Inchiesta Salerno, su appalti pilotati si fa presto a parlare di sistema

Si fa presto a dire sistema. La cronaca giudiziaria ci ha dimostrato più di una volta come gli iniziali teoremi accusatori su presunti sistemi di potere si siano poi ridimensionati nel confronto con le tesi della difesa. Succede! Per questo occorrerebbe non dimenticare che per il momento l’inchiesta di Salerno sul consigliere regionale Nino Savastano e sugli altri 28, indagati a vario titolo per accuse che vanno dall’associazione a delinquere alla turbativa d’asta e alla corruzione elettorale, è solo il racconto che emerge dal provvedimento del gip, dalle informative della squadra mobile, dalle conclusioni del pm. Sembra un po’ presto per arrivare a sentenze, e quindi a certezze.

Per questa mattina sono fissati gli interrogatori di garanzia, che per problemi telematici di trasmissione di atti potrebbero probabilmente essere rimandati. Gli indagati raggiunti da misura cautelare (sono dieci in tutto) si troveranno presto di fronte a gip e pm: potranno avvalersi della facoltà di non rispondere e scegliere di prendere tempo per poter studiare la gran mole di atti e intercettazioni (perché sui giornali e nel provvedimento cautelare ci sono solo stralci) oppure potranno cominciare sin da subito a rispondere alle contestazioni degli inquirenti e fornire chiarimenti e spiegazioni delle singole vicende per cui sono sotto inchiesta. Siamo dunque alle prime fasi dell’iter giudiziario, eppure per gli amanti della gogna il caso sembra già chiuso: c’è un sistema.

Certo, ne parla il gip quando traccia lo scenario nel quale si calerebbero gli episodi e i dialoghi finiti all’attenzione della Procura: «Un sistema di relazioni di reciproca utilità e scambi, ben lontani dalle semplici richieste di intercessione al “politico amico”», è uno dei passaggi della tesi dell’accusa. Ma negli atti dell’inchiesta si fa anche riferimento a frasi captate durante le intercettazioni che potrebbero avere più di una chiave di lettura. La difesa (nel collegio, tra gli altri, gli avvocati Cecchino Cacciatore e Michele Sarno) è pronta infatti a fornire una lettura diversa da quella ipotizzata dagli inquirenti e tutti i chiarimenti del caso. Siamo in una fase dell’inchiesta in cui la presunzione di innocenza fino a prova contraria non può essere solo un lontano slogan. Tuttavia, l’onda mediatica e politica di reazioni e commenti non si arresta e rischia di creare condizionamenti anche inutili. Non si ferma anche l’azione della magistratura intenzionata a passare adesso ai raggi X tutta la storia politica e amministrativa della città di Salerno.

Se l’inchiesta che ha portato agli arresti il consigliere Savastano si concentra su appalti e presunti accordi avvenuti tra il 2019 e il 2020, c’è una costola di questa inchiesta che punta dritto alle elezioni amministrative appena concluse. Nell’ambito di questo filone ieri sono stati disposti gli arresti domiciliari per 20 giorni a carico dell’amministratore e di un operaio della cooperativa sociale San Matteo per una vicenda legata all’audio circolato il 3 ottobre scorso, nelle prime ore di voto per le Comunali, e denunciato da alcuni consiglieri di minoranza. «Vi volevo ricordare che domenica e lunedì si vota. Per noi è una cosa importante, ci stiamo giocando quasi tutto, quindi non vi sto dicendo che siete obbligati a votarci, naturalmente mi aspetto che andiate a votarci, che voi ci siate per noi come noi ci siamo sempre stati per voi… Questa volta mi sono scervellato. Sezione per sezione, so dove votate e dove non votate quindi i voti me li vado a controllare personalmente…».

È questo il messaggio contenuto nell’audio incriminato, diffuso in un gruppo WhatsApp di dipendenti della coop. Il sindaco Enzo Napoli, rieletto alla guida della città e ora iscritto nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sui presunti appalti truccati, aveva bollato la vicenda come «fake news» e sulla sua pagina social aveva annunciato di voler denunciare chi aveva diffuso l’audio «spacciandolo per un tentativo di pressione sulla libera manifestazione del voto». Adesso anche su questa vicenda indaga la Procura.