Ivan Scalfarotto, senatore di ItaliaViva-Azione impegnato sul fronte dei diritti Lgbtq+, aderisce al gruppo di Renew Europe che al Parlamento Europeo ha portato ad approvare in plenaria, per alzata di mano, un emendamento che condanna il governo italiano per lo stop alla registrazione dei certificati di nascita di figli di coppie omossessuali. “Condanna le istruzioni impartite dal governo italiano al Comune di Milano di non registrare più i figli di coppie omogenitoriali”, si legge nel testo approvato.

Che segnale ha voluto dare il gruppo Renew Europe?
Un segnale forte. E ha fatto benissimo. Siamo un gruppo liberale, dunque indignato per quello che fa la nostra destra.

Qual era l’oggetto dell’emendamento?
Prendendo spunto dall’iniziativa che blocca le registrazioni dei figli di famiglie arcobaleno a firma del sindaco di Milano, Beppe Sala, il Parlamento Europeo ha preso atto di quella che è diventata la situazione nella legislazione italiana. Un quadro che distingue odiosamente tra bambino e bambino. Si privano i bambini di figure genitoriali che i bambini stessi considerano tali e si discriminano i bambini sulla base di come sono nati. Una cosa immorale e disumana.

Colpisce che l’Italia torni osservata speciale, anche formalmente.
Può dispiacere ma nei fatti l’Europarlamento ci considera un caso particolare, non troppo dissimile da Polonia e Ungheria. Le istituzioni europee tornano ad accendere un faro sui diritti umani e civili in Italia come facevano con loro. Se vogliamo è un brutto giorno per l’Italia, che va addebitato a questo governo e a questa maggioranza.

Una maggioranza di centrodestra che si dice liberale, salvo poi, in nome del loro liberalismo, ridurre i diritti e la libertà di chi non la pensa come loro.
Qualche giorno fa il Senato ha votato contro il riconoscimento europeo della filiazione omogenitoriale europea, una violazione dei principi solenni su cui è costruita l’Unione Europea, il cui fondamento è la libertà di circolazione interna dei suoi cittadini. Perché discriminando, limita la libertà di una famiglia di spostarsi. Se in Italia non riconoscono i miei diritti di famiglia arcobaleno, di fatto mi viene impedito di trasferirmici.

Dunque sotto il profilo dei diritti il governo Meloni è una retromarcia della storia?
Volevano fare la flat tax, il blocco navale, togliere le accise sulla benzina. Tutte cose con cui si vince la campagna elettorale ma poi non si può governare. E allora devono puntare su queste battaglie identitarie della vecchia destra: attaccano i diritti, le famiglie omogenitoriali, entrano con i piedi nel piatto, letteralmente.

Perché vogliono decretare per legge anche quello che dobbiamo e non dobbiamo mangiare…
Esatto: abbiamo un Ministro dell’Agricoltura che vuole decidere cosa dobbiamo mettere nel piatto. E di questo passo, finiranno per dire la loro sullo stile di vita di ciascuno. Chi di noi ha iniziato ad appassionarsi alla politica come terreno di conquista di nuovi diritti, oggi deve combattere ogni giorno per provare a difendere quelli che avevamo.

Non parliamo della Gestazione per altri.
Una cosa sono le scelte degli adulti e un’altra sono i bambini, che non devono mai essere colpiti. Andare a colpire i bambini per punire gli adulti è da un lato immorale, dall’altro inutile. Perché, come quando si dice “Non salviamo i migranti perché hanno sbagliato a partire”: pensare di bloccare i progetti di vita delle persone con nuove leggi impositive e sanzioni penali su tutto, non funziona. Sono soluzioni illiberali che colpiscono i deboli per scoraggiare certi fenomeni, non funziona mai.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.