Nell’atto depositato in Procura a Roma, finito sul tavolo dei magistrati Sergio Colaiocco e Giorgio Oran, i familiari chiedono che venga accertato se la cura di radioterapia, a cui era sottoposto il giornalista per un tumore ai polmoni, non ne abbia accelerato il decesso.

Il giornalista, infatti, era ricoverato per sottoporsi alle cure radioterapiche per un cancro polmonare che aveva provocato problemi al cervello. Secondo la famiglia, le presunte irregolarità sulle cure somministrate andrebbero ricercate proprio nel decorso della patologia celebrale, che a loro avviso, avrebbe subito un’accelerata dopo le terapie anti-tumorali. L’autopsia servirà a chiarire se Purgatori fosse affetto da metastasi tumorali al cervello.

Nel corso degli accertamenti diagnostico strumentali, avvenuti in un’altra clinica della Capitale, non sarebbero state evidenziate negli esami radiologici. Secondo i medici di un’altra struttura a cui si era rivolto il giornalista, le lesioni emerse dalle immagini radiologiche erano dovute a un’ischemia. Questo è uno degli aspetti che la Procura intende chiarire perché, se la circostanza dovesse essere confermata, con l’errore nella diagnosi, la terapia somministrata sarebbe stata sbagliata. Gli inquirenti stanno acquisendo, affidando l’attività ai carabinieri del Nas, tutto il materiale, comprese le cartelle cliniche, dove Purgatori è stato in cura: si tratta sia di strutture private che pubbliche.

La lite scoppiata tra i medici sulla Tac

I referti, secondo quanto dichiarato dai parenti nell’atto presentato attraverso i loro avvocati, sarebbero stati discordanti nelle diagnosi in quanto, a fronte di alcune risposte affermative sulla presenza di metastasi al cervello, ce ne sarebbero state altrettante che diagnosticavano invece diverse ischemie cerebrali senza la presenza di cellule tumorali.

Tra i due indagati, un medico e un tecnico radiologo, a dire dei parenti del giornalista, sarebbe scoppiato un litigio furibondo, a causa della loro differente interpretazione di alcuni fotogrammi della Tac. Secondo il luminare mostravano evidenti metastasi, mentre per il radiologo si trattava di ischemie che non andavano trattate con cure antitumorali invasive che avrebbero avuto conseguenze gravi sul paziente.

Se le ipotesi della errata diagnosi, e del conseguente “bombardamento” inopportuno di radioterapia, dovessero essere confermate dai risultati dell’autopsia e della Tac, che verrà effettuata la prossima settimana, potrebbero essere iscritti nel registro degli indagati altri sanitari e tecnici che hanno avuto in carico Andrea Purgatori nelle cliniche private.

Intanto sarà l’istituto di medicina legale del Policlinico di Tor Vergata ad effettuare l’autopsia sul corpo di Andrea Purgatori, il giornalista morto a Roma il 19 luglio. I pm che indagano per omicidio colposo, dopo una denuncia presentata dai familiari, affideranno a breve l’incarico per l’esame autoptico che verrà svolto la prossima settimana. Il medico legale effettuerà anche una tac e se necessario verrà chiesta una ulteriore consulenza

Redazione

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