolinea l’Aifa, “ferma restando la necessità di garantire la somministrazione del corretto quantitativo di 0.3 ml a ciascun soggetto vaccinato attraverso l’utilizzo di siringhe adeguate, è possibile disporre di almeno una dose aggiuntiva”.

Intanto da Nord a Sud sono state quasi esaurite le prime 9.750 dosi arrivate sabato dallo stabilimento belga dell’azienda americana. Il commissario Domenico Arcuri fa sapere che sono 8.361 gli italiani già vaccinati: si tratta di personale sanitario, operatori e ospiti delle rsa, mentre a fine gennaio inizieranno le somministrazioni a tutti gli anziani di età superiore a 80 anni. Le prossime consegne della Pfizer in Italia sono previste per il 4, 11, 18 e 25 di gennaio. Presto saliranno a 300 i luoghi di somministrazione del vaccino, in gran parte ospedali, perché le caratteristiche del siero e le bassissime temperature di conservazione (-75 gradi) ne limitano la facilità di distribuzione.

Tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, partirà la fase due delle vaccinazioni, con un maggior coinvolgimento dell’hub di Pratica di Mare, dal quale partiranno lotti di vaccino trasportati con il supporto delle forze armate, in 1500 punti di somministrazione, cui si aggiungeranno una serie di unità mobili per arrivare a tutti coloro che non potranno raggiungere i punti vaccinali. Dopo personale sanitario e over 80, verrà data priorità agli over 60, alle persone immunodepresse o che presentino comorbidità e a insegnanti e personale scolastico. Nella ‘fase 3’ saranno vaccinati lavoratori dei servizi essenziali, detenuti, personale delle carceri e, in generale, dipendenti e ospiti dei luoghi di comunità, per poi far rientrare tutti gli altri nella ‘fase 4’, che dovrebbe arrivare a compimento tra la fine dell’estate e l’autunno del 2021.

Intanto all’orizzonte si intravede un nuovo possibile rallentamento. L’Agenzia regolatoria del farmaco europea giusto oggi ha avvertito per bocca del vice direttore esecutivo Noel Wathionche che è “improbabile” che l’Ema riesca a dare il via libera al vaccino AstraZeneca-Oxford a gennaio poichè “non hanno ancora fatto domanda” visto che “servono altri dati sulla qualità del siero”. Un ritardo dovuto in sostanza ad errori metodologici nella prima sperimentazione del candidato vaccino.

A confermare quanto sia seria la questione è arrivato un Tweet della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen che ha annunciato: “Abbiamo deciso di prendere altre 100 milioni di dosi aggiuntive del vaccino BioNTech-Pfizer, già in uso per vaccinare gli europei. Avremo quindi 300 milioni di dosi di questo vaccino, che è stato valutato sicuro ed efficace. Altri vaccini seguiranno”. Intanto  La Germania dal canto suo si è anche mossa autonomamente con l’acquisto reso noto ieri di 30 milioni di dosi di vaccino da BionTech-Pfizer che si aggiungono ai 55,8 milioni destinate alla Repubblica Federale nella ripartizione fatta dall’Ue.

A fare il punto sulla situazione è la rivista The Lancet Infectious Diseases. Secondo i dati pubblicati, la Pfizer prevede di produrre fino a 1,3 miliardi di dosi nel 2021, ma questo vaccino deve essere conservato a 70 gradi sotto zero e per Zoltan Kis, dell’Imperial College di Londra, il siero “non può porre fine alla pandemia perchè non sarà possibile stabilire una catena ultra-fredda in tutto il mondo”. La casa farmaceutica Moderna ha detto che può produrre fino a 1 miliardo di dosi nel 2021. In Russia è già partita la vaccinazione dei lavoratori dei servizi essenziali con lo Sputnik V.

Il vaccino di AstraZeneca si conserva a 2-8 gradi ed è prevista la produzione fino a 3 miliardi di dosi nel 2021. Secondo il sito ‘our world in data’ al momento sono 4,6 milioni le dosi di vaccino inoculate nel mondo, quasi metà negli Usa. Il Paese che ha fatto più vaccini in rapporto agli abitanti è Israele, che ha somministrato 5,7 dosi ogni 100 abitanti, seguito da Bahrein (3,2) e Gran Bretagna (1,2).

Redazione

Autore