Kiev smembrata sul banco del mercato
Incontro Trump-Zelensky a San Pietro, proposte e controfferte per la ‘pace’ in Ucraina: la mediazione di Starmer e la combo Crimea-Taiwan
Lasciare la Crimea a Putin sarebbe un doppio problema per gli Usa: legittimerebbe altre annessioni (vedi Taiwan) e pericoli per tutti i paesi della Nato sul Mar Nero

La Crimea? “Resterà alla Russia”. Donald Trump, intervistato dal Time per i cento giorni del suo secondo mandato alla Casa Bianca, conferma le sue idee sull’Ucraina. Per il presidente degli Stati Uniti (che ha incontrato Zelensky nella Basilica di San Pietro durante i funerali di Papa Francesco), la penisola sul Mar Nero ormai russa, è diventata tale sotto Barack Obama e l’ex presidente Usa non fece nulla per impedirlo. E questo, per The Donald, è un dato di fatto su cui non vale la pena discutere. Anzi, meno se ne discute, e più diventa facile arrivare a un accordo con Mosca, il cui presidente Vladimir Putin ha già messo in chiaro che qualsiasi territorio occupato in questi anni rappresenta ormai definitivamente una parte della Federazione Russa.
Witkoff da Putin, Zelensky alle strette
La dichiarazione di Trump sul Time certifica quello da tempo è ormai chiaro: per il capo della Casa Bianca, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky deve accettare qualcosa di visto ormai come ineluttabile. Per il tycoon, anzi, il leader ucraino sarebbe ormai consapevole di questo destino. E adesso, l’obiettivo è solo uno: arrivare il prima possibile a un cessate il fuoco e a un accordo di pace definitivo tra Kyiv e Mosca.
Trump ha deciso di mettere il piede sull’acceleratore. E lo conferma anche il viaggio dell’inviato Steve Witkoff alla corte di Putin. Arrivato ieri a Mosca mentre non lontano dalla capitale veniva ucciso con un’autobomba il generale Yaroslav Moskalik, vicecapo della Direzione operativa principale dello Stato maggiore. Una morte che per l’intelligence russa è da attribuire, come altre, ai servizi segreti ucraini.
Ucraina, la proposta Usa e la mediazione di Starmer
La proposta Usa è sempre la stessa e lo ha confermato anche un documento ottenuto ieri da Reuters. Washington, in cambio di un completo e definitivo stop alle ostilità, offre alla Russia il riconoscimento della Crimea come parte della Federazione, un riconoscimento di fatto dell’occupazione delle quattro regioni invase dal 2022, e una graduale rimozione delle sanzioni. Una proposta di certo allettante per Putin e il suo staff, consapevoli del fatto che senza l’Occidente l’esercito ucraino non può resistere a lungo. Ma da parte di Zelensky e del governo di Kyiv, la speranza è quella di riuscire a ottenere un accordo diverso. Come ha spiegato il Telegraph, il governo ucraino sta cercando di limitare le concessioni Usa a Mosca anche grazie al sostegno del primo ministro britannico Keir Starmer.
Crimea e Taiwan, l’errore da evitare…
L’idea di Zelensky e del leader laburista è quella di presentare una controfferta che prevede il rifiuto al riconoscimento della Crimea russa. Ma l’obiettivo di Kyiv e di Londra sarebbe anche quello di mettere in guardia Washington da un accordo che potrebbe apparire agli occhi del mondo come una capitolazione. Lasciare la Crimea sarebbe infatti, secondo gli ucraini, un duplice problema per gli Stati Uniti. Da una parte legittimerebbe altre annessioni nel resto del mondo, in primis quella di Taiwan. Dall’altra, sarebbe un pericolo per tutti i Paesi membri della Nato che si affacciano sul Mar Nero. E, secondo il documento ottenuto invece da Reuters, l’Ucraina e gli europei starebbe anche cercando di posticipare gli accordi sui territori dopo il cessate il fuoco e “un graduale allentamento delle sanzioni” ma soltanto dopo che “sarà raggiunta una pace sostenibile”.
Il tempo però non sembra essere a favore di Zelensky. E lo confermano anche le parole di una delle personalità di spicco della politica ucraina, il sindaco di Kyiv, Vitali Klitschko. Alla Bbc, Klitschko ha detto che “è ingiusto” parlare dei territori, ma “per la pace, una pace temporanea, forse è una soluzione temporanea”. Il sindaco ha poi chiarito che questo non è un auspicio né uno scenario su cui lui ha fatto delle aperture. Ma è chiaro che ora in Ucraina diversi segmenti dello Stato e della popolazione vedono come concreta l’eventualità di una cessione territoriale. Zelensky vuole un cessate il fuoco il prima possibile. E prima di partire per Roma a bordo dell’Air Force One, Trump ha ribadito il suo piano. “Cercheremo di uscire dalla guerra per poter salvare cinquemila persone a settimana. Questo è il mio obiettivo. Voglio salvare cinquemila giovani”, ha detto The Donald. E il presidente Usa ha aggiunto: “Penso che siamo piuttosto vicini. Nessuna scadenza. Voglio solo farlo il più velocemente possibile”.
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