In questi giorni si parla molto e in ogni sede di Matteo Renzi, del suo intervento al Senato sul finanziamento alla politica e della sua Fondazione Open, di chi l’ha finanziata e perché, cioè per finanziare la Leopolda o il Partito di Renzi?
Sen. Renzi chi finanziava la Leopolda non finanziava indirettamente anche il suo nuovo partito Italia viva?
No, chi finanziava la Leopolda finanziava una storia che è iniziata 10 anni fa, nessuno allora immaginava di fare Italia viva.
Tra i magistrati e i giornalisti c’è sempre stato un rapporto con grandi margini di ambiguità. Il grande Indro Montanelli le denunciava come «un incontro tra due disfunzioni e due colpe, quelle dei giornalisti e quelle della magistratura ma quelle dei giornalisti sono meno gravi di quelle della magistratura». Se è così, perché non si punisce mai chi deve garantire la sorveglianza e la segretezza dell’archivio delle intercettazioni di cui è responsabile il Procuratore della Repubblica?
Beh, intanto Montanelli ha sempre ragione, mettiamola così. Per chi come me è un toscanaccio… lui divideva il mondo tra toscanacci e toscanucci, anche con una qualche forma di esagerazione. Montanelli rappresenta qualcosa di più di un mito. Rispondendo alla sua domanda non è solo un problema di intercettazioni, è un problema che riguarda tutti. Intanto c’è una debolezza della politica. Poi c’è un secondo punto, e cioè l’utilizzo non solo delle intercettazioni ma delle indagini in quanto tali. In aula io ho ricordato una vicenda – che lei ricorderà meglio di me – delle dimissioni del presidente della Repubblica Leone sulla base dell’inchiesta giornalistica dell’Espresso e poi…
Sì, però i titolari della conservazione del segreto sono i procuratori della Repubblica…
Io ho fatto una denuncia. Sono uno dei pochi che continua a credere nella giustizia. Siccome alcune vicende che hanno riguardato il sottoscritto sono state chiaramente violazioni del segreto istruttorio. C’è un articolo del Codice Penale, il 326, e aspetto di capire se i magistrati avranno la forza di indagare su chi ha passato quelle notizie…
Ma se non si attua questa legge, è la prova che la politica si è sottomessa alla magistratura?
Credo che ci debba essere separazione tra i poteri, legislativo giudiziario ed esecutivo. Quando il legislativo, come in questo caso, è debole… io ho avvertito il bisogno di dirlo ad alta voce. Dopo di che la penso come lei, nel senso, se nessuno ha il coraggio di dire che l’unico reato sicuramente commesso nella vicenda di cui stiamo parlando è quello commesso da pubblici ufficiali che hanno passato delle notizie che non potevano passare – 326 del codice Penale, reclusione da 6 mesi a 2 anni – ecco, se nessuno ha il coraggio di dirlo, neanche i giornalisti, io, vox clamans, voce nel silenzio, lo dico con molto forza.
Lei diceva «Mai con i 5 stelle» poi «per sterilizzare l’Iva e salvare l’Italia», così ha detto, ha promosso il governo giallorosso. Adesso che la bomba dell’Iva è disinnescata, missione compiuta?
Missione compiuta sì, sulla vicenda dell’Iva. Rispetto all’accordo sui 5S, e sì, ho cambiato idea! Non da solo, è tutto il panorama costituzionale che ha cambiato idea.
Oggi (ieri per chi legge, ndr) andrà alla riunione dei partiti che sostengono il governo?
Per noi ci vanno Ettore Rosato e Teresa Bellanova.
Per dire cosa?
Per rilanciare, per esempio, qui c’è un problema. Sono bloccati i cantieri in Italia, che vuol dire che ci sono 120 miliardi di euro fermi per la burocrazia, per la pubblica amministrazione. Quando ho fatto lo Sblocca Italia, ottobre 2014 – che ha permesso di anticipare la Napoli-Bari in 2 anni, che ha permesso di aprire degli stabilimenti e di velocizzare le infrastrutture… – ho avuto contro tutti perché dicevano «fa un piacere alle aziende!»
Senta, Lei ha lasciato il Pd e fondato Italia viva, soddisfatto dei sondaggi che la danno intorno al 5%? Ci crede o non ci crede?
Non mi basta, voglio arrivare almeno al 10% .
Si è dato un obiettivo minimo di sopravvivenza in attesa del 10%?
Si chiama Italia viva, non Sopravviva…
Senta cosa diceva alla Gruber mesi fa a proposito di chi fonda partiti: «Gli italiani avrebbero diritto a non essere bombardati una volta al mese da un nuovo partito che nasce, sinceramente mi verrebbe da dire, dateci un po’ di tregua! Non è possibile che tutte le volte che c’è un problema, anziché risolvere il problema si fonda un partito nuovo e si immagina che un partito nuovo abracadabra sia quello capace di risolvere i problemi che nel frattempo non si sono risolti». Ridirebbe la stessa cosa?
Assolutamente sì! Ho cercato disperatamente di non fare un partito! Lei ricorderà che mi hanno massacrato: tutti i giorni, quando ero il presidente del Consiglio, la mia minoranza mi attaccava. Ho fatto di tutto, nel momento in cui ero fortissimo, per non farmi un partito personale perché pensavo, penso e continuerò a pensare che la frammentazione sia un errore. Dopodiché se ogni mattina ti alzi, e quello che ti aggredisce non è l’avversario politico ma il tuo compagno di squadra… eh, non farai mai goal.
Ma hanno ancora un valore le parole in politica?
È un grande tema perché da un lato c’è chi dice “ah, hai cambiato idea!” per esempio, dicono a me e hanno ragione, che io mi sarei dimesso – l’ho fatto – e poi avrei lasciato la politica dopo il referendum. Nessuno ricorda che questa frase l’hanno detta tanti altri, a cominciare dall’attuale presidente del Consiglio che aveva detto che…
Ma adesso parliamo di lei…
Parliamo di me, io dico: qual è il problema? Tu cambi idea perché? L’importante è avere la forza, il coraggio, la libertà di poter spiegare perché. Io ho scelto di continuare – non so se ho fatto bene o male – perché ho avuto un popolo intero che…
…che l’ha spinta
… dopodiché, è la cosa giusta per me? Personalmente chi lo sa! Il punto fondamentale è che… le parole sono complicate! Ma la posizione politica che noi abbiamo avuto è sempre la stessa… Non ho cambiato idea sulle tasse: ho cambiato idea su Matteo Renzi, ma non sulle tasse! Non ho cambiato idea sui diritti, non ho cambiato idea sulla necessità di creare posti di lavoro…
Di cosa si è pentito di più di quello che ha fatto da Premier?
È molto comodo dire adesso: “eh se non avessi…”. Quei tre anni di governo è stata una stagione con tanti errori, sicuramente, ma è una stagione che è già in corso di rivalutazione… Perché? Perché allora si cresceva, le cose andavano meglio, aumentavano i posti di lavoro, eravamo arrivati al +2% quasi. L’idea che si debba mettere in discussione tutto quello che è stato fatto è un’idea che appartiene a chi vive la storia col cancellino. Io vivo il futuro…
In Gran Bretagna ha stravinto Boris Johnson, il conservatore, ma né gli opinionisti, né i giornalisti, né i sondaggisti liberal hanno capito nulla, dando Corbyn in grande rimonta. Ecco, la cultura democratica dove e quando ha perso il contatto con la realtà?
Quando ha iniziato ad attaccare Tony Blair e a difendere Corbyn. Quelli di sinistra, che si ritengono di sinistra, che dicevano, ahhh Blair non è sufficientemente di sinistra, dimenticano di star parlando del più grande premier laburista della storia del Regno Unito!
Perfino Michelle Obama oggi dice che non ha senso tentare di abbattere Trump per via giudiziaria, è d’accordo?
Sono d’accordo.