Mama Africa
La violenza senza fine
Inferno Congo, la scontro infinito con i ribelli del M23 e le 130 milizie appoggiate da Ruanda e Uganda
Le province orientali della Repubblica Democratica del Congo rischiano di essere travolte ancora una volata dalla violenza. Dopo anni di guerra e ben due conflitti continentali, che sono arrivati a coinvolgere una decina di Stati africani, negli ultimi mesi era stato raggiunto un cessate il fuoco sia nel nord che nel sud Kivu. Questa regione è sempre stata oggetto del desiderio degli stati confinanti di Ruanda, Burundi ed Uganda che da decenni approfittano della debolezza dello stato centrale congolese che non riesce a difendere il proprio territorio e soprattutto la propria popolazione. In zona agiscono circa 130 milizie che uccidono, rapiscono, violentano e saccheggiano trasformando la vita dei congolesi in un autentico inferno.
Fra le tante milizie spicca ormai da un decennio il movimento M23 che già nel 2013 aveva preso il controllo della capitale regionale Goma. Le forze armate congolesi non riescono ad arginare la violenza di questo gruppo ed hanno arruolato alcune milizie per combattere al loro fianco. Vista la difficile situazione la Comunità degli Stati dell’Africa Orientale ha inviato in Kivu una missione militare per difendere la popolazione e garantire il cessate il fuoco. Proprio il comando della missione ha dichiarato che i combattimenti erano ripresi e la tregua rotta. I gruppi filo-governativi hanno avuto una serie di scontri con l’M23 che ha attaccato anche alcune posizioni delle forze armate regolari di Kinshasa.
Le truppe dell’Eac non sono state direttamente coinvolte negli scontri anche se un colpo di mortaio ha colpito la base uccidendo un militare del Kenya. La situazione sta diventando incandescente ed il Ruanda che appoggia ufficiosamente i miliziani ribelli del M23 continua a cercare lo scontro, mentre l’Uganda agisce già in territorio congolese dando la caccia alle milizie dell’Adf, ugandesi islamisti affiliati all’Isis, che vogliono creare un califfato nel cuore dell’Africa. Un dominio geopolitico sempre più complesso che in vent’anni ha visto più di 5 milioni di morti e altrettanti profughi e che sta per scivolare ancora una volta in una tragedia per la popolazione congolese.
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