Il caso a Forlì
Ingresso vietato a chi indossa la mascherina, bufera sull’agenzia no-mask: “E’ un segno di sottomissione”

Ingresso vietato per chi indossa la mascherina. Sembra un controsenso ma è l’incredibile protesta messa in atto dal titolare di una agenzia di intermediazione immobiliare di Forlì, in Emilia Romagna, in un caso denunciato dal deputato di Italia Viva Marco Di Maio.
Le foto dello ‘scandalo’ sono state postate dallo stesso deputato renziano sui suoi profili social. Dalle immagini si legge come sui cartelli affissi all’esterno si legge: “Chi rinuncia alla libertà per avere sicurezza non merita né libertà né sicurezza”. In un second messaggio invece le mascherine vengono definite “segno della vostra sottomissione” e non un dispositivo per “proteggere dai virus”. Accanto ai due manifesti quindi una bara simbolica che dovrebbe simboleggiare per il proprietario dell’agenzia la morte della Costituzione Italiana per le privazioni delle libertà imposte dal Governo.
Un gesto, secondo Di Maio, “di pessimo gusto” e “inqualificabile” soprattutto considerate “le tante vittime mietute dal Covid, le sofferenze che sta provocando e gli enormi disagi che sta producendo per milioni di italiani”.
Il proprietario dell’agenzia, Carlo Laurenzi, intervistato da ForlìToday ha rivendicato la scelta sottolineando che lo Stato “ha fatto una serie di errori abnormi, facendo ricadere gli effetti sui cittadini, violando le libertà e le leggi esistenti, facendo usare le mascherine che non servono a nulla, se non da monito. Quindi il cittadino deve stare imbavagliato e zitto. Questo è quanto fanno i pecoroni”.
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