"Tutti i gruppi parlamentari si sono detti d’accordo”
Intercettazioni, anche il Parlamento si accorge che c’è un abuso: focus sui trojan
Il giro di vite sull’abnorme uso e abuso delle intercettazioni prende forma. Anticipato nel discorso sulle linee guida del suo ministero dal Guardasigilli, Carlo Nordio, ecco che palazzo Madama raccoglie il testimone e passa all’attacco. Al Senato infatti la Commissione Giustizia ha deciso di avviare un’indagine conoscitiva sul fenomeno delle intercettazioni in Italia. “Tutti i gruppi parlamentari si sono detti d’accordo”, ha spiegato la presidente della Commissione, l’avvocata Giulia Bongiorno.
Per una volta, hanno votato a favore anche i Cinque Stelle, confidando nell’applicazione di un lodo Scarpinato sull’introduzione delle intercettazioni preventive. Una unanimità non scontata che adesso dà il via all’indagine anche in vista della riforma annunciata da Nordio per limitare fortemente l’uso degli ascolti telefonici per i reati diversi dall’associazione mafiosa e terrorismo. “Mi sembra un’ottima iniziativa quella della presidente Giulia Bongiorno di avviare un’indagine conoscitiva sulle intercettazioni che sono un tema caldo”, commenta per Forza Italia il deputato Pierantonio Zanettin. “Lei ci aveva chiesto in ufficio di presidenza se avevamo delle proposte su questo e io ho chiesto che si facesse un focus sul Trojan che è uno strumento molto invasivo della privacy e molto delicato e che ha registrato molte problematiche note”, aggiunge il parlamentare di FI che racconta anche di aver “suggerito che si possa andare a visitare i locali dove vengono ospitati i server che vengono utilizzati per conservare le registrazioni e che hanno dimostrato criticità in fase applicativa fino ad oggi”.
Il capogruppo del M5S in commissione Roberto Scarpinato ha invece proposto che vengano analizzate le intercettazioni preventive, quelle che vengono utilizzate dai servizi segreti, di cui ha parlato anche il Guardasigilli Carlo Nordio nelle sue linee programmatiche. Alfredo Bazoli del Pd ha invece chiesto che nell’ambito dell’indagine si aprisse anche una riflessione sull’equilibrio tra intercettazioni e divulgazione di queste sui media. “È opportuno e fondamentale intervenire sulle intecettazioni. Perché oggi ci sono troppe proroghe concesse ai magistrati in modo arbitrario, con intercettazioni a strascico e uno strumento, il trojan, che deve essere normato in maniera diversa”, fa notare da Montecitorio, Enrico Costa.
Il vicesegretario di Azione, già vice ministro della Giustizia, punta a smontare quel gioco di specchi che oggi consente, a valle della legge che vieta la pubblicazione delle intercettazioni, un inganno vero e proprio: “Il tema della comunicazione esterna degli esiti delle intercettazioni è un altro nervo scoperto. Continuiamo a dire che non devono uscire, poi ammettiamo la norma che ammette la pubblicazione letterale delle ordinanze di custodia cautelare, e così le Procure inseriscono le intercettazioni negli atti e ne moltiplicano la propalazione. È la base attraverso cui viene tutto diffuso. È una gigantesca presa in giro”.
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