Giustizia
Inefficacia della legge Vassalli sulla responsabilità civile dello Stato per gli errori dei magistrati

Qualcuno ricorda la brillante “Operazione Malta” della Procura di Napoli a fine 2010? L’ allora Procuratore Capo Giandomenico Lepore, circondato da sostituti e alti ufficiali della finanza, annunciò in conferenza stampa il 14 dicembre di quell’anno: “Abbiamo sgominato una banda di truffatori internazionali dediti a frodi assicurative ai danni degli automobilisti campani!”, e quindi il blocco dell’attività della società di assicurazioni maltese EIG ltd, gli arresti per una dozzina di “truffatori” e il maxisequestro di altre 15 società italiane.
Il Gip aveva scritto: “L’ egregia indagine condotta dalla Guardia di Finanza, condensata abilmente dal PM nella richiesta di custodia cautelare, è assolutamente completa, straordinariamente dettagliata, priva di lacune istruttorie e pervasivamente convincente”. Un mese dopo il Tribunale del riesame ribaltava le frettolose conclusioni di Procura e Gip: “..la contestazione in esame è giuridicamente infondata….se la disanima del Gip si dimostra insufficiente, la prospettazione interpretativa fatta propria dal PM è errata”. Il procedimento fu conseguentemente archiviato nel 2013, molte di quelle società finirono in stato di insolvenza con perdita di posti di lavoro. Alla fine non si confermò alcun reato e nessun colpevole. La Corte d’appello di Napoli riconobbe alcuni indennizzi per ingiusta detenzione nel 2015. In conclusione hanno pagato solo i contribuenti e i magistrati hanno fatto carriera.
Nel 2016, in qualità di ex Presidente della società maltese, ero stato accusato di esercizio abusivo di attività assicurativa e ostacolo alle attività di vigilanza. Decisi di citare lo Stato ai sensi della legge Vassalli per la responsabilità civile dei magistrati che avevano ignorato il diritto dell’ UE (la vigilanza spettava alle autorità maltesi, non all’ Italia, ma Procura e Gip l’ hanno ignorato!).
Poche settimane fa è stata pubblicata la sentenza di rigetto del Tribunale di Roma che non riconosce gli errori dei magistrati, a differenza del Riesame e della Corte d’appello di Napoli in sede di ingiusta detenzione. Ma lo zelo dei magistrati romani non si ferma qui perché vengo anche condannato a pagare subito 15 mila euro di spese legali alla Presidenza del Consiglio oltre a oneri e imposte: un messaggio chiaro per scoraggiare il ricorso in appello a tutela dei magistrati. Dopo il danno, la beffa è il caso di dire!
Possiamo allora ancora sorprenderci che la legge Vassalli negli ultimi 12 anni abbia visto lo Stato soccombere solo in 8 casi su 544 procedimenti? Sono i dati forniti dall’ on. Costa pochi giorni fa e dimostrano che, malgrado la riforma del 2015, la legge non è uno strumento assolutamente efficace per risarcire il cittadino dei danni derivanti dagli errori dei magistrati per la pretesa esenzione da responsabilità che competerebbe alla funzione interpretativa dei giudici. La realtà di cui prendere atto è che una legge nata nel 1988 sull’ onda emotiva del referendum dopo il caso Tortora con oltre l’ 80% dei cittadini a favore della responsabilità civile dei giudici, è stata congegnata in modo da non funzionare per non irritare i magistrati. La riforma del 2015 – imposta da una sentenza della Corte di Giustizia del 2011 che stabiliva la responsabilità dello Stato per errori dei magistrati nell’applicazione del diritto dell’ UE – ha subito la stessa sorte (Governo Renzi, Guardasigilli Orlando) sempre per le pressioni dei magistrati, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
Occorre quindi mettere al centro di una riforma della giustizia oggi la revisione profonda della legge Vassalli perché solo attraverso una vera responsabilizzazione dei magistrati si potrà ottenere una giustizia più efficiente, rapida e giusta. Difficile che si trovi l’accordo politico sulla materia, diventa perciò importante che la campagna referendaria del Partito Radicale e della Lega sulla riforma della giustizia in corso di definizione proponga chiari quesiti referendari per evitare l’ annacquamento della riforma come nel 1988!
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