Parla il consigliere di Trump, protagonista di Russiagate
Intervista a George Papadopoulos: “Ecco cosa vuole Putin per fermare le bombe”

George Papadopoulos sembra essere uscito dalle pagine di un romanzo di Emmanuel Carrère. Statunitense di origini greche, sposato con una italiana, è stato l’ascoltatissimo consigliere per la politica estera di Donald Trump sin dalla campagna presidenziale del 2016. Nell’ottobre 2017 Papadopoulos ha riconosciuto la sua colpevolezza nell’aver reso false dichiarazioni all’Fbi in merito alla natura delle sue relazioni con la Russia e alla campagna presidenziale di Donald Trump, ed è diventato così il primo bersaglio della maxi-inchiesta del procuratore speciale Robert Mueller, che lo ha fatto arrestare. La sua è stata la prima condanna del cosiddetto Russiagate (lui la chiama “Spygate”).
A suo dire, il Dipartimento della Giustizia Usa e l’Fbi gli hanno teso un tranello attraverso un oscuro agente segreto maltese, Joseph Mifsud. Rivelatosi doppiogiochista, Mifsud – che usava la copertura da professore maltese della Link Campus University di Roma – propose a Papadopoulos una “polpetta avvelenata” su Hillary Clinton: migliaia di email private vennero squadernate a tutto vantaggio del candidato repubblicano. È stato il clou di quella che Papadopoulos chiama “cospirazione”. Verosimilmente furono i servizi segreti di Putin, l’Fsb, ad aver hackerato la posta elettronica della candidata democratica alla Casa Bianca. Quel che è stato appurato è che emissari internazionali le offrirono a Papadopoulos e suo tramite a Donald Trump. Riabilitato, Papadopoulos lavora oggi come consulente strategico ed è ospite fisso dei grandi talk show televisivi americani. Quando si tratta di capire la strategia di Mosca, è sempre un punto di riferimento; non solo per le televisioni ma per gli analisti di Capitol Hill e del Pentagono.
Qual è la sua posizione sul conflitto tra Russia e Ucraina?
Questo conflitto ha il potenziale per trascinare la Nato a un passo dagli attacchi russi – che, come vediamo, iniziano a colpire vicino al confine con la Polonia – e a distanza ravvicinata dalla Cina, a cui la Russia ora ha chiesto assistenza sia militare che economica per la sua guerra. Gli Stati Uniti si trovano dunque adesso a dover pensare a un potenziale conflitto sia con la Russia che con la Cina, qualcosa di molto diverso dalle guerre in Iraq e in Afghanistan.
Vladimir Putin ha invaso l’Ucraina con uno scopo espansivo ben preciso? Dove si fermerà?
Credo che Putin stesse cercando uno sbocco sul mare oltre alla Crimea e volesse dominare l’intera costa ucraina del Mar Nero, controllando così anche tutta l’industria estrattiva lì presente. Era stato trasparente nel preannunciare che avrebbe invaso l’Ucraina se questa avesse continuato a chiedere l’adesione alla Nato. Questo, e la debolezza di Biden come leader americano, sono i motivi per cui ha invaso. Vedremo probabilmente Mariupol passare sotto le insegne russe e alla fine anche Odessa. Kiev invece è strategica per scopi simbolici e di propaganda per Putin.
Perché ha deciso di attuare questo suo piano in questo momento?
Allo stato attuale delle cose, credo che gli Stati Uniti vinceranno la loro partita grazie alla vendita di Gas liquefatto naturale e di armi all’Europa, la Cina vincerà dal canto suo, grazie alle sanzioni occidentali alla Russia e la Russia vincerà poiché otterrà il cuscinetto di neutralità che cerca in Ucraina e si impossesserà delle risorse dell’Ucraina e del territorio strategico sul Mar Nero, dove si estenderà una regione che chiameranno Nuova Russia. A questo momento, dunque, l’Ucraina e l’Unione Europea sembrano i soggetti che perderanno di più perché non hanno saputo impedire una guerra nel continente e le sanzioni alla Russia danneggeranno soprattutto l’industria europea.
Ha ragione la Nato quando rende disponibile la sua copertura di sicurezza anche a nuovi paesi dell’Europa orientale?
La Nato ha un processo di adesione aperto per i paesi che soddisfano i criteri. È così che ora conta 30 Stati membri. L’Ucraina era in una situazione unica a causa delle precedenti dichiarazioni di non aderire alla Nato come conseguenza per la minaccia di guerra della Russia. La Nato, per la maggior parte, ha mantenuto la pace nel continente europeo dalla fine della Seconda guerra mondiale. Guardo agli esempi delle ostilità tra Grecia e Turchia nell’Egeo e dei bombardamenti nei Balcani negli anni 90 come eccezioni.
Continua a fare il consulente di Trump per le questioni geopolitiche?
Da due anni a questa parte lavoro per il canale televisivo conservatore Newsmax dove esprimo le idee politiche di chi vede in Trump il suo leader. Sono stato l’unico membro della campagna presidenziale a rilasciare un’intervista all’agenzia russa Interfax, articolando idee in merito alle relazioni Usa-Russia per il presidente Trump.
Quali sono stati i rapporti tra il Cremlino e Donald Trump?
Nessun presidente nella storia moderna è stato più duro con la Russia del presidente Trump. Ecco perché è stato l’unico presidente americano nella storia moderna in cui Putin non ha invaso un altro paese. Ha invaso la Georgia con Bush, l’Ucraina con Obama e ora di nuovo l’Ucraina con Biden.
Che idea ha Trump, per quanto può dirci, della situazione creatasi in Ucraina?
Dico la mia. Credo che la guerra di Putin in Ucraina sia illegale e se dovessero esserci crimini di guerra ad essa associati, Putin dovrebbe essere ritenuto responsabile. Le armi difensive dovrebbero essere inviate in Ucraina, ma la Nato non dovrebbe essere coinvolta direttamente. La Nato, tuttavia, dovrebbe rafforzare il suo blocco orientale, promuovere corridoi commerciali e fonti di energia alternative per non dipendere dalla Russia e sviluppare l’industria in coordinamento con gli investimenti americani anziché cinesi. La Cina sarà un paese da cui la Russia dipenderà per aggirare le sanzioni.
Come giudica Biden rispetto alla strategia di Putin?
Biden avrebbe dovuto contenere Putin, non sfidarlo. Ecco dove ha fallito. Se Biden non fosse entrato in conflitto con l’industria energetica americana, se non avesse fatto quel ritiro disastroso dall’Afghanistan e non avesse mantenuto le sanzioni sull’oleodotto Nord Stream 2, non credo che Putin si sarebbe mai permesso di invadere l’Ucraina.
Come vede l’Italia in questo frangente?
L’Italia è un partner molto importante dell’Ue, della Nato e degli Stati Uniti e il suo rapporto con gli Stati Uniti non è disturbato con le relazioni che ha con la Russia. L’Italia ha avuto un atteggiamento univoco, ha contribuito a unire l’Occidente intorno alla condanna dell’invasione. Vedo nel futuro enormi opportunità di investimento in Italia per le aziende americane. E vedo un grande potenziale per l’Italia come leader nell’Ue dopo la Brexit.
Cosa puoi dirci di Joseph Mifsud?
Joseph Mifsud è un personaggio misterioso che è stato al centro, con me, delle due inchieste più esplosive della storia americana (Mueller e ora John Durham). Solo una di queste indagini potrà rivelare la verità su ciò che Joseph Mifsud stava realmente facendo quando mi ha incontrato e credo che in base al materiale raccolto da John Durham – che venne in Italia nel 2019 per incontrarlo – capiremo finalmente la verità sullo scandalo che mi ha coinvolto per colpire la campagna di Trump.
È d’accordo con l’adozione di sanzioni più dure contro la Russia?
Non possiamo tornare indietro verso il revanscismo e reinventare un’epoca imperiale nel XXI secolo. La Russia, la Cina e per altri versi la Turchia cercano di ricreare il dominio dei loro antichi imperi. Il mondo è cambiato dall’inizio del XX secolo. Ma per Putin, Xi Jin-Ping ed Erdogan a quanto pare non è così. Qualsiasi paese che violi un altro paese sovrano deve essere punito almeno con le sanzioni, mentre se dovesse essere colpito uno Stato membro del Patto Atlantico deve esserci una reazione militare forte.
Ha amici tra gli oligarchi? Ci sono persone tra loro in grado di influenzare direttamente la politica del Cremlino?
Non ho amici nella politica o negli affari russi, non so dirle molto su di loro.
Se la Nato intervenisse in Ucraina, sarebbe inevitabile un’escalation?
Se la Nato interviene direttamente, sarà la Terza Guerra Mondiale. Se la Cina invia armi e assistenza, l’Ucraina diventa una guerra per procura tra Stati Uniti e Cina con la Russia che agisce come partner minore della Cina.
Qual è la sua previsione per questa guerra?
Credo che Putin non si fermerà finché non controllerà Kiev e l’Ucraina, la costa e il territorio del Mar Nero e non stabilirà quel cuscinetto di sicurezza che ha sempre desiderato. È probabile che assisteremo a una guerra asimmetrica, che include attacchi informatici contro membri della Nato e campagne di disinformazione.
E come deve reagire la Nato a queste azioni, se accadono?
Sono state imposte sanzioni e, come avevo previsto nel 2016, la Russia in difficoltà si rivolge alla Cina per aggirarle. Vedremo dispiegamenti rafforzati degli Stati Uniti e della Nato nei Balcani, nell’Europa orientale e basi potenzialmente permanenti nei paesi baltici. Un’Unione Europea rivitalizzata che cerca di difendersi e di staccarsi dalle forniture russe di gas e petrolio. Vedo relazioni Ue-Usa più strette e relazioni Russia-Cina più strette. Se viene implementata una no fly zone, dovrebbe trovarsi ad Ovest dell’Ucraina, sul confine polacco, dove potrà stabilirsi un potenziale governo in esilio. In caso contrario, una soluzione negoziata su un’Ucraina neutrale è un’opzione migliore rispetto a quella che l’Ucraina diventi un nuovo Afghanistan con uno stato di guerriglia permanente ai confini della Nato. Nessuno può permettersi la massima allerta in eterno.
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