Il caso
Inizia la campagna elettorale, fedelissimi di De Luca nel mirino dei Pm
In Campania è partita l’inchiesta sui Covid hospital costruiti in 18 giorni e in Lombardia quella sulle Rsa di Como. Dopo la pandemia e i casi sanitari, il virus scatena una serie di casi giudiziari. Il fascicolo aperto a Napoli dai pm della sezione specializzata in reati contro la pubblica amministrazione riguarda ipotesi di turbativa d’asta e frode in pubbliche forniture. Arriva in un momento particolare per la politica regionale, in pieno esordio di campagna elettorale in vista delle elezioni di settembre. Tra gli indagati c’è il consigliere regionale Luca Cascone, un fedelissimo di Vincenzo De Luca, che difeso dall’avvocato Cecchino Cacciatore si dice pronto a dimostrare la propria estraneità alle accuse e a dimostrare, carte alla mano (ci sarebbe anche un’autorizzazione), le ragioni della sua presenza nell’unità di crisi. Una presenza iniziata nei primi giorni dell’emergenza per seguire i problemi dei trasporti e che si è prolungata perché la pandemia aveva determinato una situazione talmente nuova e grave che ognuno, secondo il racconto di molti, ha cercato di dare il proprio contributo. Nessuna illecito, a sentire le difese che attendono di sapere cosa viene contestato visto che al momento ci sono solo i decreti di perquisizione con cui sono stati prelevati computer e telefoni degli indagati sui quali ieri sono cominciate le operazioni di copia forense.
Le accuse che i pm contestano sono per ora sintetizzate nella sola indicazione degli articoli del codice che fanno riferimento alla turbativa d’asta e alla frode in pubbliche forniture. È possibile che l’inchiesta si allarghi ancora. Per ora tra gli indagati figurano, oltre a Cascone, il manager dell’Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva, il presidente della Soresa (la centrale regionale per gli acquisti) Corrado Cuccurullo, e l’ingegnere Roberta Santaniello, responsabile unico della gara che servì a realizzare la costruzione degli ospedali Covid in Campania. L’inchiesta nasce dalle cinque denunce depositate dall’ex consigliere regionale di centrodestra Marcello Tagliatatela e relative alla realizzazione degli ospedali Covid di Ponticelli, Salerno e Caserta. La notizia dell’indagine ha scatenato una serie di reazioni soprattutto politiche, alcune delle quali sembrano anticipare conclusioni investigative che nella realtà sono ancora lontane. L’inchiesta è infatti alle prime battute e vale per gli indagati la presunzione di innocenza. Alcuni si sono già detti pronti a essere ascoltati dai pm per chiarire la propria posizione, le proprie scelte, il proprio ruolo nella gestione di un’emergenza senza precedenti.
Al centro dell’indagine c’è un maxi appalto da 18 milioni di euro. Gli inquirenti ipotizzano «elementi di criticità – si legge nel decreto di perquisizione – in relazione alle procedure di aggiudicazione e di esecuzione e alle altre gare indette nel periodo dell’emergenza». I riflettori sono puntati sui tre Covid hospital: quello di Ponticelli – passato alle cronache con gli applausi della gente del quartiere che accolse festosa i primi camion per l’apertura dei cantieri giunti nella notte in quella porzione di periferia a est della città – è un ospedale con 72 posti già pronti su un totale previsto di 120, e gli ospedali di Caserta e Salerno che devono entrare in funzione, ciascuno con la possibilità di 24 posti letto. L’attenzione investigativa è concentrata sulla fase preliminare alla gara, sui contatti tra politici e manager, tra uffici regionali e possibili fornitori, nonché su collaudi e forniture di dispositivi medicali.
Da Sud a Nord. Ieri mattina i carabinieri del Nas di Milano hanno svolto accertamenti presso 17 Rsa e in un ospedale della provincia di Como sequestrando 363 cartelle cliniche di pazienti deceduti durante la fase più acuta della pandemia. Sotto la lente degli investigatori, i protocolli di prevenzione e le procedure applicate all’interno delle strutture per contrastare i contagi. L’indagine è stata avviata dalla Procura di Como sulla scia di ben 26 esposti da parte di altrettanti familiari di vittime e personale sanitario. Si ipotizzano reati di omicidio ed epidemia colposi.
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