Nuovi guai per la Juventus. Il club bianconero avrebbe utilizzato altri club di Serie A con cui intratteneva affari come una sorta di “banca”, che permetteva alla società guidata da Andrea Agnelli di fare le agognate plusvalenze anche acquistando giocatori tramite altre squadre “per ostacolare le altre”.

A rivelarlo è quello che la procura di Torino considera uno dei suoi teste chiave nell’inchiesta Prima che vede indagati la vecchia dirigenza juventina, dallo stesso Agnelli a Fabio Paratici e Pavel Nedved: si tratta di Maurizio Lombardo, ex segretario generale che si occupava dei contratti della società.

Ne scrive oggi Repubblica, quotidiano che tra l’altro fa parte di quella Gedi di proprietà proprio della famiglia Elkann-Agnelli. Il quotidiano sottolinea come Lombardo sia “un fiume in piena” contro gli ex colleghi quando viene sentito in procura il 17 febbraio, anche perché dopo 9 anni nel club di Torino viene messo alla porta “in cinque minuti”, quando  29 ottobre 2020 gli dicono che “Paolo Morganti è più manager di te”.

Nel mirino finisce in particolare Fabio Paratici, oggi direttore generale al Tottenham ma per anni direttore sportivo e poi amministratore delegato della Juventus. Paratici che secondo Lombardo “aveva smanie di onnipotenza, voleva acquistare giocatori anche tramite altre squadre per ostacolare le altre”.

Al centro del colloquio tra l’ex segretario generale e i pm torinese c’è in particolare un incontro del 19 luglio 2018, tra il legale della Juventus, Cesare Gabasio, e il vicepresidente dell’Udinese, Stefano Campoccia, neo eletto consigliere della Lega calcio.

I sue si incontrano proprio nella sede della Lega Calcio, in un palazzo in via Rossellini a Milano: qui Gabasio consegna consegnerebbe a Campoccia un impegno di riacquisto in una busta chiusa, le “side letter” che celavano il patto occulto tra i due club.

Ai pm Lombardo rivela che era lui a custodire le side letter “in una valigetta, sempre con me, anche a casa“, perché poteva capitare “anche di notte” di essere chiamato da Paratici. “C’erano quelle del Cagliari, dell’Atalanta.. senza dubbio firmate“, gli dicevano “tienile tu” perché “era meglio che non uscissero“.

Al centro di questi accordi occulti ci sono alcuni calciatori anche di primo piano del nostro campionato: Cerri, Mandragora, Orsolini, Demiral, Traorè, Mulè, Audero, Peeters. Con l’Atalanta, scrive Repubblica, Lombardo snocciola precisi i debiti: “14,5 milioni: 4 per Mattiello, 4 per Muratore, 3,5 per Caldara, 3 per Romero“.

Secondo l’ex manager juventino i calciatori erano a conoscenza degli accordi. E sempre stando alle dichiarazioni di Lombardo quelle side letter non venivano depostati in Lega “altrimenti non si poteva registrare la plusvalenza”. I problemi emergono con il contratto di Mandragora all’Udinese per 20 milioni, quando “si rendono conto che con questa ricompra non potevano più registrarla subito“. All’epoca Lombardo ricorda: “Era ancora il periodo di Marotta e io chiesi: perché ce lo riprendiamo che non giocherà mai nella Juventus? Mi dissero che avevamo un obbligo“.

Ai pm di Torino Lombardo ha parlato anche delle manovra sugli stipendi dei calciatori durante il periodo del Covid: “Per la prima, avevo preparato le buste, 2 per ogni calciatore, in una la riduzione, l’altra per rimetterla firmata“.

Ma non tutti sono stati pagati, come confermato anche dall’argentino Dybala, oggi in forza alla Roma: “La Juve mi deve 3 milioni per gli stipendi del 2021. Ad aprile 2023 ha l’ultima opportunità per pagarli” altrimenti il suo avvocato procederà “anche se io non voglio fare nessuna causa e uscire sui giornali, evitando problemi per me e per la Juventus“.

Redazione

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