Potrebbe avere del clamoroso l’esito dell’udienza presso il Collegio di garanzia del Coni chiamato a pronunciarsi sulla legittimità giuridica della penalizzazione di 15 punti inflitta dalla Corte d’appello federale alla Juventus nell’ambito dell’inchiesta sulle plusvalenze, sei in più della richiesta di 9 fatta dal procuratore federale Giuseppe Chiné.

Sulla decisione, che verrà comunicata soltanto domani dopo l’udienza fiume odierna iniziata alla 14:20, pesano infatti le parole pronunciate da Ugo Taucer, procuratore generale dello sport, che rappresentava l’accusa.

Se infatti in un primo momento del suo intervento Taucer sottolinea che “dal punto di vista dei comportamenti della procura federale non ho rilievi che possono essere mossi” e che il suo operato “è stato corretto e condiviso nel giudizio dalla Corte“, è su un punto chiave dell’accusa che arriva la sorpresa.

Il procuratore ha infatti auspicato il “rinvio alla Corte d’appello federale con rimodulazione della sanzione” nei confronti del club bianconero, ovvero uno sconto della penalizzazione. Il motivo è presto detto: “Temo – ha aggiunto Taucer – che riguardo all’articolo 4 applicato alla società, sulla carente motivazione riguardo ai punti, un principio di fondatezza delle difese ci sia”.

Un assist clamoroso al club della famiglia Agnelli-Elkann. La mossa di Taucer, che rappresenta l’accusa perché la Federcalcio ha scelto di non costituirsi, apre a due possibili scenari: il Collegio di garanzia del Coni potrebbe vedersi ridotta la penalizzazione o addirittura riuscire a cavarsela con una semplice ammenda se verrà messo in discussione l’intero articolo 4, ovvero il principio di lealtà sportiva.

A comporre il collegio la presidente Gabriella Palmieri Sandulli con i presidenti delle sezioni Vito Branca, Attilio Zimatore, Massimo Zaccheo e Dante D’Alessio. Si tratta, va ricordato, di un organismo che decide esclusivamente su motivi di legittimità: può dunque stabile se siano state rispettate procedure e diritto e dunque confermare la penalizzazione, annullarla in toto o rinviare il processo alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

Ai giudici l’avvocato Bellacosa, difensore della Juventus, ha esposto invece la posizione del club, che chiede l’annullamento della sentenza della Corte d’appello federale. “Nelle carte di Torino ci sono prove che confermano che valore dei giocatori è stato gonfiato? No. Nulla che possa consentire la revocazione”, sono state le parole di Bellacosa. Per l’avvocato Sangiorgio, invece, “come ha detto la stessa Corte, non c’è una regola sulle plusvalenze. Come si fa a violare una regola che non esiste? Come si fa a essere sleali su una regola non ancora pronunciata? Il mercato in quegli anni era in gran parte inliquido e tutte le squadre hanno fatto ricorso a scambi. Si è valutato su brandelli delle intercettazioni, brogliacci avulsi dal contesto“.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.