Sono arrivato di fronte al Quirinale intorno alle undici e mezza, mi sono messo alla porta principale, quella dove c’è l’obelisco, ci sono le statue col cavallo, il monumento. Mi sono messo li e mi hanno subito circondato: polizia, carabinieri. Mi hanno detto che lì non si poteva stare, che dovevo spostarmi e mi sono spostato nella via di fronte al Quirinale ma più indietro. La situazione che si vede adesso è paradossale.

Io sono qui solo con un cartello, hanno chiuso la piazza del Quirinale ai turisti, non fanno più entrare nessun turista, nessuno può entrare nella piazza e ci sono fra i 40-50 poliziotti, carabinieri e celerini che sono tutti qui a guardare me. Sono passati più di cinque mesi, siamo nel sesto mese dello sciopero della fame di Alfredo (Cospito ndr.) e il presidente della Repubblica non si è mai pronunciato, non ha detto una parola. Ma in realtà lui è il garante della Costituzione e di fronte a fatti di questa gravità deve prendere posizione, è troppo facile starsene zitti. Io sono venuto qua stamattina e non chiedo niente direttamente a Mattarella. Posso leggere il cartello che ho scritto io e che ora ho sulle ginocchia. Ripeto: son da solo. Il cartello dice esattamente: Da oltre cinque mesi lo Stato sta assassinando Alfredo, un crimine oltre l’umanità che viola le leggi, la Costituzione, i trattati internazionali. Alfredo muore per le sue idee anarchiche. Il garante della Costituzione tace, perché? Il suo silenzio pesa come un macigno. Fuori Alfredo dal 41bis, no al 41bis, no alla tortura, no al silenzio complice.

A questo punto penso che sia giusto chiedere con energia che lui (Mattarella ndr.) si pronunci. Ha scelto di fare il presidente della Repubblica, è garante della Costituzione, deve assolutamente intervenire in questa situazione veramente abnorme. Chi vede Alfredo adesso resta impressionato, non è più un essere umano, è ridotto a pelle e ossa. Io starò qua oggi fino verso le quattro e mezza. Tornerò nei prossimi giorni se lui non si pronuncia. A un certo punto mi metterò fisso lì e dirò: “Non mi muovo più di qua fino a che non si pronuncia”. E potrei accompagnare questo con uno sciopero della fame. Non ne sono sicuro però esiste questa possibilità, la sto valutando. Non son sicuro perché nelle mie condizioni duro poco, però potrei anche farlo.

L’ho fatto adesso per l’aggravarsi della situazione di Alfredo perché si ha la sensazione che per quanto sia un uomo di ferro non possa reggere a lungo e quindi vogliamo che ci sia un intervento, vogliamo cercare di salvarlo, di salvarlo a tutti i costi. Di fare tutto il possibile per salvarlo anche perché quando poi ci saranno le reazioni, si ricordi la gente, che noi siamo undici mesi che stiamo facendo di tutto per evitare il degenerare della situazione. Ci stiamo battendo in tutti i modi: con gli avvocati, noi, con tanta gente onesta che in Italia c’è che ci sta appoggiando. Tante persone insieme che cosa vogliono? Vogliono evitare che la situazione degeneri. E contro abbiamo trovato veramente un muro di indifferenza, di odio, di menefreghismo. Puzza proprio di quel menefreghismo fascista terribile che storicamente ci ricordiamo.

Se muore Alfredo la situazione degenera necessariamente. È inevitabile che la situazione degeneri. Degenera perché lui muore, è la più drammatica delle degenerazioni per cui non c’è rimedio e poi ci saranno – è opinione mia personale – penso ci saranno reazioni in Italia ma non solo in Italia. In tanti Paesi del mondo ci saranno reazioni. La strana morte di cui è stata fatta costantemente la telecronaca, una tortura che ha coinvolto tutti quelli che vogliono bene ad Alfredo. E tutta la gente, che è tanta, le brave persone che ci sono in Italia, che sono tante, anche loro sono tutte esterrefatte. Siamo tutti esterrefatti dalla caparbietà con cui si vuole continuare.

E poi noi cosa chiediamo? Che venga rispettato il diritto – che non è il nostro, è il loro – e che venga rispettata la Costituzione. Quando tu chiedi queste cose non puoi ricattare nessuno, chiedi che vengano applicate le leggi e ci fan passare come quelli che ricattano. Cosa ricattiamo? Siamo ricattati casomai! Noi fino all’ultimo, fino a che Alfredo respira, lotteremo per evitare che muoia. Se Alfredo morirà la gente deve capire di chi è la responsabilità e deve capire quanto è orribile quello che sta succedendo.