La raccolta firme prosegue
L’iniziativa di Boldrin e Forchielli: “Incubare un soggetto politico con pazienza, chi occupa il centro oggi ha fallito”

Le mail arrivate in una settimana sono state circa 5800, “ben al di là delle più rosee previsioni”, commenta Alberto Forchielli. L’obiettivo, d’altronde, era raccoglierne intanto mille. “Sta diventando una cosa seria, ci sentiamo responsabili” ha aggiunto il suo compagno di un viaggio ancora da organizzare, Michele Boldrin. I due una settimana fa hanno lanciato una sorta di raccolta firme per capire quante persone sono motivate e pronte a impegnarsi per creare un soggetto politico sullo stile di Fare per Fermare il declino, il piccolo partito, con una breve esperienza, nato e scomparso più di dieci anni fa. Ora il target si è alzato e vorrebbero ricevere 10mila nomi e cognomi, ma intanto stanno creando un sito internet dove raccogliere i dati personali in maniera più precisa e soprattutto legale.
L’iniziativa di Boldrin e Forchielli: “Incubare un soggetto politico con pazienza”
Nella loro ultima diretta social, Boldrin e Forchielli hanno parlato dei prossimi passi. “A settembre vediamo cosa esce fuori”, era il messaggio iniziale. Ora l’economista e l’imprenditore vanno avanti. “Stiamo mettendo giù le bozze di un programma, pensiamo di pubblicarlo nel modo migliore in tempi rapidi. Stiamo discutendo prossimi passi operativi e se fare una convention. Non vogliamo essere i due capetti di un movimento politico e metterci il pennacchio in testa. L’idea è di incubare la formazione di un soggetto politico, fatto da soggetti più giovani di noi, un gruppo dirigente di questo partito che possa muoversi sulle proprie gambe. Vorremmo creare un processo di selezione per definire questa specie di comitato di direzione” spiega Forchielli.
L’imprenditore continua a raccontare ciò che è emerso nelle chiacchierate tra i due, soffermandosi su alcuni parametri necessari per chi vorrà far parte di questo eventuale e futuro gruppo dirigente del partito: “Questo core group dovrebbe essere composto da persone con buone qualificazioni accademiche, oppure dovranno avere buoni achievement professionali, dovranno essere disponibili a impegnarsi, dovranno avere alcune risorse disponibili per le attività, dovranno dire in quali altri gruppi politici hanno militato, e ovviamente il casellario giudiziario intonso”.
Boldrin avvisa tutti però: “È un processo che richiede pazienza, nessuno si sogni di candidarsi a maggio a regionali o simili, l’obiettivo e l’orizzonte che emerge è quello del 2027”.
Il possibile nuovo partito di Boldrin e Forchielli: “Chi occupa il centro ha fallito”
L’iniziativa intanto va avanti, anche se è nata quasi per scherzo. A spiegare cosa c’è dietro è Boldrin: “La cosa del partito nasce per caso, ma non è balzana. C’è intuizione imprenditoriale. A destra c’è un pezzo di Italia seria che il governo sta deludendo, a sinistra un disastro. E il gruppo di chi occupa il posto al centro ha evidentemente fallito”. Gli va dietro Forchielli, più netto e sicuro: “Al centro le iniziative sono state deludenti, molto personalistiche, i litigi tra Calenda e Renzi molto spiacevoli. Non voglio dire che siamo un partito di centro, non saremo un partito scontato“.
Magari non le famose praterie, poi scomparse alla realtà dei fatti, ma per l’economista c’è uno spazio da riempire: “Su questioni grandi, su energia, difesa, sul posizionamento chiaro su Russia, Cina, Medio Oriente, non c’è nulla di serio. C’è uno spazio vero che molte persone credo apprezzano”. Ma non sarà un partito personalistico, l’avvertimento di entrambi: “O c’è un team, un gruppo dirigente, non seguaci e portaborse”, oppure non se ne fa nulla.
“C’è una sola cosa che mi ha sempre colpito di Fare per Fermare il Declino, ai tempi ero lontano e quindi non ho contribuito” ha spiegato Forchielli. “Non c’è nessuno che mi abbia mai detto: sono pentito di averlo fatto. C’era in tutti un grande rammarico, una grande nostalgia. In me mi sono sempre detto: perché non riprovarci? Evitando gli errori che sono stati fatti” ha aggiunto.
Programma e posizioni principali: liberisti e pragmatici
Tra i due Forchielli è quello più spedito, a tratti parla già da politico affermato e soprattutto pienamente in campo: “Tutti si aspettano che saremo neoliberali, ma per esempio sul tema delle privatizzazioni saremo molto prudenti. La tendenza del movimento sarà liberista, con un minimo di senso pratico. La motosega penseremo di esibirla, però”, scherza in riferimento al presidente argentino Javier Milei. È lo stesso imprenditore a elencare alcuni punti specifici: “La produttività sarà un mantra, la crescita vuol dire innovazione, due parametri inderogabili”. Poi spazio alle posizioni su politica estera e migrazioni: “La politica estera sarà chiaramente atlantista, riteniamo che l’Occidente debba continuare a prosperare”. Sulle migrazioni i due adottano un approccio che Boldrin definisce di “razionalità pragmatica”: il succo è che i migranti servono, senza comportamenti buonisti e simili. Ma i flussi migratori servono all’economia del paese e si può portare avanti un metodo di integrazione efficace. “Cerchiamo alpini, poche chiacchiere, sacco in spalla e camminare”. Il nome del futuro partito/movimento ancora non c’è, ma il viaggio sembra iniziato. L’interrogativo è quanto Boldrin e Forchielli andranno lontani.
© Riproduzione riservata