La scelta
L’incognita di Ursula von der Leyen, tra il secondo mandato alla Commissione e la guida della Nato
Il suo nome è circolato come dopo Jens Stoltenberg per la carica di segretario generale. Il mandato del norvegese, rinnovato diverse volte, scadrà a ottobre e la leader europea è tentata dall’incarico nell’Alleanza Atlantica
A chi le chiede se vuole rimanere per un secondo mandato a capo della Commissione europea, Ursula von der Leyen risponde: “Bel tentativo”. Della serie, hai provato a scucirmi qualcosa riguardo il futuro, ma niente da fare. La leader continua a tenere la bocca chiusa su un suo possibile secondo giro alla guida dell’esecutivo europeo, come è successo anche all’evento organizzato da Politico martedì sera. Intanto, però, alla domanda su cosa farebbe di diverso durante un potenziale nuovo mandato, von der Leyen ha dato una risposta che potrebbe essere vista almeno come parziale ammissione dei suoi intenti. “Manterrei la stessa direzione di marcia sui grandi temi” rispetto a quanto già compiuto, come per esempio il Green Deal e la transizione digitale. Tradotto: questi primi cinque anni sono andati bene, la mia leadership ha funzionato, non vedo perché bisognerebbe cambiare. Anche da ambienti a Bruxelles si ritiene molto probabile, anzi quasi certo, che von der Leyen ci voglia riprovare dopo le elezioni europee del 2024. E che abbia già avuto rassicurazioni in merito, con una tela di sostegni più o meno trasversale. Di recente il leader dei popolari europei Manfred Weber – protagonista di diversi scontri con VdL – ha fatto capire che l’ipotesi di un secondo mandato della politica tedesca spetti solo a lei, mentre il socialista spagnolo Pedro Sanchez ha spiegato che sarebbe una scelta apprezzata.
Il periodo più duro
In fondo, von der Leyen ha guidato la Commissione nel periodo forse più duro di sempre, disseminato da crisi inaspettate, come la pandemia di Covid-19 e la guerra scatenata dalla Russia in Ucraina. L’Unione Europea ne è uscita, probabilmente non in una condizione migliore – vista la quasi totale irrilevanza davanti alle crisi globali, vedasi il conflitto in Medio Oriente tra Israele e Hamas – ma ne è uscita. Il silenzio della presidente della Commissione, però, non è solo segnale di una riflessione personale o di un lavoro nell’ombra in modo da non bruciarsi la candidatura. Il nome di Ursula von der Leyen, infatti, è circolato anche come dopo Jens Stoltenberg per la carica di segretario generale della Nato. Il mandato del norvegese, rinnovato diverse volte, scadrà a ottobre e la leader europea è tentata dall’incarico nell’Alleanza Atlantica. Una strada difficile, da perseguire anche qui con cautela e senza reclami. Tocca a Ursula von der Leyen manifestare i suoi desideri. Tra qualche mese se ne saprà di più, anche se le risposte e i silenzi della leader europea cominciano a farsi sempre più espliciti. In fondo, chi tace acconsente.
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