Le minacce informatiche
Intelligenza artificiale e cybersecurity, l’Italia è impreparata e per la politica la sfida è tutta davanti
L’Italia, uno dei Paesi del G7, attore importante del panorama globale, si trova a dover fronteggiare, decisamente impreparata, due fenomeni in rapida crescita che stanno ridefinendo il nostro mondo in modo estremamente significativo: la cybersecurity e l’intelligenza artificiale. Per la politica italiana la sfida è tutta davanti. Ci arriviamo impreparati, perché abbiamo sottovalutato i fenomeni, abbiamo fatto pochi investimenti pubblici e non siamo stati granché capaci, con sostegni economici ma non solo, di creare sinergie significative tra il mondo dell’impresa e quello delle università.
Ma è quanto mai centrale affrontare queste sfide globali con strumenti nazionali, concentrandoci sulla necessità di rafforzare la legislazione, la formazione degli operatori e il sistema di governance per garantire la protezione dei nostri dati e delle nostre informazioni.
La cybersecurity, o sicurezza informatica, è diventata una delle questioni più pressanti del nostro tempo. Le minacce cibernetiche sono sempre più sofisticate e diffuse, con potenziali impatti devastanti su settori cruciali come l’energia, la sanità e la finanza. Le notizie che giungono ieri da Londra, dove il Foreign Office ha denunciato un pesantissimo attacco cibernetico che ha compromesso conversazioni private di politici e giornalisti, sono molto preoccupanti ed è quindi ogni giorno sempre più essenziale che l’Italia affronti questa sfida con determinazione e visione.
Il nostro sistema legislativo deve adattarsi rapidamente per tenere il passo con l’evoluzione di tali minacce. La creazione di normative più robuste e aggiornate è fondamentale per proteggere le nostre infrastrutture digitali e i nostri cittadini. Dobbiamo istituire meccanismi di responsabilità chiari e pene severe per coloro che cercano di compromettere la nostra sicurezza informatica.
In gioco, su questo, ci sono non solo i diritti fondamentali dei nostri cittadini – problema che gli stati democratici non devono evidentemente affrontare – ma anche i nostri valori democratici. In ultimo, è in gioco la nostra stessa democrazia e le nostre libertà che da questa conseguono, perché le guerre ibride sempre più si combatteranno non solo con la disinformazione, ma anche con gli attacchi cibernetici.
L’intelligenza artificiale (IA) è un’altra frontiera cruciale che l’Italia deve affrontare con grande attenzione ma anche con prontezza. L’IA promette di rivoluzionare molteplici settori, dalla salute alla mobilità, ma presenta anche sfide legate alla privacy e all’etica. Dobbiamo garantire che l’adozione dell’IA avvenga in modo responsabile e trasparente.
La formazione degli operatori è un tassello essenziale in questo contesto. Investire nella preparazione di professionisti altamente qualificati nell’IA è fondamentale per sfruttarne appieno i vantaggi e garantire che le decisioni prese da sistemi automatizzati siano etiche e giuste. Se saranno gli algoritmi a prendere scelte cruciali per le nostre vite, dobbiamo sapere che saranno i nostri valori a guidarli.
Infine, non possiamo trascurare il nostro sistema di governance. L’Italia deve sviluppare una strategia nazionale che integri la cybersecurity e l’intelligenza artificiale in modo coerente e coordinato. Dovremmo promuovere la collaborazione tra il settore pubblico e privato per affrontare queste sfide in modo sinergico.
Come politica, dobbiamo essere consapevoli del fatto che non possiamo permettere che i nostri dati e le nostre informazioni circolino liberamente al di fuori del nostro Paese senza la tutela dei diritti dei cittadini e la salvaguardia dei nostri standard. Si parla tanto di sovranità alimentare ed è corretto che sia così: forse però è il caso di parlare di sovranità digitale, una sovranità che non può che essere europea, in un settore sul quale ci siamo solo in minima parte come sistema Paese: questo è essenziale per il nostro futuro. L’Italia ha di fronte sfide significative ma anche opportunità senza precedenti nel campo della cybersecurity e dell’intelligenza artificiale. È per questo che abbiamo organizzato al Senato un importante momento di confronto con Bv Tech azienda specializzata in Ict e cyber security, insieme alla collega Senatrice Licia Ronzulli, il Direttore Generale Agenzia Cybersicurezza Nazionale Prefetto Bruno Frattasi, il Vice Direttore DIS Prefetto Alessandra Guidi e tanti esperti in materia. È ora di agire con determinazione e lungimiranza per garantire un futuro sicuro, etico e prospero per il nostro paese. Solo attraverso strumenti nazionali ed europei ben definiti e una visione chiara possiamo raggiungere questo obiettivo cruciale.
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