Il grido del Pontefice
In un mondo di odio ci resta solo Papa Francesco

È un giorno triste quello successivo alla morte di un prete di strada, don Roberto Malgesini, un soldato di un esercito non nutritissimo alle dipendenze di Dio, che a Papa Francesco non appartiene, ma si identifica col suo messaggio di farsi servi degli ultimi e amarli pure se alle carezze rispondono con le coltellate. C’è una piega nuova sul volto del Papa, un’ennesima increspatura nel suo mare di dolore. Ma la voce è ferma: chi sfrutta la natura sfrutta l’uomo. Chi fa male al mondo fa male agli uomini, atterra gli ultimi, gli indifesi, cancella il futuro dell’umanità intera, anche di quella generata dagli autori del male.
E a combattere il male all’uomo non ci sono tanti: mancano le nazioni, i sistemi economici, le grandi organizzazioni mondiali. Quello che dovrebbe essere un imperativo -migliorare il mondo- resta un sermone per folli: visionari solitari, piccole cerchie di sognatori. Il mondo non è più di tutti, lo è di meno del passato. La terra è di chi ha le armi per governarla, e la forza di piegare la natura all’egoismo di una minuscola parte del pianeta, e per ricaduta su una consistente porzione di abitanti del mondo. Così, c’è una parte che sfrutta la natura e se ne gode i frutti immediati, e una parte che subisce per intero i guasti dello sfruttamento. E poi ci sarà anche la parte che ha sfruttato, che in un futuro imminente pagherà lo sfruttamento fatto. Ma non c’è lezione già subita dall’uomo che gli impedisca di prendere nuove e dolorose lezioni. L’uomo non impara, ingoia tragedie e le trasforma in scordanze, buone a perpetuare disastri.
Il mondo è la Sparta che ha un’unica prospettiva: la guerra, e butta dal Taigeto ogni rima, nota, pennellata, che potrebbero cambiarle prospettiva. Sugli scranni del potere ci vivono i soldati: affilano le lame per prepararle alla morte ed edificano carri per prepararli alle razzie. L’umanità dissipa gli ultimi scampoli di gentilezza, lascito di una razza di poeti ormai in estinzione. E l’ultimo filosofo ad avere un trono sulla Terra, per quanto malfermo, è Francesco: che non ha altre armi per imporre la propria filosofia, se non le parole. “Chi sfrutta la natura sfrutta l’uomo”, tuona l’ultimo filosofo rimasto e si accarezza l’increspatura del suo mare di dolore, quella di don Roberto Malgesini, il prete che ha accarezzato il proprio assassino.
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